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Perché giugno sarà il mese decisivo per la campagna vaccinale

L’annuncio dell’apertura delle prenotazioni per gli over 40 già da lunedì fatto dal generale Figliuolo è un segnale chiaro: da giugno – con ogni probabilità – chiunque potrà fare il vaccino anticovid. Le fasce d’età che mancano all’appello sono ormai molto poche, a giugno è previsto l’arrivo di 25 milioni di dosi (tante quante ne abbiamo somministrate fino a ora) e cominceranno anche le vaccinazioni sul posto di lavoro.
A cura di Tommaso Coluzzi
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La campagna vaccinale sta accelerando da settimane, ma non tanto nel numero delle vaccinazioni giornaliere, quanto nelle fasce di popolazione coinvolte. È dall'8 maggio che non si superano le 500mila dosi, ma non si scende quasi mai sotto le 400mila. Insomma, lo sprint da quel punto di vista sembra essere finito, ma i passi avanti di questi giorni fanno pensare a un giugno in cui chiunque potrà vaccinarsi. Lunedì prossimo cominceranno le somministrazioni per gli over 40 e il messaggio è chiaro: da qui a poche settimane si apriranno le vaccinazioni per ogni fascia d'età. Basterà il tempo di sfoltire la coda tra quarantenni e cinquantenni, poi si passerà almeno agli over 30 e, a giugno, chiunque potrà prenotarsi.

Quante dosi di vaccino anticovid arriveranno a giugno

Secondo il generale Figliuolo giugno sarà "il mese della spallata". Il motivo per cui lo chiama così è semplice: sarà il mese chiave per uscire definitivamente dalla fase critica della pandemia e anche il momento di ripartire a pieno ritmo con le attività economiche. Tutto grazie ai vaccini: a giugno verranno consegnate 25 milioni di dosi, praticamente tanto quanto quelle che sono state somministrate finora in Italia dall'inizio della campagna. E non solo, da giugno cominceranno anche le vaccinazioni nelle aziende e sul posto di lavoro, che alleggerirà non di poco la mole di impegno delle Asl, permettendo di riorganizzare il piano.

Perché la bassa risposta di alcune categorie è un problema

Nonostante prosegua la campagna di vaccinazione di massa, aprendo le prenotazioni man mano per fasce d'età più basse, ci sono tanti tra coloro che sono a rischio che non si sono ancora vaccinati. Nella fascia di popolazione tra i 60 e i 69 anni solo la metà ha ricevuto la prima dose, in quella tra i 70 e i 79 si sono vaccinati tre su quattro. Insomma, mentre si apre ai più giovani, contemporaneamente si cerca di capire chi è rimasto indietro e perché. Non è detto che tutti coloro che non si sono ancora vaccinati, seppure appartenenti a categorie a rischio, abbiano deciso di rifiutare la somministrazione. Nel frattempo la struttura commissariale continua ad effettuare bilanciamenti dei vaccini tra Regioni: molte dosi di AstraZeneca passeranno da Sud a Nord (con il consenso dei governatori), perché inutilizzate.

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