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Alvin a Fanpage.it: “Il rapporto con Ilary Blasi? Quest’Isola ha scoperchiato le nostre personalità”

Alla sua quarta Isola dei Famosi, Alvin è uno dei volti iconici del reality show. A pochi giorni dalla finale, il conduttore ha raccontato a Fanpage.it il segreto per essere l’inviato perfetto, facendo un bilancio dell’Isola più lunga di sempre.
A cura di Ilaria Costabile
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L'Isola dei Famosi volge ormai al termine, dopo quasi tre mesi di diretta, la più lunga edizione della storia del reality si sta per concludere e non c'era persona migliore con cui fare un bilancio di queste 26 puntate finora in onda, se non Alvin, nome d'arte di Alberto Bonato. Questa è la sua quarta esperienza da inviato, e il suo è uno dei volti iconici del programma. Tra battibecchi con Ilary Blasi e Nicola Savino, una strigliata ai naufraghi e gli spiegoni sulle prove a cui dovranno sottoporsi i concorrenti, ha dimostrato di saper gestire un mix perfetto tra simpatia, rigore e professionalità, ma se gli si chiede chi possa vincere l'Isola, la risposta è tutt'altro che scontata.

Il reality è in dirittura di arrivo, ma continuano ad esserci imprevisti, tra infortuni e possibili uragani in arrivo. Ce la faremo ad arrivare alla fine?

Siamo sotto fuochi incrociati da tre mesi oramai, nella fase finale dell’Isola davvero non ci aspettavamo tutto questo. Sono più di 90 giorni che siamo qui, in fondo credo sia normale, ordinaria amministrazione mettiamola così.

A proposito di finale, gli anni scorsi si è svolta in Italia, anche quest'anno si seguirà lo stesso iter?

Si farà in Honduras abbiamo preparato una cosa pazzesca. Per me poi sarà emozionante, delle mie 4 isole questa è la prima che condurrò da qui.

Quattro volte inviato dell'Isola dei Famosi, ormai il pubblico si è affezionato. Qual è la più grande dote che deve avere un personaggio che ricopre questo ruolo?

Credo saper navigare il presente. Ogni Isola è stata un'esperienza a sé, quest'anno sono partito con l'idea di affrontare tutto da zero, ed è stata la chiave di lettura giusta. Avevo una sorta di background che mi indicava che direzione imboccare per assecondare gli avvenimenti di ogni puntata. La cosa migliore, quindi, è adagiarsi al flow e indirizzarlo verso l’obiettivo che ti eri prefissato, ma senza forzare troppo la situazione.

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E mantenere la calma anche quando tutto sembra fuori controllo, soprattutto i naufraghi.

Cerco di fare del mio meglio. Il mio ruolo impone un certo rigore, poi i naufraghi hanno firmato il contratto di un gioco e sanno di dover seguire delle regole, sanno che hanno scelto di essere lì, cosa che gli ho ricordato sin dall'inizio. Però loro vivono il disagio di dormire male, non avere l’acqua calda per lavarsi, non avere cibo, quindi è chiaro che si arrabbino spesso, abbiano delle scenate d’ira e sono da comprendere non da tarpare le ali.

Questa edizione è stata la più lunga del reality. Non c'è il rischio che abbiate tirato troppo la corda?

Si inizia ad accusare il colpo dopo tre mesi. Quest’anno è molto più difficile perché siamo in una bolla, in un posto che per quanto sia il Caribe non ha niente: spesso ti manca la corrente in casa, l’acqua calda salta, devi ricordati di caricare il telefono perché se lo devi usare e non l’hai caricato non hai neanche il cellulare. Una serie di disagi, nulla perché siamo qui per lavoro, però è comunque un'esperienza pazzesca che ti rivolta come un calzino, sia da naufrago che da operatore.

Tre mesi lontano dalla tua famiglia, nelle scorse puntate hai fatto anche gli auguri a tuo figlio per il compleanno. Come si vive questa distanza?

Nelle quattro isole, purtroppo, ho perso vari compleanni della mia famiglia, però poi li abbiamo recuperati tutti. Quest’anno ho perso sia quello di mia figlia che di mio figlio, abbiamo un rapporto per cui accusiamo il distacco, ma sappiamo che ci riprenderemo, proviamo a stare in contatto il più possibile nonostante internet che salta ogni due minuti.

Quest'anno, forse anche per la lunghezza del programma, i naufraghi entravano e uscivano dall'infermeria. Qualcuno l'ha visto come un escamotage, tu come la vedi?

