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Renzi pensa all’abolizione del canone Rai. Calenda: “È una presa in giro”

Secondo un retroscena pubblicato da Repubblica, il segretario del Pd Matteo Renzi vorrebbe proporre alla prossima direzione del partito l’abolizione del canone Rai come tema da affrontare in campagna elettorale, eliminando il limite pubblicitario e facendo in modo che lo Stato trasferisca direttamente le risorse al servizio pubblico. Il ministro Calenda replica parlando di “presa in giro”: “I soldi dello Stato sono soldi dei cittadini”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il tema della possibile abolizione del canone Rai torna a essere protagonista del dibattito politico. A lanciare quest’idea sarebbe stato il segretario del Pd Matteo Renzi che, secondo quanto riportato da la Repubblica, avrebbe convocato un vertice ristretto con i suoi fedelissimi annunciando di voler proporre l’abolizione del canone Rai durante la prossima direzione del partito. L’idea di Renzi non è solo quella di cancellare la tassa sulla tv ma anche modificare i tetti pubblicitari che rischiano di penalizzare il servizio pubblico rispetto alle emittenti private. La proposta sarebbe già pronta per essere formalizzata davanti al partito e farla diventare tema di campagna elettorale. Tra le ipotesi in campo c’è quella di aiutare la Rai durante la fase transitoria con il trasferimento da parte dello Stato di un miliardo e mezzo o due miliardi a viale Mazzini per sopperire ai mancati introiti derivanti dal canone.

Ma su questa proposta è subito polemica. E anche nel governo c’è chi non vuole neanche prendere in considerazione questa ipotesi. È il caso del ministro allo Sviluppo Economico Carlo Calenda che su Twitter commenta: “Spero che l’idea di abolire il canone Rai sostituendolo con un finanziamento dello Stato non sia LA proposta del Pd per la campagna elettorale come riportato da Repubblica. I soldi dello Stato sono i soldi dei cittadini e dunque sarebbe solo una partita (presa) di (in) giro”, afferma mascherando – ma non troppo – ciò che pensa, ovvero che questa proposta altro non è che una “presa in giro”.

A Calenda risponde il deputato del Pd Michele Anzaldi, segretario della commissione di Vigilanza Rai: “Se tagliamo 1,5 miliardi di spesa pubblica ed eliminiamo il canone i cittadini pagano meno. Altro che presa in giro: serve processo di modernizzazione ed eliminazione degli sprechi unici nel panorama tv con un risparmio immediato di 500mila euro”. Immediata la controrisposta del ministro allo Sviluppo Economico: "Nell'ordine: 1) Governo Renzi ha messo canone in bolletta e non si può promettere in campagna elettorale il contrario di quello che si è fatto al Governo, 2) se si vuole affrontare la questione del canone allora si ragioni su privatizzazione Rai altrimenti è presa in giro. 3) Non capisco perché, dopo aver fatto tante cose serie e buone per la crescita, gli investimenti e l'occupazione, vedi dati Istat di oggi, si debba ricadere sulla linea delle promesse stravaganti a tutti su tutto. È un peccato".

Secondo il retroscena pubblicato da Repubblica, Renzi avrebbe già individuato i capitoli di spesa dai quali recuperare i soldi necessari per finanziare il servizio pubblico nel periodo di transizione, ma rimane molto scetticismo nel mondo politico. Ad esempio, Daniele Capezzone, deputato di Noi con l’Italia, commenta: “La Rai va privatizzata. Pri-va-tiz-za-ta. Fuori politica, partiti, soldi pubblici (sia sotto forma di canone sia sotto forma di altre elargizioni di stato, cioè sempre denaro dei contribuenti). Renzi invece in questi anni l'ha occupata. Oc-cu-pa-ta. Chiara la differenza?”.

Commento immediato è arrivato anche dall’Usigrai, il sindacato dei giornalisti che lavorano per il servizio pubblico: “Puntuale come un orologio svizzero parte la campagna elettorale e arriva l'attacco alla Rai. È un copione che si ripete anni. Segnaliamo che laddove si è abolito il canone il Servizio Pubblico è stato fortemente ridimensionato. A tutto vantaggio dei privati. Se questo è l'obiettivo basta dichiararlo apertamente”. “È curioso – afferma in una nota l’Usigrai – che prima si mette il canone in bolletta e poi si propone di abolirlo. Vuol dire non avere idee. E infatti ogni volta che abbiamo chiesto un confronto serio su progetti, riforme, innovazione per rilanciare la Rai Servizio Pubblico, sono spariti tutti. Invece di buttarla come sempre in rissa, sarebbe bastato ripartire dal ddl di riforma della Rai che porta il nome dell'attuale presidente del Consiglio. Ci aspettiamo una dura presa di posizione pubblica da parte dei vertici Rai a difesa dell'autonomia e del futuro dell'azienda. E anche per ricordare che il canone in Italia è il più basso d'Europa e ormai finanzia anche le tv private locali. Il silenzio sarebbe complice. E il rifiuto di farci vedere gli atti del ricorso contro il taglio di 150 milioni assumerebbe a quel punto un suono sinistro”.

Orfini: ‘Abolizione da sempre nei piani del PD'

Il presidente del Partito Democratico, Matteo Orfini, intervenendo sulla polemica relativa all'abolizione del Canone Rai, ha dichiarato che questa sarebbe da sempre una priorità del Pd: "Per la cronaca, la fiscalizzazione del canone Rai è una nostra proposta storica. E rafforza la Rai, mentre di privatizzazioni che hanno distrutto (o quasi) aziende strategiche del Paese ne abbiamo già viste troppe. E direi anche basta. Quando mettemmo in bolletta il canone Rai spiegammo che recupero evasione serviva a far pagare meno. E così è stato ma sempre (non solo allora) abbiamo detto che l'obiettivo era il superamento del canone. Io resto di quella idea. Poi sulle modalità possiamo discutere". 

La replica di Renzi

Con un tweet pubblicato nel tardo pomeriggio, il segretario del Pd ha replicato alle polemiche scatenatesi sulla presunta abolizione del Canone Rai senza però né smentire né confermare il piano anticipato da Repubblica: "Prima del nostro governo aumentava ogni anno. Nel 2014 era a 113€. Adesso è a 90€. Pagare meno, pagare tutti. Si può garantire servizio pubblico abbassando i costi per i cittadini: abbiamo iniziato a farlo, continueremo. Non facciamo proclami, noi parliamo coi fatti". 

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