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Siri indagato, sottosegretario a Cantone: “Non sono un bancarottiere, e non sono comprabile”

Il sottosegretario leghista ha replicato al presidente dell’Anac Raffaele Cantone: “Io bancarottiere? Sono stupito che una persona che riveste un ruolo istituzionale così importante, possa dire una cosa del genere. Io non sono colpevole di niente”. Poi insiste: “La presunta tangente da 30mila euro? Sembra tutto assurdo, non ho mai preso un centesimo”
A cura di Annalisa Cangemi
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Il sottosegretario leghista Armando Siri, indagato in un'inchiesta per corruzione, per una tangente da 30mila che avrebbe preso – o che gli sarebbe stata offerta – da un imprenditore dell'eolico legato a Cosa Nostra, tramite il professor Paolo Arata, ha replicato al presidente Anac Raffaele Cantone: "Io bancarottiere? Sono stupito che una persona che riveste un ruolo istituzionale così importante, possa dire una cosa del genere. Io non sono colpevole di niente. La bancarotta a cui fa riferimento è il fallimento di una mia piccola società. Parliamo di 15 anni fa. C'è stata una sentenza di patteggiamento perché il reato contestato sette anni dopo, non avevo più la contabilità, non avrei saputo come ricostruire. Avevo una piccola società. Non mi hanno pagato. Ho impegnato tutte le mie energie, la mia casa, ripagando tutto fino all'ultimo centesimo", ha detto in un'intervista rilasciata a ‘Punto di Domanda' su 7Gold, in onda stasera alle 23.30.

Oggi il presidente Anac, ai microfoni di Radio Capital aveva commentato la vicenda, criticando il ministro degli Interni, che ha subito preso le su difese, definendolo una "persona onesta e specchiata": "Per me uno che patteggia una bancarotta è colpevole di una bancarotta. Poi io ho le mie valutazioni ritenendo che la bancarotta sia un reato grave, evidentemente il ministro Salvini la pensa diversamente". Oggi Matteo Salvini ha ribadito di avere piena fiducia nell'esponente del Carroccio, ideatore della flat tax: "E' tranquillo lui e sono tranquillo io". Mentre sulle accuse di Cantone ha preferito glissare: "Non ho tempo per parlare di Cantone, della Raggi e di Toninelli".

Ieri, dopo la notizia dell'indagine a suo carico, il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli gli ha ritirato le deleghe: "La situazione al momento è che rimango sottosegretario al ministero delle Infrastrutture ma senza deleghe. Al momento non ho incontri fissati con il presidente del Consiglio", ha spiegato all'Agi. "Sono arrivato a Milano ieri sera voglio dedicarmi alla mia famiglia e concentrarmi sulla vicenda insieme ai miei avvocati perché con questa storia non c'entro nulla". Durante la registrazione di ‘Punto di Domanda' ha ribadito: "La presunta tangente da 30mila euro? Sembra tutto assurdo, non ho mai preso un centesimo, non sono vendibile, non sono comprabile. Chiunque dica una cosa del genere è vittima di suggestioni fantastiche”. 

Sotto la lente degli inquirenti oltre a Siri c'è anche l'ex deputato di Forza Italia Paolo Arata, il cui figlio, Federico, secondo un articolo pubblicato dal Corriere.it, sarebbe stato assunto come consulente a Palazzo Chigi. Notizia smentita in serata dallo stesso Federico Arata.

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