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Opinioni

Il nuovo GF Vip senza trash, Mediaset e i rischi di una svolta snob

Dopo l’uscita di Barbara D’Urso, il nuovo corso di Mediaset passa per il restyling “moderato” del reality di Alfonso Signorini. Una scelta editoriale precisa, non priva di un pericolo boomerang.
A cura di Andrea Parrella
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La svolta anti-trash è il manifesto della nuova Mediaset pensata da Pier Silvio Berlusconi dalla prossima stagione. I mesi scorsi sono stati preparatori per l'amministratore delegato, che alla presentazione dei palinsesti Mediaset per il 2023-2024 ha confermato l'uscita di Barbara D'Urso, a suo modo simbolo della Mediaset degli ultimi 15 anni, oltre a ribadire il suo disappunto per alcune scene viste nell'ultima edizione del GF Vip.

Proprio il reality condotto da Alfonso Signorini, che tornerà in una forma ibrida con personaggi noti e sconosciuti, dovrebbe essere infatti il laboratorio principale di questa nuova fase. Prediligere le storie per la scelta del cast a dispetto dei follower e della visibilità, questo pare essere il viatico per la bonifico di un programma che negli ultimi anni ha garantito ascolti importanti, ma anche qualche imbarazzo all'azienda. Un Grande Fratello moderato, che passerebbe anche dalla presenza di un'opinionista dal profilo totalmente differente rispetto alla norma: si tratterebbe di Cesara Buonamici, volto del Tg5, da ore al centro di indiscrezioni che la vorrebbero al fianco di Signorini per la prossima edizione.

Una mossa rilevante, quella di Berlusconi, non priva di rischi. Questo diktat dell'amministratore delegato è senza dubbio un segnale accolto con grande favore da parte di una larga fetta dell'opinione pubblica, forse il passaggio in cui per la prima volta da molti anni a questa parte la logica della qualità del prodotto prevale sull'interesse economico che regola qualsiasi processo di una televisione privata.

Allo stesso tempo si tratta di un rischio. Il Grande Fratello è un programma che ha seguito una parabola evolutiva ben precisa negli ultimi anni, la versione Vip si è resa necessaria per tenere in vita un marchio che nella sua connotazione tradizionale non riusciva più a generare largo interesse. Il reality condotto prima da Ilary Blasi e poi da Alfonso Signorini è diventato schiavo di dinamiche di soapizzazzione che si sono rivelate vitali per il programma. Al contempo il lavoro degli autori nella scrittura delle prime serate – l'ultima edizione ne ha contate ben 45 – ha attinto a piene mani dalla frammentazione della diretta 24 ore su 24 da parte degli utenti, che attraverso i social hanno spesso dettato l'agenda della trasmissione.

Il restyling di un programma come il Grande Fratello Vip in una chiave centralizzata e morigerata potrebbe condizionare questi due fattori che sono stati gioia e dolore per Mediaset in queste ultime stagioni. Ristrutturare un reality che oggi è "carne e sangue", come scrive sui social l'ex direttore di Italia 1 e Rete 4 Luca Tiraboschi, non sarà dunque operazione semplice. Oltre a chi plaude per questa nuova direzione di Mediaset, le scuole di pensiero su quel che sarà il GF sono diverse.

Al di là del retrogusto snob di questa idea, non manca chi sospetta che questa operazione sia figlia del proposito di liberarsi del reality dopo oltre vent'anni di onorata carriera;e chi pensa all'effetto Medical Dimension (per gli appassionati di Boris) e quindi a un programma che dopo le prime difficoltà tornerà alla sua forma tradizionale, così come chi si chiede se per questa ormai celebre svolta moderata sia sufficiente eleggere il Grande Fratello Vip come agnello sacrificale, senza agire su tutta una serie di titoli in pancia alle reti del Biscione che contribuiscono a dare sostanza al tanto vituperato trash. Comunque vada, sarà una stagione piena di sorprese.

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"L'avvenire è dei curiosi di professione", recitava la frase di un vecchio film che provo a ricordare ogni giorno. Scrivo di intrattenimento e televisione dal 2012, coltivando la speranza di riuscire a raccontare la realtà che vediamo attraverso uno schermo, di qualunque dimensione sia. Renzo Arbore è il mio profeta.
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