Questa è stata un’Isola dove ci sono stati parecchi infortuni, è vero, ma questa cosa l’ho associata immediatamente alla voglia dei naufraghi di viversi il reality al 100%. Quando abbiamo iniziato ho fatto una chiacchiera un po’ con tutti loro e gli dicevo "l’isola vi regalerà tantissimo, più vivrete intensamente questa esperienza, più sboccerà dentro di voi quando tornerete". E in effetti così hanno fatto.

A proposito di infortuni, come vi preoccupate di garantire la salute dei naufraghi? Esistono dei protocolli?

Protocolli di sicurezza ne abbiamo tantissimi, a causa della pandemia siamo ancora più attenti. I naufraghi sono dei soggetti debilitati, dobbiamo evitare che qualsiasi cosa possa arrivargli, soprattutto quando si fanno male. Vengono portati in clinica e controllati. Ovviamente fanno dei tamponi e questo implica che stiano lontani più giorni rispetto al passato, rendendo tutto più difficile.

L'Isola è un gioco, ma alcune regole sono state infrante, come ci ha raccontato Lory Del Santo. Prevedete delle punizioni? Ma poi, ci sono davvero?

Purtroppo per loro, a prescindere dal caso in questione, vengono puniti davvero. È chiaro che se nella prova in diretta, Carmen piuttosto che Nicolas o Alessandro prendevano degli spaghetti in più, li mettevano in bocca o li tenevano in mano qualche secondo per poi mangiarli, io li lasciavo fare. Ma se la cosa diventa più ingente, nel senso che li mettono nelle mutande e li portano in Playa scattano punizioni, così come è accaduto e avete visto nel daytime più di una volta.

Tra le questioni più discusse c'è anche il tuo rapporto con Ilary Blasi. Si è pensato ci fossero delle incomprensioni tra voi, per le continue battute e frecciatine. Perché secondo te si è avuta questa percezione?

Credo che quest’Isola abbia scoperchiato le nostre personalità, abbiamo lavorato insieme in parecchi programmi. A Top of The Pops, che era una trasmissione musicale facevamo dei lanci sulle canzoni del momento, quindi la gente non poteva capire davvero chi fossero i conduttori. In Eurogames già traspariva questo rapporto tra me e lei, il gioco, i doppi sensi, il prendersi in giro, perché è più di vent’anni che facciamo così. Il nostro manager Franchino, che purtroppo non c’è più, quando era in giro con me diceva dai mandiamo un messaggio a Ilary prendiamola un po’ in giro e lo stesso facevano loro con me.

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Si evince, comunque, che la conduzione di Ilary Blasi è piuttosto lineare, non traveste l'Isola da quello che non è. 

Ci siamo parlati all’inizio dell’Isola e ci parliamo quotidianamente, ed è questo il nostro sentimento nei confronti di un programma televisivo di intrattenimento. Nel momento in cui mi metti a far dello spettacolo con delle battute sto nel mio, lo faccio in radio da più di vent’anni, ed è quello che facciamo con Ilary dietro le quinte. È giusto che un programma di intrattenimento di questo tipo abbia certi parametri, nonostante l'Isola abbia comunque una sua liturgia.

Come è stato rivedere Mercedesz sull'Isola dopo quel momento che è entrato negli annali della televisione?

Con Mercedezs prima che arrivasse ci siamo sentiti, quando è arrivata ci siamo abbracciati perché inevitabilmente quel momento ci ha legato. Che poi io l'ho vissuta in maniera totalmente diversa da come è stata percepita in studio o a casa.

Spiegaci meglio. 

Io non vedevo le inquadrature del suo viso e quindi mi affidavo a quello che mi dicevano i naufraghi che stavano con lei, e inoltre facevo fede anche alle indicazioni del sub che le stava di fronte e la riprendeva. Qualora fosse successo qualcosa, infatti, essendo lui un professionista, sarebbe stato il primo a dover allertare i soccorsi. Quando Mercedesz è risalita, infatti, mi ha chiesto perché non l'avessi lasciata continuare, ma la regia mi urlava nelle orecchie, io non potevo urlare alla regia altrimenti mi avrebbe sentito tutta Italia e quindi stavo calmo. È stata una roba unica.

Vecchi e nuovi naufraghi, quindi, chi è che secondo te ha fatto un bel percorso finora?

Non vorrei sbilanciare il mio giudizio, ma credo che la storia di Nicolas Vaporidis sia stata interessante dal punto di vista editoriale. Un attore che viene da un mondo di successo, dal cinema e lo vedi collocato in una situazione diametralmente opposta che è quella dell'Isola dei Famosi. Lui ha avuto una trasformazione incredibile, come se fosse diventato davvero un naufrago, ma senza interpretare un ruolo, sarebbe impossibile farlo continuativamente per tre mesi. Però penso che tutti i naufraghi, a modo loro, siano riusciti ad emergere per le proprie caratteristiche.

