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Renzi nel suo ultimo libro ripropone l’elezione diretta del Capo del governo

Una delle proposte contenute nell’ultimo libro di Renzi, ‘La mossa del cavallo’, è l’elezione diretta del Capo del governo. Un’idea, che insieme alla realizzazione del Ponte sullo Stretto, ricorda il programma del leader di Forza Italia. “Più o meno il programma elettorale di Silvio Berlusconi. Ma con qualche anno di ritardo”, ha commentato Nicola Fratoianni.
A cura di Annalisa Cangemi
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Tra le idee contenute ne nuovo libro di Matteo Renzi, presentato oggi in diretta sui social, quella che sta facendo più discutere è quella dell'elezione diretta del Capo del governo, il cosiddetto ‘sindaco d'Italia'. Una proposta che era stata già avanzata dall'ex premier, che adesso ritorna nel dibattito politico, grazie a ‘La mossa del cavallo', un libro che contiene le proposte per la ripartenza dell'Italia post emergenza coronavirus.

Oggi il senatore ha spiegato che pur essendo Iv un piccolo partito, che potrebbe essere avvantaggiato da un sistema proporzionale, l'elezione diretta del premier è una delle riforme più urgenti, affinché il cittadino possa avere "la possibilità di decidere": "Noi di Italia Viva potremmo avere tutto l'interesse ad avere un sistema proporzionale, ma noi siamo bestie strane, animali speciali. Noi che avremmo tutto l'interesse, diciamo che all'Italia serve l'elezione diretta di chi decide", ha detto durante la presentazione.

"Credo sia giunto il momento di prendere il coraggio a due mani, di accettare la sfida e introdurre l'elezione diretta del presidente della Repubblica o del presidente del Consiglio. Si tratta di modificare la Costituzione per consentire ai cittadini di decidere se, come e quando affidare il destino del proprio paese, esattamente come ogni cinque anni scelgono a chi affidare il destino della propria della città con l'elezione del sindaco", si legge in un passaggio del libro.

"Sarebbe come votare un sindaco d'Italia capace di rappresentarci, che si possa apprezzare se funziona o mandare a casa se fallisce. Si tratta dunque di stabilire una relazione tra la guida del governo e il voto popolare. Perpetuare l'assenza di questa relazione vuol dire fare un regalo a chi non crede più alla democrazia liberale, mentre tutti coloro che hanno a cuore il futuro delle istituzioni devono preoccuparsi oggi di difendere la democrazia che decide".

"Una Grande Riforma delle istituzioni – si legge ancora – che porti all'elezione diretta del capo del governo in modo tale da avere alla guida del paese una figura legittimata dal voto popolare e non più da un passaggio parlamentare: se accettiamo che il premier parli ai cittadini con una frequenza costante, che si assuma la responsabilità di derogare a principi costituzionali, il minimo sindacale che dobbiamo alla nostra credibilità è che quel premier sia eletto esattamente come lo è il sindaco. Certo i costituenti non immaginavano un presidente del Consiglio dei ministri che con un atto a sua firma potesse indicare restrizioni alla libertà di movimento, di culto, alla libertà associativa ed economica. Vogliamo questo modello? Bene, ma inseriamo l'elemento del consenso e del voto democratico".

La proposta, insieme al rilancio del progetto del Ponte sullo Stretto di Messina, ha subito portato a un accostamento con il programma di Silvio Berlusconi: "Giorno per giorno Matteo Renzi diffonde pillole della sua piattaforma programmatica: ieri il Ponte sullo Stretto, oggi l’elezione diretta del premer per superare le lentezze della democrazia parlamentare", ha scritto su Twitter il portavoce nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni. "Più o meno il programma elettorale di Silvio Berlusconi. Ma con qualche anno di ritardo", ha aggiunto.

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