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Perché l’obiettivo di vaccinare il 70% degli europei entro luglio sembra destinato a fallire

Una tabella con le stime dell’Unione europea rivela come, nella migliore delle ipotesi, l’Italia avrà il 57% della popolazione vaccinata al 30 giugno. La previsione potrebbe avverarsi se le dosi di vaccino anticovid arriveranno regolarmente e nei numeri annunciati e se non si perderà neanche un istante e non si butterà neanche una fiala. In ogni caso, l’obiettivo della fine di luglio per l’immunità europea – annunciato da Von der Leyen e rilanciato da Draghi – sembra sempre più distante.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Vaccinare il 70% della popolazione europea contro il Covid-19 è l'obiettivo dichiarato della Commissione Ue. Obiettivo che, più volte, i vertici dell'organo europeo hanno definito ragionevole. Ursula Von der Leyen si è detta certa, ripetutamente, che ce la possiamo fare. E anche Mario Draghi lo ha spiegato alle Regioni italiane, nell'incontro di qualche giorno fa che ha preceduto il varo del decreto Covid di aprile. Il presidente del Consiglio ha detto che la Commissione è sicura: entro luglio arriverà l'immunità di gregge in ogni Stato dell'Unione europea. Ovviamente si fa riferimento ad ogni singolo Paese, e quindi anche all'Italia, la cui immunità, tra le previsioni di esperti e politici, oscilla tra inizio e fine estate.

L'ultima volta che si è riunito il Coreper – Comitato dei rappresentanti permanenti, organo del Consiglio europeo – è stata distribuita una tabella con alcune stime, rivelata da Bloomberg. Nella penultima colonna si legge la percentuale di popolazione che si presuma venga vaccinata nei singoli stati entro la fine del secondo trimestre, quindi entro il 30 giugno. La stima viene fatta sulla base delle dosi di vaccino contro il Covid che sono state confermate dalle case farmaceutiche, ma anche sul fatto che venga organizzata una campagna di vaccinazione che non sprechi neanche una fiala e che riesca a programmare per tempo la chiamata alle varie fasce della popolazione.

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Dalla tabella emerge che, al 30 giugno, ci saranno alcuni Paesi sensibilmente più avanti degli altri nella vaccinazione, come la Danimarca al 79,88% o Malta al 93,10%, che potrebbero essere i primi due stati europei a raggiungere l'immunità di gregge. L'Italia si trova perfettamente nella media: si stima che il 30 giugno, se non verrà sprecata neanche una dose e non verrà perso neanche un istante, il 57,14% della nostra popolazione sarà vaccinata. Per rispettare questa tabella di marcia, però, occorre che tutti i Paesi vaccinino senza la minima esitazione e senza intoppi, che le multinazionali del farmaco consegnino ogni fiala promessa e in ogni caso si arriverebbe a fine giugno a buon punto, ma non alla svolta.

Se l'Italia dovesse arrivare alla stima fatta è realistico pensare che entro l'estate si possa raggiungere l'immunità, ma attualmente la popolazione vaccinata (doppia dose) nel nostro Paese è poco inferiore al 6%. In sostanza siamo ancora all'inizio, e l'obiettivo di somministrare mezzo milione di dosi al giorno ad aprile annunciato da Draghi, per ora, non è stato raggiunto: negli ultimi giorni abbiamo sfiorato quota 300mila. Estendendo questa stima all'Unione europea sembra tutto ancora più difficile, soprattutto per quei Paesi che sono indietro con la campagna di vaccinazione anticovid e anche con la consegna delle dosi, visto che alcuni avevano scommesso su AstraZeneca (più economico e più facile da conservare) che continua a tagliare il numero di fiale in arrivo. Tra questi ci sono Bulgaria, Croazia, Estonia, Lettonia e Slovacchia, che dovrebbero ricevere delle dosi extra in arrivo da Pfizer.

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