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Nave Aquarius

Nessuno Stato europeo vuole i 141 migranti soccorsi dalla Aquarius

Da venerdì la nave Aquarius ospita a bordo 141 migranti salvati in mare, ma non ha ancora il via libera per entrare in porto, né dall’Italia né da altri stati europei. E le ONG Sos Mediterranée e Medici Senza Frontiere denunciano: “Le persone salvate a bordo hanno dichiarato ai nostri team di aver incrociato cinque diverse navi che non hanno offerto loro alcuna assistenza”.
A cura di Redazione
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Negli ultimi due giorni i volontari delle ONG Sos Mediterranée e Medici Senza Frontiere hanno salvato 141 migranti che viaggiavano su gommoni in mare aperto, portandoli in salvo a bordo della nave Aquarius. Il comandante della nave ha chiesto ora all'Europa di indicare un porto sicuro per lo sbarco dei migranti, più della metà dei quali è minorenne, ma senza ottenere alcuna risposta. La linea del governo italiano è nota e Salvini ha ribadito che Aquarius non vedrà mai i porti italiani. Nessuna disponibilità è arrivata da altri stati europei, dunque la nave continua a compiere le proprie operazioni di search and rescue con a bordo 141 migranti. Poche ore fa, come segnala il profilo ufficiale di SOS Mediterranée la stessa Guardia Costiera libica ha chiesto ad Aquarius di intervenire per compiere un altro salvataggio di un barcone in condizioni di distress.

Nel frattempo, Aloys Vimard, coordinatore di Msf a bordo della nave, ha denunciato quella che rischia di diventare una pratica frequente in mare aperto: "Le persone salvate a bordo hanno dichiarato ai nostri team di aver incrociato cinque diverse navi che non hanno offerto loro alcuna assistenza, prima di essere soccorse dall’Aquarius. Sembra che sia a rischio il principio stesso di fornire assistenza alle persone in pericolo in mare. Le navi potrebbero non essere disposte a rispondere a coloro che sono in difficoltà a causa dell’alto rischio di rimanere bloccate e di vedersi negare un luogo sicuro di sbarco".

La responsabilità è da ricercarsi nelle politiche comunitarie di gestione dei flussi in ingresso che "si traducono in maggiori sofferenze e anche in viaggi più rischiosi per persone che sono già molto vulnerabili", ma anche nell'atteggiamento delle autorità libiche che continuano a non operare le normali attività di search and rescue. Come noto, ormai, nel Mediterraneo sono due le ONG che continuano la loro attività di ricerca e soccorso dei migranti, accanto a SOS Mediterranée c'è solo la Proactiva Open Arms che opera con due navi.

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