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Crisi di Governo 2022

Zingaretti risponde a Salvini: “Sull’Europa ci ha dato ragione”

Per il segretario del Pd Nicola Zingaretti l’apertura del segretario della Lega Matteo Salvini al governo Draghi è una novità, ma spiega che “Salvini ha dato ragione al Pd, non ci siamo spostati noi. Ora si apre una fase nuova che chiederà coerenza, l’Europa non è una parola”. Il Congresso del partito è previsto tra due anni, ma finita la crisi il segretario dem porrà al suo partito “il quesito di come andare avanti”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Secondo il segretario del Pd Nicola Zingaretti la discussione congressuale che verrà avviata confermerà che unità nel Pd. Lo ha detto a ‘In mezz'ora in più' su RaiTre. La questione riguarda l'imminente costruzione del governo Draghi: sarà necessario anticipare il confronto interno?

"La discussione congressuale sarà di tutto il Partito, il Congresso ci sarà tra due anni ma appena finita questa vicenda porrò il quesito di come andare avanti. E lo posso fare perché il Pd si è unito più di quanto non lo sia mai stato. Quella frattura ci impediva di fare politica, e tutti abbiamo fatto uno sforzo per un punto di equilibrio", risponde Zingaretti.

"In due anni è cambiato tutto, ma io l'avevo detto prima della pandemia, serve una discussione politica vera sull'identità e il profilo. Il vero successo è che lo possiamo fare, perché in questi due anni abbiamo ricostruito una speranza in Italia che si chiama Pd e che ora deve rilanciare per il futuro la propria prospettiva politica. Ora discuteremo insieme come farlo, spero solo che nessuno vorrà rimettere indietro le lancette dell'orologio, perché questo sì sarebbe battaglia politica".

"Nel 2018 eravamo al tramonto, marginali, nel bipolarismo M5s-Lega. Oggi con mille problemi siamo punto di riferimento anche in questo nuovo governo", spiega.

"Paradossalmente il problema più grande non è per noi – dice riferendosi all'idea di una maggioranza ampia, in cui potrebbe entrare anche la Lega – perché noi valuteremo tutto sulla base delle idee e della coerenza di chi oggi è diventato europeista. Il tema è che non è detto che a un aumento dei numeri corrisponda maggiore forza e stabilità del governo. Il problema è di credibilità e stabilità dell'operazione politica. Bisognerà vedere se è un'operazione che dà un segnale di svolta. Noi ci fidiamo del professor Draghi: è lui che deve fare questa valutazione", ha aggiunto. E proprio la ‘svolta' di Salvini è uno dei passaggi chiave dell'intervento del presidente della Regione Lazio: "Salvini ella maggioranza come europeista? Non c'è dubbio, è una novità. Salvini ha dato ragione al Pd, non ci siamo spostati noi. Ora si apre una fase nuova che chiederà coerenza, l'Europa non è una parola".

"Ringrazio Draghi perché in quelle poche parole dette al Quirinale ho sentito una cosa molto importante, non di metodo ma ‘politica', quella sulla volontà di incontrare i partiti nel pieno rispetto del Parlamento, perché siamo in una Repubblica parlamentare e un uomo di quella intelligenza e spessore come Draghi lo ha capito e si mette a disposizione".

"Ho fiducia – aggiunge il segretario Pd – in un rapporto di collaborazione, e la predisposizione all'ascolto da parte di Draghi mi ha molto colpito rispetto alle forze che i cittadini hanno portato in Parlamento".

Zingaretti blinda anche l'alleanza giallo-rossa, Pd-M5s e Leu, che può essere la base per il nuovo esecutivo: "Sono contento e orgoglioso per aver lavorato affinché il governo Conte andasse avanti, è un patrimonio ora utilissimo per concludere la legislatura e dare a Draghi una base di solidarietà programmatica".

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