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Scuola, troppi insegnanti da vaccinare: così si rischia di ripartire con distanziamento e mascherina

L’inizio dell’anno scolastico si avvicina, ma il comparto scuola ancora non sembra sicuro della ripartenza in presenza annunciata più volte dal ministro Bianchi. Il generale Figliuolo richiama le Regioni: bisogna trovare e incentivare 215mila insegnati a vaccinarsi, perché non hanno fatto neanche la prima dose. Con la variante Delta che circola sempre più velocemente il Comitato tecnico scientifico prende tempo, ma il rischio di ripartire distanziati e con la mascherina c’è.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Mancano due mesi all'inizio del nuovo anno scolastico. Due mesi in cui potrebbe cambiare tutto a livello epidemiologico, in meglio o in peggio, ma soprattutto due mesi in cui governo e struttura commissariale spingono per preparare bene la ripartenza. Il ministro Bianchi è stato chiaro: da settembre la scuola sarà in presenza, ma restano tutta una serie di altri nodi da sciogliere. Il tema è tornato d'attualità proprio ora che l'inizio dell'anno scolastico si avvicina, mentre alcuni – come il presidente del Veneto Zaia – già premono per rimandarlo a fine settembre. Il primo passo è vaccinare tutti gli insegnanti, con il generale Figliuolo che lo ribadisce da giorni e che ha invitato le Regioni a trovarli e convincerli.

La strategia annunciata ieri dal commissario straordinario è quella di permettere ai circa 215mila insegnanti e lavoratori del comparto scuola che non si sono ancora vaccinati di saltare la fila, con un accesso prioritario. Anche se, secondo le Regioni, il numero è sovrastimato perché molti vaccinati per età non avrebbero spuntato la casella delle categorie prioritarie per lavoro. In ogni caso mancano ancora troppe persone per pensare ad una ripartenza in presenza e soprattutto in sicurezza. Agostino Miozzo, ex membro del Comitato tecnico scientifico e consulente del ministro Bianchi, da giorni lancia l'allarme: sarà un altro anno che comincia in emergenza.

Ripartire in queste condizioni può significare dover tenere obbligatoriamente le mascherine in classe, o anche continuare con la didattica a distanza in alcune situazioni. Insomma, al momento il futuro, per quanto parliamo di due mesi, è una grande incognita. Gli esperti del Cts prendono tempo, in attesa di capire quanto impatterà la variante Delta. Intanto si riflette anche sulla vaccinazione obbligatoria per gli insegnanti, ma anche per gli studenti. Per ora, però, non ci sono vaccini contro il Covid disponibili per la fascia d'età sotto i dodici anni. Il tentativo di ripartire in presenza verrà fatto, soprattutto da parte del ministero dell'Istruzione che l'ha segnalata da mesi come priorità, ma per capire cosa succederà saranno decisive le prossime settimane.

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