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Spadoni (M5s) a Fanpage.it: “Annientiamo il divario di genere, G20 metta al centro le donne”

Il Women20, il summit che si occupa di uguaglianza di genere in seno al G20. Fanpage.it ha fatto il punto con Maria Edera Spadoni, vicepresidente della Camera dei deputati, che domani interverrà nella giornata conclusiva del vertice, che si terrà a Roma. “L’obiettivo è quello di mettere un focus sulla questione femminile. Abbiamo anche già chiesto al governo di impegnarsi affinché nelle dichiarazioni finali del G20 ci sia una roadmap e policy specifiche per favorire empowerment femminile e uguaglianza di genere”.
A cura di Annalisa Girardi
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È in corso a Roma il Women20, il summit che si occupa di uguaglianza di genere in seno al G20: tre giorni di incontri e iniziative per parlare di occupazione femminile, contrasto agli stereotipo, gender pay gap, violenza sulle donne e molto altro. Parteciperanno scienziate, economiste, attiviste che lavorano per rendere le donne protagoniste e combattere il divario di genere. Abbiamo fatto il punto con Maria Edera Spadoni, vicepresidente della Camera dei deputati ed esponente del Movimento Cinque Stelle, che domani interverrà a Roma per la giornata conclusiva di Women20.

Fonte: https://w20italia.it/
Fonte: https://w20italia.it/

Quali sono gli obiettivi di Women20?

L'obiettivo è quello di mettere un focus sulla questione femminile, è cruciale perché stiamo parlando di oltre il 50% della nostra società. Annientare le discriminazioni è fondamentale, soprattutto per quanto riguarda ad esempio la disoccupazione femminile che in Italia è ancora alta. In questi tre giorni ci sono una serie di importanti interventi, poi le considerazioni fatte verranno portare al G20. Anche perché il Parlamento ha dato indicazioni al governo in tal senso. Qualche settimana fa in commissione Affari esteri è stata approvata una risoluzione a mia prima firma dove si chiede proprio che nelle dichiarazioni finali del G20 ci sia una roadmap e policy specifiche per favorire empowerment femminile e uguaglianza di genere: quindi oltre al summit c'è anche il Parlamento che ha impegnato il governo in tal senso.

Per domani, nella giornata conclusiva del Women20, è previsto anche un suo discorso. Ci può anticipare quale sarà il focus del suo intervento?

In primis parlerò del dossier sull'impatto di genere che è già stato avviato alla Camera dallo scorso 8 marzo grazie al quale in tutte le leggi affrontate in Parlamento ci sarà anche una scheda che valuterà appunto l'impatto delle varie leggi sulle questioni di genere. Era una dinamica già presente in altri Parlamenti europei che io ho voluto riprendere: credo che sia importante perché spesso non si tiene in considerazione questo focus, anche se ci sono delle leggi che potrebbero avere un impatto assolutamente positivo sulle questioni di genere. Poi sicuramente parlerò delle formazione STEM per le ragazze, perché credo che la lotta agli stereotipi di genere sia un punto fondamentale. Infine parlerò della legge approvata poco tempo fa in commissione Lavoro per superare il divario retributivo, quindi il gender pay gap che è un altro dei temi fondamentali.

Quali sono le principali criticità che l'Italia si trova ad affrontare quando si parla di uguaglianza di genere e perché il nostro Paese è così indietro rispetto ad altri Paesi europei su alcuni temi di genere?

Sicuramente c'è una questione culturale. Ci sono ancora stereotipi che fanno sì che la donna venga relegata solo in determinati settori occupazionali o addirittura in casa. La prima sfida è proprio quella di riuscire a combattere questi stereotipi. Poi bisogna anche affrontare la questione del welfare: lo Stato deve dare alla donne la possibilità di non dover decidere se fare una famiglia o avere un lavoro. Purtroppo, soprattuto in alcune Regioni, alcune donne si ritrovano a dover lasciare il lavoro perché fanno un figlio. Questa cosa nel 2021 in Italia è inaccettabile e per questo sono contenta che nel Pnrr ci siano più o meno 5 miliardi per gli asili nido. È chiaro che deve essere fatto di più: la condivisione della cura della famiglia è ancora una questione importante. Più che conciliazione lavoro-famiglia ci deve essere condivisione nella coppia. Il partner deve condividere la cura della famiglia che molto spesso pesa sulle spalle delle donne.

Parlando di Pnrr, teme che alcune misure indicate a favore delle donne finiscano per essere più un'opera di pinkwashing? 

Mi auguro di no, nel senso che ci sono state una serie di dichiarazioni, in primis dal presidente del Consiglio Mario Draghi, che fanno ben sperare. Ho notato in questi giorni una grossa attenzione, non soltanto da parte delle donne, ma anche degli uomini che sono in politica, quindi spero che questo non accada. È chiaro che a livello parlamentare noi faremo du tutto affinché ci siano le giuste modifiche per far sì che queste dichiarazioni non ci siano, ma sono cautamente ottimista.

La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha parlato di raggiungere la parità di genere entro il 2030. Secondo lei questo è un obiettivo fattibile?

In Italia purtroppo è improbabile. Annullare i contrasti e i divari di genere da qui al 2030, che è dietro l'angolo, è abbastanza improbabile. Però possono essere fatti dei passi avanti importanti: la politica deve fare la sua parte. Credo che nei prossimi dieci anni anche l'asseto lavorativo non ci sarà più e l'Italia deve trovarsi preparata al cambiamento. In quest'ultimo anno di pandemia abbiamo visto cosa ci hanno permesso di fare le nuove tecnologie. È chiaro che in tutto questo le donne devono essere protagoniste. Ci sono moltissimi studi che dimostrano come il Pil aumenterebbe se ci fosse un maggiore coinvolgimento lavorativo delle donne: ed è chiaro che questo aiuta tutta la società.

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