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Alessio Boni: “Ero attratto da Hollywood, un produttore voleva diventassi il suo amante. Andai via”

Alessio Boni si racconta in un’intervista parlando dei suoi esordi a teatro e di quando, poco più che ventenne, scappò da Hollywood dopo la proposta di un produttore che lo voleva come suo amante.
A cura di Ilaria Costabile
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Protagonista di uno spettacolo interamente dedicato a Molière che andrà in scena il prossimo 15 settembre a Capri, nell'ambito della rassegna "Il canto delle Sirene", organizzata da Geppy Gleijeses, Alessio Boni veste i panni dell'iconico drammaturgo francese. Come raccontato in un'intervista al Corriere della Sera anche lui, al pari di uno dei padri del teatro, è riuscito a raggiungere l'apice della sua carriera partendo da una condizione non privilegiata e fuggendo da chi avrebbe voluto solo approfittarsi della sua persona.

Il primo lavoro da piastrellista

Pur essendo tra gli attori più affermati del cinema e del teatro italiano, Alessio Boni si è avvicinato a questo mestiere per caso, scappando da quello che sembrava un destino già scritto e afferrando l'opportunità di costruire una vita diversa:

Nemmeno io sono figlio di attori, provengo da una famiglia proletaria, mio padre faceva il piastrellista e l’ho fatto pure io per un po’ di tempo, mentre frequentavo i corsi serali di ragioneria. Poi sono scappato da quello che sembrava un destino segnato, volevo evadere e ho fatto i mestieri più disparati, persino il poliziotto.

Le prime difficoltà da giovane attore

Eppure, gli inizi, non sono stati semplici, perché la parlata bergamasca sembrava un ostacolo insormontabile da superare: "Quando mi sono buttato nel mestiere d’attore, mi sono ritrovato nella capitale, tra persone che mi prendevano in giro per l’accento bergamasco: quando parlavo, la gente rideva!". Ma fu solo questione di esercizio, tanto che approdò all'Accademia Silvio d'Amico:

Grazie a un regista cipriota, Andreas Rallis, che insegnava in Accademia e che mi dette fiducia. Fu lui a formarmi per preparare il provino. All’inizio, esercitandomi nel pronunciare le parole, gli accenti nel modo giusto, sembravo un robot, ero strano

La fuga da Hollywood

Il teatro è sempre stata la sua più grande passione, ma col tempo sono arrivati anche i primi lavori al cinema, con l'exploit avuto ne "La meglio gioventù" di Marco Tullio Giordana: "Un maestro che mi ha insegnato a recitare in una maniera completamente diversa dal teatro". Anche Boni, come ogni giovane attore, ha poi guardato con curiosità all'America, ma il sogno hollywoodiano è finito ancor prima di iniziare:

Quando un importante produttore statunitense mi propose di andare a Los Angeles per lavorare con lui, fu una delusione. Avevo poco più di vent’anni, ero pieno di speranze, pensavo che sarebbe stato un viaggio senza ritorno e invece… Quel signore, sposato e con figli, mi promise che sarei diventato una star se avessi accettato di diventarne l’amante. Risposi che non ero attratto e richiusi la porta dietro le spalle.

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