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Migranti, l’appello della Sea Watch alla guardia costiera: “Tre barche in difficoltà, salvateli”

La Sea Watch 3 lancia l’allarme e chiede alle autorità maltesi e alla guardia costiera italiana di intervenire per soccorrere dei migranti nel Mediterraneo: “Siamo nelle vicinanze di 3 imbarcazioni in difficoltà. Tutte le autorità competenti sono informate, ma non ci viene fornito alcun supporto”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Ancora tre barche in difficoltà nel Mediterraneo. E ancora nessuna autorità che interviene in soccorso dei migranti a bordo. A denunciarlo è la Ong Sea Watch: “La Sea Watch 3 con 251 persone a bordo è nelle vicinanze di 3 imbarcazioni in difficoltà. Tutte le autorità competenti sono informate, ma non ci viene fornito alcun supporto”. Da qui l’appello rivolto su Twitter alle forze armate maltesi e alla guardia costiera italiana: “Salvateli”. Intanto la Sea Watch 3ha soccorso 12 persone da un’imbarcazione in difficoltà”, come comunica la stessa Ong sempre su Twitter. “Almeno altre tre barche sono ancora in pericolo – proseguono – Cosa aspettano le autorità italiane e maltesi a intervenire? Vogliono che queste persone anneghino come le oltre mille che sono morte dall'inizio dell'anno?”.

Nel fine settimana sono stati più di 700 i migranti salvati nel Mediterraneo, mentre cercavano di raggiungere le coste europee a bordo di imbarcazioni di fortuna. I soccorsi sono avvenuti principalmente al largo delle coste libiche e maltesi. Sos Mediterranee ha comunicato che la nave Ocean Viking ha effettuato sei diverse operazioni in acque internazionali a partire da sabato. Solamente nell’ultimo dei soccorsi le persone salvate sono state 106. In questa operazione è stato soccorso anche un bimbo di soli tre mesi. Nella notte tra sabato e domenica la Ocean Viking si è unita alle navi di Sea Watch e ResQship per soccorrere, in totale, 400 persone in difficoltà nel Mediterraneo centrale: si trovavano su di una nave che stava imbarcando acqua.

Al momento sono 555 i passeggeri a bordo della Ocean Viking: tra di loro ci sono anche 28 donne, di cui due incinte. L’imbarcazione è in attesa di ricevere l’indicazione di un porto sicuro per lo sbarco. Per quanto riguarda i soccorsi avvenuti nella notte tra sabato e domenica è Sea Watch a raccontare quanto avvenuto: “Abbiamo soccorso un barcone in legno a più ponti con a bordo oltre 400 persone segnalato da Alarm Phone. La situazione era drammatica, il motore non funzionava, il barcone era alla deriva in zona Sar della Tunisia e imbarcava acqua. Le autorità interpellate (MRCC Italiano, maltese e tunisino) non si sono mosse nonostante le numerose sollecitazioni e hanno lasciato tutta la responsabilità del soccorso alle navi della società civile”.

Quando sono arrivate le imbarcazioni delle Ong c’erano già “decine di persone in acqua. Abbiamo salvato più persone possibile ma dalle testimonianze raccolte a bordo emerge che potrebbero esserci alcuni dispersi”. Sulla Sea Watch 3 sono state imbarcate 142 persone salvate da questo naufragio. Poi, nel pomeriggio successivo, l’Ong ha soccorso altre 26 persone nella quarta operazione avvenuta nel giro di pochi giorni. Si è così arrivati a oltre 250 persone a bordo. “Ora serve con urgenza un porto sicuro di sbarco per tutte le persone soccorse. Quanto accaduto la scorsa notte è una gravissima violazione dei diritti delle persone”, aggiungono da Sea Watch.

La Guardia costiera interviene, Sea Watch: "L'emergenza non è finita"

In mattinata l'ong tedesca ha lanciato il mayday a tutte le navi nell'area, perché Alarm Phone segnalava più di 800 persone in pericolo su diverse imbarcazioni. Tra queste alcune sono state monitorate per ore dalla stessa Sea Watch, fino a che non è intervenuta la Guardia costiera, dopo diverse segnalazioni: "La Guardia costiera ha soccorso alcune delle imbarcazioni in difficoltà, tra queste quelle che Sea Watch 3 stava monitorando non potendo prestare assistenza diretta – scrive la stessa ong su Twitter – L'emergenza non è finita, molte persone sono ancora in mare e hanno bisogno di aiuto".

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