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Referendum sulla cannabis legale, raccolte 500mila firme in una settimana

Il referendum sulla cannabis legale ha raggiunto 500mila firme in una settimana, superando ogni aspettativa e soprattutto la soglia per poter essere presentato. È stato grazie alla firma digitale tramite Spid, ma anche grazie alla grande mobilitazione. I promotori chiedono a tutti di continuare a firmare per essere sicuri di poter presentare la richiesta in Cassazione, poi si voterà in primavera.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Cinquecentomila firme in una settimana per la cannabis legale. Il tetto delle sottoscrizioni da raccogliere per proporre un referendum è stato raggiunto in appena sette giorni, contro ogni pronostico. Le firme sono state raccolte interamente online, grazie al nuovo sistema che permette di utilizzare lo Spid, approvato grazie a un emendamento al decreto Semplificazioni ed entrato in vigore da poche settimane. La rivoluzione digitale, se così si può chiamare, ha agevolato la raccolta firme, da cui però arriva anche un'altra informazione interessante: circa la metà di chi ha sottoscritto il referendum ha tra i 18 e i 25 anni, dicono i promotori.

Il referendum sulla cannabis ha raggiunto quota 500mila firme in una settimana dunque e ora, anche se la raccolta ovviamente continuerà, dovrà passare il vaglio della Cassazione e poi si voterà in primavera. A promuovere il referendum sono Associazione Luca Coscioni, Meglio Legale, Forum Droghe, Società della Ragione, Antigone e i partiti +Europa, Possibile e Radicali italiani. E sono proprio tutti loro a chiedere di non fermarsi qui: serve almeno il 15% di firme in più delle 500mila, per sicurezza.

Per il comitato promotore si tratta di "un risultato straordinario ma non sorprendente", perché "da tempo occorreva un intervento sul tema della cannabis e con la firma digitale in pochi giorni il tema è esploso". Poi richiamano tutti all'attenzione: "La velocità della mobilitazione conferma la voglia di cambiamento sulla cannabis, ma anche di partecipazione alle decisioni su questioni che toccano personalmente – spiegano – Adesso però occorre raccogliere un ulteriore 15% in più di firme per essere certi di poter consegnare il referendum in Cassazione il 30 settembre". Sulla stessa linea Marco Cappato, che scrive su Twitter: "È un passo importante di una lunga strada. Restiamo umili, perché i nemici veri sono stati attenti a non farsi ancora notare".

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