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Quanti insegnanti non sono vaccinati e cosa succederà quando si tornerà a scuola

Il ritorno a scuola in presenza a settembre è sempre più in discussione. Sul bilancio pesano gli oltre 200mila tra insegnanti e personale scolastico che ancora non si sono vaccinati contro il Covid. Il ministro Bianchi, però, è stato chiaro: “L’obbligo vaccinale non c’è e non abbiamo intenzione di inserirlo”. Resta la corsia preferenziale voluta da Figliuolo, mentre l’inizio dell’anno scolastico si avvicina.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Tra insegnati e personale scolastico mancano ancora più di 200mila persone da vaccinare contro il Covid, a due mesi dall'inizio dell'anno. Il problema, evidenziato nei giorni scorsi dal generale Figliuolo e dall'ex membro del Comitato tecnico scientifico Miozzo, diventa sempre più urgente con il passare delle settimane. La promessa del ministro Bianchi è stata chiara: a scuola si torna in presenza. Oggi, però, è difficile escludere categoricamente che si possa ricorrere di nuovo alla didattica a distanza. Così com'è probabile che in classe bisognerà tenere le mascherine. Il tema della vaccinazione obbligatoria per gli insegnanti, al momento, è stata accantonato. L'unico provvedimento preso è stato l'istituzione di una corsia preferenziale, voluta da Figliuolo, che però sembra spostare poco, visto che il personale scolastico era già tra le categorie prioritarie.

A mettere (per ora) una pietra sopra alla vaccinazione obbligatoria è stato lo stesso ministro dell'Istruzione: "Allo stato attuale non c'è, non abbiamo in mente di farlo, però c'è un fortissimo appello alla solidarietà collettiva", ha spiegato Bianchi aprendo Repubblica delle idee a Bologna. Stesso discorso per quanto riguarda l'idea di permettere la didattica in presenza solo agli alunni vaccinati: "No, da parte nostra vi è a livello nazionale questa impostazione per cui, se vogliamo tornare in presenza, il nostro invito è che tutti si rendano responsabili e quindi che colgano l'occasione che viene offerta di potersi vaccinare". Dura la presa di posizione sulla didattica a distanza: "La situazione è stata senza precedenti, questo non deve avvenire più – ha spiegato il ministro – Stiamo tutti lavorando per la presenza ma io vorrei anche una scuola diversa dal passato". Sulla vaccinazione direttamente nella scuole ha sottolineato che dipende dalle Regioni.

Sul ritorno in presenza a settembre, però, il ministro ha messo le mani avanti: "La sto facendo la battaglia per la presenza, giorno e notte, mi impegno a continuarla ma ognuno ha una responsabilità". Il Comitato tecnico scientifico "fa le sue affermazioni, loro ci dicono che ci sono ancora dei problemi sanitari e ci devono dire loro cosa succede se ci sono certi livelli di copertura vaccinale". La pandemia non è finita, "ci vuole un di più di responsabilità da parte di tutti". Poi il ministro Bianchi è tornato sul tema trasporti: "Dobbiamo essere attentissimi", ha avvisato.

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