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Suicidi all’università, Bernini: “Rendiamo strutturali fondi per benessere psicologico degli studenti”

Al Questione Time di oggi la ministra Bernini ha annunciato l’intenzione di “rendere strutturali” le risorse statali per “il sostegno o la realizzazione di servizi di supporto al benessere psicologico per gli studenti”.
A cura di Annalisa Cangemi
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La ministra dell'Università Bernini ha risposto a un'interrogazione parlamentare del deputato del Pd Berruto sui suicidi tra gli studenti, dopo il caso della studentessa dell'Università di Napoli, Diana Biondi, che si è uccisa a 27 anni perché in ritardo con gli esami e lontana dal traguardo della laurea. Qualche settimana prima un'altra studentessa si era tolta la vita, questa volta all'università Iulm di Milano. La ministra ha spiegato quali iniziative intende mettere in campo il suo ministero in relazione al fenomeno dei suicidi di studenti universitari, con particolare riferimento alle attività di supporto psicologico.

Secondo i dati Istat in Italia ogni anno ci sono circa 4mila morti per suicidio (cifra calcolata prendendo in considerazione gli over 15). I suicidi nella fascia di età tra 15 e 34 anni sono 468, di questi si contano circa 200 casi tra gli under 24, in altissima percentuale proprio studenti universitari. Tra gli studenti universitari il 33% soffre di ansia, il 27% di depressione. In alcune facoltà particolarmente competitive la situazione è ancora più grave: fra gli studenti di medicina l'incidenza della depressione è maggiore da 2 a 5 volte rispetto alla popolazione generale. Sempre più atenei stanno aprendo servizi di counseling e sportelli psicologici. Ma non basta.

"Il tema è drammatico e purtroppo senza tempo. Ma certamente per effetto della pandemia è tornato prepotentemente alla nostra attenzione. Per risolvere problemi difficili non esistono soluzioni semplici. Esistono risposte complesse. Ma queste devono essere tempestive. Il problema purtroppo non riguarda solo le università. Come Mur ci siamo attivati per capire quali fossero le iniziative già presenti sul campo. Ci sono già iniziative di counseling, di mentoring, alcune anche in collaborazione con le Asl locali. Sicuramente dobbiamo fare di più, e non ce lo dicono solo i casi di cronaca ma anche lo studio e la pratica, che ci dicono che le studentesse e gli studenti hanno sperimentato negli ultimi anni livelli di stress, solitudine e alienazione oltre misura. Non bastano le iniziative congiunturali o ‘one shot'. Le conseguenze dell'emergenza e del lockdown hanno in molti casi minato il benessere, la motivazione, la capacità di orientarsi e progettare, la fiducia in una speranza di ripartenza. Che fare?".

"Al Mur stiamo approntando una proposta di soluzione in grado di consentire alle Istituzioni della formazione superiore di programmare iniziative stabili e stabilmente finanziate, e non solo farvi fronte sporadicamente sulla base delle emergenze. Per le Università, statali e non statali, la principale fonte di finanziamento ministeriale per interventi è il ‘Fondo per il sostegno dei giovani e per favorire la mobilità degli studenti'. È nostra intenzione rendere strutturali le risorse statali messe a disposizione in questa direzione, rendendo permanente il sostegno, per il potenziamento o la realizzazione di servizi di supporto al benessere psicologico per gli studenti", ha detto la ministra.

"Né dobbiamo dimenticare l'importanza di altre azioni legate al diritto allo studio: borse di studio, rafforzamento delle residenze universitarie, sostegno per la locazione, prestiti studenteschi sostenibili. Tutti aspetti che possono contribuire ad alleggerire il senso di responsabilità che spesso gli studenti provano per lo sforzo economico sostenuto per loro dalle loro famiglie", ha aggiunto Bernini.

"Dobbiamo mantenere acceso il faro del ricordo, mi unisco alle condoglianze alla famiglia della studentessa di Napoli. Abbiamo il dovere di non lasciare soli gli studenti durante gli anni cruciali della loro esperienza formativa".

"‘Non si può motrire di università, sono le parole pronunciate da Emma ruzzon, presidente del Consiglio degli studenti, all'apertura dell'anno accademico dell'università di Padova. Questo è il senso del question time di oggi", ha replicato la deputata Irene Manzi del Pd.

"Le ragioni di un suicidio sono insondabili, complessi. Ma molti degli eventi che si sono verificati, tre quest'anno, più di dieci negli ultimi tre anni, e sono accomunati da sentimenti comuni: bugie ai genitori sugli esami sostenuti o sulla data della laurea, un disagio che va ben oltre l'autostima e la paura di deludere i genitori. In alcune facoltà particolarmente competitive la situazione è ancora peggiore. È un grido di allarme che da tante università si è levato in queste settimane. Voglio ringraziare i rettori, che hanno dimostrato attenzione, non servono soluzioni semplici a problemi complessi. Servono misure di sostegno psicologico permanenti, iniziative stabili e stabilmente finanziate. Come Pd ci siamo impegnati a partire dal bonus psicologo, che ora è diventato una misura strutturale con l'ultima legge di bilancio, purtroppo con risorse insufficienti. È una misura da potenziare. Ma serve anche un meccanismo di presa in carico e di cura e tutela quando uno studente perde un appello, quando si evidenziano situazioni di allarme, è un problema di intervento preventivo, di diritto a uno studio che contempli anche la possibilità di fallire o di rallentare".

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