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M5s, Roberto Fico chiede un cambiamento radicale: “Torniamo a parlarci o finiremo calpestati”

Nuovi spazi, più confronto, più dialogo. Sono le richieste che il presidente della Camera, Roberto Fico, rivolge al Movimento 5 Stelle: “Se non ridefiniamo presto identità e valori non capiremo mai qual è il limite da non valicare. E finiremo per essere calpestati”. Quello che chiede Fico è “uno spazio dove tutti possiamo parlare”, capendo insieme quale strada percorrere.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il blog non basta più. E il Movimento 5 Stelle ora deve fare uno scatto in più, trovare nuovi spazi e, forse, anche una nuova identità. Questa è la posizione del presidente della Camera, Roberto Fico, espressa in un’intervista rilasciata a la Repubblica: “Non c’è mai stato solo il blog – afferma – ma anche un innovativo percorso territoriale, partecipativo”. Al di là degli errori fatti e riconosciuti da Fico c’è un altro elemento:  “Quello che serve è uno spazio dove tutti possiamo parlare del perché non ha funzionato, di cosa si sta sbagliando, di come elaborare la linea politica collegiale, ridefinire i valori, prendere decisioni di volta in volta. Questa è la proposta che ho fatto: spazi che permettano di ragionare insieme e capire la strada percorsa o da percorrere”. Fico aggiunge ancora: "Se non ridefiniamo presto identità e valori, ad esempio mettendo di nuovo al centro i temi ambientali e la visione di futuro, non capiremo mai qual è il limite da non valicare. E finiremo per essere calpestati".

L’addio al M5s della senatrice Nugnes – avvenuto proprio in questi giorni – colpisce Fico, che si dice dispiaciuto: “Paola è con noi da dodici anni, è una persona onesta, una combattente. Quel che serve oggi non è attaccare chi va via, ma chiedersi perché una persona che ama il Movimento come lei decida che non le sta più bene”. Per il presidente della Camera, comunque, non c’è stato un errore principale che ha portato alla sconfitta elettorale delle europee: “Una cosa che ho già detto è che non si ha ragione a prescindere se si prende il 33 per cento, né torto se si prende il 17”.

Per quanto riguarda le sorti del governo, invece, Fico ritiene improbabile che la maggioranza possa andare “avanti senza Giuseppe Conte: a quel punto bisognerebbe rifare tutto”. E sempre di Conte, ma anche del ministro dell’Economia, Giovanni Tria, Fico parla dicendo che sono loro a dover portare avanti la contrattazione con l’Ue sulla possibile procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia: “L’Ue ascolterà loro, non le tante voci, minibot sì, minibot no”. Altro tema affrontato durante l’intervista è quello del caso Regeni: “Per la prima volta spostiamo il caso della morte di Giulio Regeni nel cuore dell'Europa. Il rispetto dei diritti umani è fondamentale per Paesi non solo membri, ma fondatori dell'Unione europea”.

Il caso Sea Watch e i porti chiusi

Fico parla anche della questione migranti e della nave Sea Watch da quasi due settimane al largo di Lampedusa senza poter sbarcare: “Non penso che chiudere i porti sia una soluzione di governo dell'immigrazione. Servono regole certe, criteri giusti, corresponsabilità europea. A Lampedusa arrivano 100 migranti mentre la Sea Watch è al largo. L'Italia è assolutamente in grado di gestire il salvataggio di quelle persone e la battaglia vera deve farla in Europa per la revisione del regolamento di Dublino. Bisogna far comprendere che la gestione dei migranti in mare, che devono essere salvati sempre senza se e senza ma, deve essere comune”. Una linea molto diversa da quella del governo: “Non siamo in una situazione di emergenza, le persone che arrivano sono gestibili in totale sicurezza. E l'Europa deve poi farsene carico. Deve farlo con l'Italia, con la Spagna, con la Grecia”.

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