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Steven Spielberg: “Nessun film dovrebbe essere cambiato in base a come noi oggi guardiamo il mondo”

Steven Spielberg è stato ospite del TIME100 Summit, un incontro per parlare della prassi di revisionare libri, film, opere d’arte per renderli più vicini alla sensibilità contemporanea. Il regista si è detto contrario, spiegandone le motivazioni.
A cura di Ilaria Costabile
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Steven Spielberg ospite del TIME100 Summit, un dibattito culturale organizzato dalla nota testata per confrontarsi sulla prassi recente di revisionare film, libri, serie e programmi televisivi per renderli più adeguati ai tempi d'oggi e quindi all'attuale sensibilità, ha espresso il suo dissenso nei confronti di quella che lui stesso ha definito "censura".

Il discorso di Steven Spielberg

Il regista ha sottolineato come i cambiamenti a cui sono state destinate le opere d'arte, a favore di un messaggio di inclusività, non tengano fede al concetto dell'evoluzione e di come il tempo passi e cambino anche gli assetti culturali che determinano la società. Spielberg ha dichiarato:

Nessuno dovrebbe mai tentare di togliere il cioccolato da Willy Wonka. Mai. E non dovrebbero togliere il cioccolato o la vaniglia o qualsiasi altro sapore da tutto ciò che è stato scritto. Per me è sacrosanto. È la nostra storia, è il nostro patrimonio culturale. Non credo nella censura in questo modo.

Per poi aggiungere, anche facendo riferimento ad una modifica che lui stesso ha apportato ad uno dei suoi film più noti, E.T, nella riedizione della pellicola in occasione del ventesimo anniversario dall'uscita, dove ha cambiato le pistole che originariamente gli agenti federali avevano tra le mani, con dei walkie talkie, pentendosene successivamente. Il regista ha aggiunto: "Nessun film dovrebbe essere rivisto attraverso le lenti con le quali oggi, volontariamente o involontariamente, guardiamo il mondo". 

Steven Spielberg parla di censura

Spielberg ha continua il suo discorso, menzionando i casi degli editori che hanno deciso di modificare libri di autori del passato, come Roald Dahl, Agatha Christie e Ursula K. Le Guin, i cui testi sono stati cambiati eliminando i riferimenti alla razza presenti nelle descrizioni dei personaggi. Prassi adottata, anche per altre questioni, sia da produttori televisivi che cinematografici, chiamati a modificare le loro opere a sostegno della sensibilità odierna. Il regista ha dichiarato che, a suo avviso, queste revisioni siano "censura" vera e propria, per poi aggiungere che lasciare le opere nella loro originalità: "È un segnale di dove eravamo quando li abbiamo realizzati e di com’era il mondo". 

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