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Il New York Times sui 40 anni di Vacanze di Natale: “L’umorismo da toilette elevato a forma d’arte”

Jason Horowitz, il critico americano più importante al momento, ha raccontato la sua partecipazione alla serata celebrativa per i 40 anni di Vacanze di Natale: “Ha elevato a forma d’arte l’amore italiano per il tradimento, per l’umorismo da toilette e per le imprecazioni folcloristiche”.
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Il primo storico Vacanze di Natale ha compiuto 40 anni ed è stato festeggiato in Italia con il ritorno in sala in una versione restaurata e rimasterizzata. Il risultato? 500mila euro incassati. Tanto che l'iniziativa sarà replicata al 6 gennaio. Persino il New York Times ha parlato del film che, volente o nolente, è parte integrante della storia del nostro cinema. Addirittura s'è scomodato Jason Horowitz, il critico più importante dell'autorevole quotidiano, che ha partecipato alla serata celebrativa dedicata all'opera di Carlo e di Enrico Vanzina (qui la nostra intervista) a Cortina d'Ampezzo e scrive: "Per tre decenni, i film hanno dominato il periodo natalizio, finché le loro star non sono invecchiate, le piattaforme di streaming hanno preso il sopravvento e i gusti e l’economia del settore sono cambiati. Mai ritenute adatte al consumo all'estero, erano per gli appassionati che amavano una fetta di cultura italiana durante l'edonista e spensierata fine del secolo. Per i critici, però, riflettevano il consumismo e il sessismo da showgirl dell’era Berlusconi che, come un vergognoso segreto, era meglio custodire in famiglia".

"Gli intellettuali dicono che sono di basso livello, ma sono bassi apposta"

Jason Horowitz parla anche con Claudio Cecchetto, presente alla serata e di recente protagonista suo malgrado di uno scontro tra suo figlio Jody e Linus, che spiega: "Gli intellettuali continuano a dirci che sono di basso livello. È basso, ma non capiscono: sono bassi apposta. Queste sono persone superintelligenti che hanno deciso di abbassarsi. Le persone vogliono solo divertirsi". Jason Horowitz concentra il suo articolo sulla capitalizzazione della nostalgia da parte di produzione e protagonisti: "Lo stanno riabilitando come classico di culto che ha elevato a forma d'arte l'amore italiano per il tradimento, per l'umorismo da toilette e per le imprecazioni folcloristiche, per lo scontro tra gli italiani di classe differente". 

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Quando Avatar fu costretto a rinviare la sua uscita per Natale a Beverly Hills

Jason Horowitz ricorda persino di come le grandi produzioni hollywoodiane erano costrette ad adattarsi e rinviare le uscite proprio per evitare di scontrarsi con i cinepanettoni. Nel 2009, l'uscita di "Natale a Beverly Hills" costrinse addirittura "Avatar" a rinviare la sua uscita.  Viene citato anche Aurelio De Laurentiis, che ha prodotto più di trenta cinepanettoni: "Il signor De Laurentiis ha detto che i film hanno avuto successo perché erano essenzialmente film "istantanei" terminati dopo tre decenni perché a corto di luoghi esotici". 

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