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“Bruce Willis ha perso la gioia di vivere e le capacità linguistiche”, parla l’autore di Moonlighting

“Le abilità linguistiche non sono più a sua disposizione, eppure è ancora Bruce, ma la gioia di vivere se n’è andata”. A parlare è Glenn Cordon Caron, amico e autore di Moonlighting, la sitcom che fece conoscere l’attore al grande pubblico. Le sue condizioni di salute sono peggiorate dopo la diagnosi di afasia e demenza.
A cura di Elisabetta Murina
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Peggiorano le condizioni di salute di Bruce Willis, a cui nel 2022 è stata diagnosticata l'afasia e la demenza. A parlarne è Glenn Cordon Caron, autore di Moonlighting, la sitcom che fece conoscere al pubblico l'attore negli anni Ottanta. Suo caro amico, va a trovarlo almeno una volta al mese ed è convinto, come ha raccontato al New York Post, che lo riconosca.

"La sua gioia di vivere se ne è andata"

Dopo aver incontrato l'amico, Caron ha raccontato al New York Post le sue sensazioni: "Parlo con lui e con la moglie Emma e ho la sensazione che capisca chi sono per i primi tre minuti. Era un lettore vorace, ma non voleva che si sapesse, e adesso invece non legge più". Le condizioni di salute dell'attore, 68 anni, sono peggiorate nell'ultimo anno, dopo la diagnosi di afasia e di demenza frontotemporale. Al momento fa fatica a comunicare e ha perso quasi tutte le sue capacità linguistiche, ha spiegato lo sceneggiatore e autore: "Tutte quelle abilità linguistiche non sono più a sua disposizione, eppure è ancora Bruce. Quando sei con lui sai che è Bruce e sei grato che sia lì, ma la gioia di vivere se n'è andata. Amava la vita e cercava di viverla al massimo".

Le parole della moglie Emma Hewing sulle condizioni del marito

Bruce Willis può contare sul sostegno della moglie Emma Hewing, che gli è sempre stato accanto, e anche su quello della ex Demi Moore. Intervistata da Today non molto tempo fa, la prima ha raccontato come è stato scoprire la malattia del marito e quanto la diagnosi sia stata fondamentale per aiutarlo:

Era importante fargli sapere di cosa si tratta, perché non voglio che ci sia alcuno stigma o vergogna legati alla diagnosi del padre o a qualsiasi forma di demenza. Penso che sia stata una benedizione e una maledizione, capire finalmente cosa stava succedendo in modo da poter accettare la situazione per quella che è. Non lo rende meno doloroso, ma semplicemente trovarsi nell'accettazione, e sapere cosa sta succedendo a Bruce rende le cose un po' più facili.

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