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Film Joyland vietato in Pakistan, l’attrice transgender Alina Khan: “Sono triste, non è contro Islam”

In Pakistan, il governo vieta il film Joyland che racconta la storia d’amore tra un uomo e una ballerina transgender. La trama sarebbe stata ritenuta offensiva per l’Islam. Interviene l’attrice protagonista Alina Khan.
A cura di Daniela Seclì
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Il film Joyland racconta l'amore tra un giovane uomo e Biba, una ballerina transgender. Per vivere questa relazione, il protagonista deve lottare contro il patriarcato che permea la sua famiglia. La pellicola è stata vietata in Pakistan. Il governo ha preso questa decisione dopo le proteste di coloro che ritenevano che la trama offendesse l'Islam. In queste ore, è intervenuta Alina Khan, l'attrice che interpreta Biba.

Le proteste in Pakistan: "Ripugnante, si rende glamour l'essere transgender"

L'attrice transgender che interpreta Biba, Alina Khan, ha espresso il proprio dispiacere per quanto sta avvenendo in Pakistan. The Guardian ha raccolto le sue dichiarazioni: "Sono molto triste. Non c'è niente contro l'Islam e non capisco come questa religione possa essere danneggiata da un semplice film. Anche la comunità trans pachistana è turbata". Venerdì 11 novembre era prevista l'uscita del film Joyland in Pakistan, ma è arrivato lo stop del Governo, dopo che i seguaci dell'Islam hanno protestato contro la pellicola e hanno definito la trama "ripugnante". Anche il senatore Mushtaq Ahmad Khan si è scagliato contro Joyland: "Lo condanno e ricorrerò a tutti i mezzi legali disponibili per fermare l'uscita di Joyland. Rendere glamour i transgender e le loro relazioni amorose in Pakistan, è un attacco diretto alla nostra fede".

La replica di Alina Khan che racconta la sua storia

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Alina Khan ha difeso il personaggio di Biba: "È tosta, determinata, indipendente, schietta, tutto ciò che non sono io. Ho amato questo ruolo. Sono stata felice di non interpretare un personaggio oppresso, che è la condizione di vita delle persone transgender in Pakistan". Quindi ha raccontato la sua storia, spiegando che all'inizio la sua famiglia non l'accettava:

La mia famiglia non mi accettava e neanche la società. Mia madre mi diceva che quando parlavao, non dovevo gesticolare come fossi una donna, mi chiedeva di mettermi seduta come un uomo e di non stare in compagnia di donne. I miei fratelli mi insultavano. Poi, il successo internazionale di Joyland. Ho pianto, non so se di gioia, per il duro lavoro o per la battaglia che avevo combattuto fin da quando ero bambina. Per la prima volta nella mia vita, però, ho sentito che il mio talento precedeva il mio essere transgender. Sono stata trattata con grande rispetto. Alla fine, anche la mia famiglia mi ha accettata.

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