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Matteo Renzi a Fanpage.it: “Le grandi aziende distribuiscano parte dei profitti ai dipendenti”

In un’intervista a Fanpage.it il senatore Matteo Renzi ha parlato del suo ultimo libro, appena uscito in libreria, ‘La mossa del cavallo’. Tanti i temi e le proposte, come l’elezione diretta del ‘sindaco d’Italia’, la riforma costituzionale, il rilancio del progetto del Ponte sullo Stretto di Messina.
A cura di Annalisa Cangemi
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In un'intervista a Fanpage.it, con il direttore Francesco Piccinini, il senatore Matteo Renzi illustra il suo nuovo libro, ‘La mossa del cavallo', edito da Marsilio, appena uscito nelle librerie. "Ho scelto questo titolo perché secondo me è arrivato il momento di cambiare gioco, dopo questa incredibile vicenda del Covid. Un dolore pazzesco per i morti, ma anche un danno economico. Ma se noi cogliamo le occasioni che derivano da questo nuovo mondo, con l'Europa che inevitabilmente cambierà, e pagine inedite che si aprono tra Stati Uniti e Cina, l'Italia può tornare a essere un punto di riferimento mondiale. La tesi del libro è ‘ce la facciamo se cambiamo gioco".

"Sicuramente non si vota fino al 2023", ha detto Renzi, replicando al commento del direttore Piccinini, che gli ha fatto notare come il libro assomigli a una sorta manifesto programmatico per Italia viva. "Certo, ci sono delle idee, ma i libri dei politici servono a questo. Di solito i politici si fanno scrivere i libri da altri. Questo l'ho scritto io, mettendoci dentro quello che penso. E per questo troverete delle proposte, dall'eliminazione del contante, al via libera alle infrastrutture. Ma anche come portare nelle tasche dei dipendenti una parte degli utili delle grandi aziende. Sarò felice se farà discutere".

"Oggi vedo tanta banalità nel dibattito politico, non è vero che governeremo trent'anni, i cicli della politica sono molto più rapidi. Non so se questo sia un bene o un male. Io ho governato per tre anni, per quello che ho fatto parlano i risultati, anche se oggi sembra che vadano più di moda i sondaggi, che però dicono più che altro quanto sei simpatico. Io faccio attenzione ai dati dell'Istat".

In un passaggio del libro Renzi parla di Jobs Act 2, a proposito di una nuova riforma del lavoro: "Quella riforma del mercato del lavoro, fatta da una parte di norme ordinamentali, dall'altra di decontribuzione, ha portato nell'arco di un biennio a creare un milione e 200mila posti di lavoro, di cui il 51% a tempo indeterminato. Eppure se oggi chiamassi una riforma del lavoro ‘Jobs Act 2' ti prenderebbero a sassate. E allora chiamiamola in un altro modo. Ma in sintesi noi dobbiamo smettere di avere oggi un pregiudizio sugli imprenditori, perché loro creano posti di lavoro, quindi vanno aiutati. Allora bisognerebbe mettere nelle aziende un dipendente all'interno del cda, dare una decontribuzione a chi assume, dare una parte degli utili ai lavoratori, seguendo il modello Olivetti".

Renzi cita aziende, come Amazon, che in questo periodo di lockdown hanno fatto utili ma non hanno sede in Italia: "Questo tema riguarda la web tax, e ci sono due settori su cui lavorare. Il primo è quello europeo: il coronavirus ha svegliato l'Europa, finalmente l'Ue ha battuto un colpo, ma ora si deve muovere anche sulla tassazione dei giganti del web. Farlo insieme all'Europa ci serve più forti. Il secondo settore a cui dobbiamo guardare è l'Italia, che ha già messo in legge di bilancio alcuni provvedimenti su questo. Ma se Amazon fa utili in Italia è giusto che paghi più tasse in Italia e che restituisca risorse al territorio nel quale opera. Ma c'è un'altra questione, quella della sede legale di alcune grandi aziende. Io nel libro ho fatto una proposta: dato che noi abbiamo tutto il Mezzogiorno che è in difficoltà, ma soprattutto Sicilia e Sardegna, facciamo che chi mette la sede legale in queste zone ha diritto a un trattamento fiscale paragonabile a quello di Dublino o dell'Olanda o del Lussemburgo. In questo modo è chiaro che apriamo un confronto con l'Europa. Ma questo significa anche che in una città come Palermo bisogna darsi una mossa, portando infrastrutture, con un efficientamento della pubblica amministrazione, investendo sull'accoglienza, avere un turismo che duri nove mesi e non solo tre mesi, e questo Sicilia e Sardegna se lo possono permettere per le condizioni climatiche. Quindi anche qui è la mossa del cavallo, invece di stare a lamentarci dell'Irlanda, possiamo fare concorrenza a Dublino".

