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Michela Rostan, deputata di Leu, passa a Italia Viva: “Ma continuerò a votare la fiducia”

La deputata di Liberi & Uguali, Michela Rostan, ha deciso di passare a Italia Viva. “Non posso più affrontare battaglie politiche che sono per me fondamentali in assoluta solitudine”, avrebbe detto spiegando il motivo della (“seppur amara”) decisione. Tra queste vi sarebbero la lotta per una legge contro la violenza sui medici che avrebbe equiparato i camici bianchi a pubblici ufficiali, su cui non ha ricevuto l’appoggio del ministro di LeU Roberto Speranza.
A cura di Annalisa Girardi
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La deputata di Liberi & Uguali, Michela Rostan, ha deciso di passare a Italia Viva. Secondo fonti parlamentari, Rostan sarebbe stata pronta da tempo a lasciare il gruppo con cui era entrata alla Camera e alcune ore fa avrebbe scritto una lettera al capogruppo Federico Fornaro per ufficializzare la decisioni. Parole in cui avrebbe spiegato il perché dell'addio ai banchi di LeU: "Non posso più affrontare battaglie politiche che sono per me fondamentali in assoluta solitudine", riporta Repubblica, secondo cui tra queste ci sarebbero il rinnovo dell'iscrizione dei farmaci contro l'epatite C nel Fondo per gli innovativi. Un tema però ignorato, a quanto afferma Rostan, dal ministro della Salute Roberto Speranza, anch'egli esponente di LeU.

Non solo. Secondo la deputata il suo partito non avrebbe fatto nulla nemmeno sulla legge per il contrasto alla violenza sui medici in servizio, in cui lei si sarebbe invece "impegnata per il riconoscimento a queste figure dello status di pubblici ufficiali". Quindi la scelta, seppur "assunta con amarezza" di lasciare il gruppo: "È una decisione mia. Una decisione politica che tuttavia non c'entra con la questione del governo. Continuerò a votare la fiducia", avrebbe detto, secondo quanto riportato da Repubblica.

Agi riprende invece le parole di un altro deputato di Leu secondo cui "la collega aveva già provato a passare autonomamente al Partito democratico. Ora prendiamo atto che ha cambiato idea, scegliendo una collocazione opposta. È una operazione di trasformismo che nulla ha a che vedere con la politica". Questa stessa fonte avrebbe inoltre definito il passaggio come la "ricerca di una collocazione personale" che non impatterebbe la "tenuta del governo" anche perché "tradizionalmente il problema dei numeri è al Senato".

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