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Manovra, Cottarelli a Fanpage: “Meloni ha dimenticato sanità e istruzione”

Carlo Cottarelli, economista e senatore eletto nelle liste del Pd, in un’intervista a Fanpage.it fa il punto sulla manovra. Una legge di bilancio conservativa per molti aspetti – “Meloni fa più austerity di Draghi” – ma con diversi punti che non tornano, specialmente su sanità, scuola e fisco.
A cura di Marco Billeci
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"Quando guardiamo questa legge di bilancio dobbiamo ricordarci che viviamo in una situazione di inflazione". Il senatore Carlo Cottarelli – economista, eletto a palazzo Madama come indipendente, nelle liste del Pd – ritiene sia necessario partire da questo punto, per analizzare la prima manovra del governo Meloni. Perché a preoccuparlo di questa manovra, ancor più di quello che c'è dentro, è quello che manca.

"La cosa principale che succede e che non si dice  – spiega Cottarelli in un'intervista a Fanpage.it – riguarda le spese che rimangono invariate in termini di euro, ma che in realtà sono pesantemente erose dall'alta inflazione. Contabilmente non sono tagli, ma in termini di potere d'acquisto sì e molto iniqui".

L'esempio che porta il senatore a supporto della sua tesi è quello della spesa sanitaria: "C'è uno stanziamento aggiuntivo di 2 miliardi – dice Cottarelli -, ma l'inflazione quest'anno viaggia intorno al dodici percento, a cui va aggiunto almeno un cinque-sei percento dell'anno prossimo. I soldi stanziati coprono soltanto circa l’uno e mezzo percento".

Stesso discorso vale per altre voci, dai trasporti pubblici locali agli investimenti. Ma la preoccupazione di Cottarelli si concentra in particolare sui mancati investimenti nel campo della sanità e della pubblica istruzione: "Non ci sono e non erano citati neanche nel discorso di richiesta di fiducia di Meloni". Prosegue il senatore: "Mi preoccupa è che nei prossimi cinque anni il governo si dimentichi questi due temi, fondamentali per dare un'opportunità a tutti".

La questione dell'alta inflazione ritorna anche nei ragionamenti riguardo alla lotta all'evasione. Il governo ha assicurato che nella manovra non c'è nessun condono, ma solo un aiuto a chi non ha pagato le tasse, per rateizzare nel tempo gli importi dovuti, senza pesanti sanzioni o interessi. Per Cottarelli le cose stanno diversamente.

"Questa per me è una parte molto debole della legge di bilancio – spiega l'economista – Si dà il segnale che chi non ha pagato sarà premiato" Perché? "A parte il fatto che sotto i mille euro c'è lo stralcio completo", spiega il senatore. Ma soprattutto, il saldo dilazionato nel tempo, senza tenere conto dell'aumento dell'inflazione, si traduce in un taglio di fatto su quanto dovuto. "Con una dilazione di pagamento in cinque anni  si arriva a uno sconto molto elevato. Questo è un condono, punto", tira le somme Cottarelli.

Sul resto della legge di bilancio, il senatore vede una buona parte di continuità con il governo Draghi, in particolare sulle misure contro il caro energia. Cottarelli riconosce una certa prudenza di Meloni nel maneggiare i conti, per certi versi persino maggiore di quella del suo predecessore. "Il vincolo di bilancio che è stato posto è parecchio stretto – spiega -. Al netto degli interessi, il deficit del prossimo anno sarà più basso di quello che aveva programmato il precedente governo, per circa 8 miliardi. Da questo punto di vista, Meloni ha fatto più austerity di Draghi".

Certo, nella sua analisi, Cottarelli individua delle misure identitarie, "però alcune di queste sono relativamente piccole". Anche l'estensione della flat tax per gli autonomi al quindici per cento, fino a 85mila euro e l'introduzione di una nuova tassa piatta incrementale, "non sono il grande cambiamento che ci poteva essere".  Il giudizio generale sulla flat tax però rimane negativo: "Io credo ci voglia una vera riforma della tassazione, che superi una volta per tutte, i diversi trattamenti tra lavoro autonomo e lavoro dipendente, mentre così si crea una differenza ulteriore".

D'altro lato, Cottarelli reputa poca cosa le misure per il lavoro dipendente e precario presenti in legge di bilancio. In particolare, nota: "Il taglio del cuneo fiscale è temporaneo, riguarda solo quest'anno. Si è replicato quello che aveva fatto Draghi aggiungendo qualcosa, ma è davvero molto poco".  Il senatore invece ha un giudizio diverso da quello di altri esponenti del centrosinistra, sulla decisione di tornare ad allargare la possibilità di usare i voucher: "Credo che sia una cosa sensata reintrodurli".

L'ultima battuta è sul tema che più sta accendendo le polemiche in questi giorni, ovvero la revisione del reddito di cittadinanza, con l'annunciata abolizione del sussidio, per chi sarà considerato in grado di lavorare, dal 2024. Cottarelli parte da un'analisi dello strumento: "Occorreva avere un reddito minimo garantito anche in Italia. Il problema è come è stato fatto il reddito cittadinanza".

Secondo l'economista, i principali problemi riguardano il fatto che il sussidio sia erogato allo stesso modo su tutto il territorio nazionale e che sia in proporzione più generoso verso i single, che verso le famiglie numerose. Correggere il reddito, insomma, era necessario. Cottarelli però prosegue: "Il governo ha molto enfatizzato la necessità di dare un sostegno a chi non può lavorare, ma non agli occupabili". Il senatore allora si domanda: "Se uno vuole lavorare, ma il lavoro  in una parte del Paese non c'è cosa fa, muore di fame? Questa cosa nella proposta del governo rimane irrisolta".

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