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Di Maio: “Fermeremo la Tav in Parlamento. Abbiamo ancora il 33%, dobbiamo usarlo per gli italiani”

Luigi Di Maio, leader del Movimento Cinque Stelle, torna a parlare della Tav, riconoscendo che sebbene il governo non possa fare nulla, l’ultima parola spetta comunque al Parlamento. “Noi in Parlamento ci vogliamo andare con la forza della coerenza ma anche con la forza politica del 33%. Abbiamo vinto le elezioni del 4 marzo con una campagna elettorale contro la Torino-Lione”.
A cura di Annalisa Girardi
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Continua lo scontro sulla Tav. Dopo che, in una diretta su Facebook, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha affermato che il governo italiano è favorevole all'alta velocità, in quanto "non realizzare la Torino-Lione costerebbe molto più che farla", il leader del Movimento Cinque Stelle, Luigi Di Maio, aveva rimandato la decisione al Parlamento, sfidando l'alleato di governo comunicando che i deputati pentastellati avrebbero votato contro.

Come annunciato, Di Maio è andato in diretta Facebook per raccontare "tutta la verità su Tav e tanto altro ancora". Il vicepresidente del Consiglio pentastellato ha affermato di voler precisare un po' di cose su un tema che "rappresenta l'identità e la storia del Movimento Cinque Stelle", precisando che il Movimento non è mai stato contro le linee ad alta velocità. "Noi siamo sempre stati contro un'opera che rappresenta un regalo alla Francia e a Macron, che ha un grande impatto ambientale oltre che economico e che in questo momento rappresenta una delle opere per progettazione più vecchie che abbiano in Italia. E ora sembra urgente. L'abbiamo sempre contrastata perché è un'opera di cui l'Italia dovrebbe costruire il 58% e possedere il 2%. Il saldo è di 2,2 miliardi di euro alla Francia. L'Europa ci ha detto che ci darà più fondi, che però non ha ancora stanziato e che comunque continueranno a regalare più soldi alla Francia che giovare all'Italia".

Di Maio ha poi fatto riferimento al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte: "Si sta dicendo che il Movimento sta smentendo il presidente Conte. Io ho piena fiducia in Conte, e lo ringrazio anche per essere andato a riferire in Senato sulla Russia. Anche se per me non era un atto dovuto, perché ci doveva andare qualcun'altro. Ed è per questo che i nostri senatori hanno voluto segnalare questa assurdità decidendo di non partecipare". Poi continua: "Conte ha detto che dal lato governo non  possiamo più fare nulla per fermare la Tav. Ma ha spiegato che chi potrebbe ancora fermarla è il Parlamento perché c'è un trattato internazionale di mezzo, ratificato proprio dal Parlamento. Solo il Parlamento può quindi tornare indietro in maniera unilaterale. Io non sono d'accordo con Conte quando dice che si spendono più soldi a non farla, che a farla. Ma non è solo una questione di soldi, c'è anche un impatto ambientale e sulla popolazione che non ha mai voluto quell'opera".

Poi un affondo a Bruxelles: "Se domani chiedessimo all'Europa gli stessi soldi per delle scuole, o per mettere a posto le strade, Bruxelles non ce li darebbe. Sono disposti solo a mettere soldi sulla Tav. Allora forse non vogliono aiutare l'Italia ma finanziare un'opera che è un regalo ai francesi. Il mio intervento di oggi è per dirvi che noi in Parlamento ci vogliamo andare e ci andiamo con la forza della coerenza ma anche con la forza politica del 33%. Abbiamo vinto le elezioni del 4 marzo, dicendo agli italiani che ci sono pendolari che ogni giorno per andare a lavoro impiegano anche 3 ore per fare 60 km. Con continui ritardi e treni che sembrano dei carri merci. E abbiamo sempre detto che la priorità non era mettere miliardi sulla Torino-Lione, ma in opere prioritarie per gli italiani. Più risorse recuperiamo sulla Tav in opere prioritarie da Nord a Sud, più aiutiamo le persone a migliorare la loro qualità della vita".

Di Maio ricorda di aver concentrato la campagna elettorale su questo. "In Parlamento ci sono solo partiti pro-Tav. La maggioranza in aula ora è a favore di quel regalo ai francesi che è solo un dispendio di risorse. Lo dico perché alcune di queste forze politiche ci chiamano volta-faccia. Loro che sono stati tutti contro la Tav almeno una volta nella vita. Renzi, prima di diventare segretario del Pd diceva che la Tav fosse inutile. La Lega ha fatto le battaglie in Val di Susa contro la Torino-Lione. Chiediamocelo perché questi partiti hanno cambiato idea". Di Maio quindi conclude: "Qualcuno mi dice di aprire la crisi di governo. Se vogliamo dargliela vinta, va bene lo facciamo. Se aprendo la crisi ci troviamo di nuovo un governo tecnico, va bene lo facciamo. Ma noi rimarremo sempre coerenti, sempre no-Tav Andiamo avanti per il Paese e arginare inaccettabili. Ed è per questo che ci vogliono male tutti. Siamo stati definiti rompic… Ma sono questi rompic… che stanno feacendo cose per il Paese. Non ci dobbiamo lasciar dividere. Abbiamo preso una buona percentuale di voti e la dobbiamo usare per gli italiani. Non lasciamoci dividere dai media. Perché è questo quello che voglio, farci credere che non è possibile il cambiamento".

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