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Tav, Luigi Di Maio: “Lega non ha i numeri, userà i voti del Pd per fare un favore a Macron”

Il vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio, sfida la Lega sul voto in Parlamento sulla Tav, l’Alta velocità Torino-Lione: “Oggi da sola non ha i numeri per far passare la Tav, dovrà usare i voti del Pd. E dovrà usare i voti del Pd per fare un favore a Macron: è una cosa che dovranno spiegare ai loro elettori”.
A cura di Stefano Rizzuti
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La tensione nel governo rimane alta, soprattutto sul tema della Tav, terreno di scontro tra Lega e Movimento 5 Stelle. Questa mattina il vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio, è tornato a sfidare il Carroccio sulla questione Alta velocità Torino-Lione: “La Lega se va avanti ad armi pari senza usare i voti del Pd sulla Tav ha meno voti di noi in Parlamento. Se invece userà i voti del Pd potrà vincere. Ma per me dipende sempre da come vinci, non è tanto vincere ma come. La Lega non era d’accordo sul Tav, era no Tav. C’è stato un momento in cui era No Tav, poi ha cambiato idea. Oggi da sola non ha i numeri per far passare la Tav, dovrà usare i voti del Pd, però dovrà usare i voti del Pd per fare un favore a Macron: è una cosa che dovranno spiegare ai loro elettori”.

Quello della Tav non è l’unico tema su cui lo scontro tra le due forze di governo non si placa. Altra questione emersa oggi, proprio con le parole di Luigi Di Maio a margine di un evento a Napoli, è quello della commissione d’inchiesta sui finanziamenti ai partiti. “Dobbiamo approvare la commissione di inchiesta che riguarda i fondi ai partiti – spiega il capo politico M5s –. Ho saputo che i capigruppo della Lega hanno chiesto che si faccia l’inchiesta solo sulle ultime due legislature, questo non va bene. Noi vogliamo che lo facciano per gli ultimi 20 anni, vogliamo che sia una seria commissione d’inchiesta. Gli italiani devono sapere da chi hanno preso soldi in questi anni il Pd e Forza Italia, e anche da chi li hanno presi M5s e Lega”.

Lo scontro si allarga anche al tema dell’autonomia: “Credo che si debba fare ma nella misura in cui non danneggia le altre regioni. Per non danneggiare le altre regioni dobbiamo cogliere una autonomia che permetta di fare i livelli essenziali di prestazioni e un investimento straordinario sul Sud. Oggi, per come era progettata, andava a discapito delle regioni del Sud e anche del Centro. Noi invece stiamo scrivendo un nuovo testo che vede al centro tutta l’Italia. Siamo stati bravi a togliere l’assunzione su base regionale dei docenti, perché non ha senso che un bambino si iscrive in una regione con più o meno docenti o che un bambino abbia docenti pagati più o meno”.

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