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D'altra parte ancor prima di partire avevi anticipato che Carmen Di Pietro e suo figlio Alessandro ci avrebbero regalato dei grandi momenti e così è stato. 

Sono innamorato di Carmen, è veramente un personaggio pazzesco, perché riporta tutto ad uno stadio semplice che servirebbe anche a noi dopo questi anni di Covid, di lockdown, di pressioni psicologiche in generale, e lei con una battuta ridimensiona il tutto. Alessandro è un ragazzo giovane, ma molto maturo per l’età che ha, quindi è interessante il contrasto tra mamma Carmen, che l’ha educato per farlo diventare così, ma nonostante tutto riporta tutto alla leggerezza e questa roba qua secondo me è potente.

Eppure la scelta di Alessandro di abbandonare prima della fine non è stata compresa da molti. Cosa hai pensato quando ha deciso di andare via?

Sono fan delle persone che sanno cosa vogliono dalla vita. Non giudico quello che vuoi, se desideri qualcosa e fai di tutto per ottenerla, hai la mia stima. In questo senso Alessandro è stato un grande, perché ha 22 anni, soprattutto nell’epoca attuale in cui abbiamo mille distrazioni, siamo bombardati dalle informazioni è difficile avere una bussola interna che ti dica cosa devi fare per raggiungere il tuo obiettivo, ancor di più se l’obiettivo è lo studio ,l’educazione, la crescita, l’evoluzione. Quindi complimenti ad Ale.

E invece che mi dici delle liaison che sono nate sull'Isola, tutta finzione o qualcosa di vero c'è?

Beh noi siamo quelli che da fuori guardano l’interno di questa scatola in cui ci sono i naufraghi che instaurano relazioni. È inevitabile che questi rapporti abbiano un senso qui in mezzo all’oceano, riportati nella quotidianità qualcosa viene mancare. Ci limitiamo a vedere che cosa accade nella minuzia. Di notte, quando i naufraghi stanno sotto le coperte, che cosa fanno? Stanno di schiena o si girano di faccia e parlano? Se si guardano in faccia e parlano mi viene da pensare che siano interessati e quindi glielo si chiede in prime time. È tutto basato sulla genuinità dei rapporti tra i naufraghi, poi quello che ne esce non è nostra responsabilità.

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Dopo così tante edizioni e anche reality che si vedono in tv, cos'è che fa resistere uno show come questo?

Il meccanismo del gioco, la difficoltà che si percepisce. In questo mondo in cui siamo bombardati dai personaggi dei social, in cui tutti sembrano essere degli dei scesi in terra, quello che ci interessa vedere è l’autenticità della persona. E l’isola permettere di far vedere l’autenticità dei nostri naufraghi, nel momento in cui c'è questo credo che parta l’interesse da parte del pubblico. Ovviamente dipende dal soggetto. Un autore può scrivere un best seller, ma l’anno dopo non è detto che faccia la stessa cosa, pur essendo lo stesso autore. Dipende quindi da chi metti all’interno dell’Isola dei Famosi ce ne sono alcuni che sono più interessanti in alcune edizioni e altri che sono meno interessanti, però bene o male c’è sempre del materiale su cui lavorare.

Se dovessi individuare un tuo erede, qualora decidessi di non tornare a fare l'inviato, chi ti piacerebbe vedere tra le nuove leve della tv?

La televisione, oramai, non cresce più leve da quando ho iniziato io a fare questo lavoro, quindi non per cattiveria, ma non saprei chi individuare. Potenzialmente la può fare chiunque l’Isola, ti deve piacere quello che fai, secondo me se c’è un ragazzo a cui piace fare quello che si fa qua, la può fare.

C'è un programma che non hai ancora condotto e ti piacerebbe condurre?

La televisione è cambiata tantissimo, un tempo ti avrei detto il Festivalbar, adesso non c’è più un programma di riferimento. Ho la predilezione per i gameshow. Sin da piccolino mi sono sempre piaciute quelle cose che hanno la capacità di alleggerire la vita dello spettatore, ma nello stesso tempo poter essere d’aiuto insegnando qualcosa, e credo che il gameshow possa essere davvero un giusto compromesso.

Ultima domanda, immancabile: chi vince l'Isola dei Famosi 2022?

Ma vorrei vincerla io, dopo quattro edizioni dai fatemela vincere, almeno una (ride ndr.)

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