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Ora la Lega vuole rivedere la legge Basaglia sulla chiusura dei manicomi

Il partito guidato da Matteo Salvini fa sapere di voler rivedere la legge 180 del 1978, nota come legge Basaglia, che portò alla chiusura dei manicomi e a un diverso trattamento dei pazienti psichiatrici.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Rivedere la legge Basaglia e magari, perché no, riaprire i manicomi. La Lega di Matteo Salvini ha preso posizione affidando un messaggio molto chiaro inviato ai giornalisti sotto forma di "fonti di partito". La linea è chiara: dopo i fatti di Pisa – dove la psichiatra Barbara Capovani è stata uccisa da un suo paziente – bisogna cambiare la legge 180 del 1978, da sempre chiamata legge Basaglia, che portò alla chiusura dei manicomi e alla revisione delle modalità di trattamento per i malati con problemi psichici.

Ieri il deputato leghista Edoardo Ziello ha accusato "la sinistra" di aver "commesso un errore politico" nel "riaprire i manicomi", sostenendo che la scelta di quasi cinquant'anni fa fosse dunque sbagliata. Poi, oggi, è arrivata la posizione ufficiale del partito: "La morte della psichiatra di Pisa, aggredita e uccisa da un suo paziente, rafforza la convinzione che sia necessaria e non più rimandabile una profonda riflessione sulla legge 180 – hanno fatto sapere le fonti della Lega – Troppo spesso medici, personale sanitario, famiglie e pazienti sono lasciati soli: serve una norma nuova e aggiornata".

Non è chiaro a cosa corrisponda, di preciso, la riflessione sulla legge Basaglia. Le fonti, a differenza del deputato, non parlano esplicitamente di riapertura dei manicomi, ma si tratta chiaramente di un tentativo di ritorno sulla strada della contenzione. "L’uccisione, efferata e crudele, della psichiatra di Pisa per mano di un suo paziente ci pone davanti alla consapevolezza che una profonda riflessione sulla legge 180 non è più rinviabile – ha insistito sulla stessa linea la senatrice leghista e vicepresidente della commissione Sanità, Maria Cristina Cantù – Il rischio è che si ripetano altri omicidi di medici per mano di gente problematica". Secondo la parlamentare, così "si rischia di fallire in due ambiti", ovvero "quello sanitario e quello giuridico". Poi ha annunciato: "Serve, senza alcun dubbio, una norma nuova e aggiornata e per questo è nostra intenzione, come Lega, discuterne al più presto con il ministro competente".

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