Anche per questo motivo Matteo Renzi ha rilanciato il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina: "Anche perché noi abbiamo messo tanti soldi per il piano infrastrutturale in Sicilia, ma di quei soldi i siciliani ne hanno visto pochi. Noi dobbiamo sbloccare quelle opere, per questo rilanciamo, come Italia viva, il piano shock. Poi nessuno ha il coraggio di dire la verità. Fare il Ponte sullo Stretto costa agli italiani meno di non farlo. Ma questo non lo dice nessuno. Pensiamo anche semplicemente all'effetto positivo che sta avendo il Ponte di Genova per la ripartenza. Visto che è già stata fatta una gara e ci sono dei ricorsi, non realizzarlo costerebbe di più di costruirlo. Perché dovremmo dire di no? Sarebbe tra l'altro un modo per completare l'alta velocità. Poi è chiaro, finché le ferrovie della Sicilia sono in quelle condizioni sembra esagerato parlare del Ponte. Ma le due cose si possono fare insieme".

"Il Ponte di Genova del resto è stato fatto in un anno. Penso a Pompei, che fino a 10 anni fa faceva notizia per i crolli, o all'Expo a Milano. Ci sono insomma delle opere pubbliche che si possono fare velocemente, a condizione di mettere in quarantena la burocrazia".

Nel libro l'ex premier ripropone anche la figura del ‘sindaco d'Italia‘, cioè l'elezione diretta del Capo del governo, un altro tema che ricorda il vecchio programma di Silvio Berlusconi per Forza Italia: "Io direi che ricordano tanto il mio governo, che nonostante le critiche è passato da -2% di Pil a +2% di Pil, l'unica stagione in questi vent'anni, in cui abbiamo avuto un triennio di segni ‘+'. Se su alcune cose è d'accordo anche Berlusconi, che in questo momento si sta avvicinando per molti aspetti a Zingaretti, ben venga. Ma non è il governo di Forza Italia quello che ha fatto queste cose, è stato il nostro governo a farle, ed è stato anzi l'unico governo a cui Forza Italia non ha votato la fiducia. Quest'accostamento con Forza Italia lascia il tempo che trova".

"A quelli che invece ci paragonano a Salvini rispondiamo che noi siamo quelli che Salvini lo abbiamo mandato a casa. Se fossimo andati a elezioni, quando alcuni del Pd dicevano che dovevano battere la Lega alle urne, oggi a Palazzo Chigi avremmo avuto Salvini, con una strategia più simile a quella di Bolsonaro".

Renzi non è preoccupato per lo scarso risultato di Iv ai sondaggi: "Chi fa politica non deve guardare ai sondaggi. Io a marzo sono stato l'unico a dire che le scuole andavano riaperte, e ho preso gli insulti di tutti. Un mese e mezzo dopo il 64% degli italiani ha detto che sarebbe stato meglio riaprire le scuole. I sondaggi sono delle bandiere al vento. Dato che Iv è un piccolo partito oggi dovrei essere a favore del sistema proporzionale. E invece io sono per il maggioritario, per l'elezione diretta del sindaco d'Italia per sapere la sera chi ha vinto. Nel nostro Paese serve una democrazia decidente. Oppure vince la ‘sondaggiocrazia', che impedisce di avere uno sguardo rivolto al futuro. Ma un leader deve avere una visione".

Secondo Renzi, durante la fase dell'emergenza Covid, il presidente del Consiglio Conte "è stato bravo a rassicurare gli italiani, e una personalità non divisiva come la sua ha aiutato a mantenere calma la situazione". Ma ha criticato la comunicazione di Palazzo Chigi: "Ma non sono un entusiasta della comunicazione istituzionale fatta in quel modo. Oggi però a sfida per Conte e per tutti noi è quella di far ripartire l'economia".

A proposito della revisione del Titolo V della Costituzione Renzi ha detto che con la pandemia i nodi sono venuti al pettine: "Sarebbe stato più facile gestire l'emergenza se avessimo introdotto una clausola di salvaguardia. La riforma costituzionale che avevamo proposto era giusta. Per il futuro vedremo se maggioranza e opposizione avranno voglia di metterci le mani ancora.

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