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M5s, 3 scenari per il futuro: nuovo capo politico, leadership collegiale o Stati generali subito

Il reggente pentastellato, Vito Crimi, tratteggia i tre scenari per il futuro immediato del Movimento 5 Stelle durante l’assemblea congiunta dei gruppi parlamentari: o un capo politico unico da votare su Rousseau, o una leadership collegiale o, infine, l’ipotesi di un percorso che porti in tempi brevi agli Stati generali.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il Movimento 5 Stelle si riunisce dopo il risultato, tutt’altro che soddisfacente, delle elezioni regionali. E lo fa durante l’assemblea congiunta dei gruppi parlamentari. A tracciare i possibili scenari per il futuro del Movimento è Vito Crimi, reggente pentastellato, il quale ipotizza tre percorsi possibili. Il primo scenario prevede la votazione di un capo politico unico sulla piattaforma Rousseau. La seconda possibilità, invece, è quella di una leadership collegiale, da votare anche in questo caso online ma dopo un cambio di statuto. Il terzo scenario è quello più complesso, che partirebbe dai territori e arriverebbe agli Stati generali subito, coinvolgendo eletti locali, nazionali ed europei.

L’assemblea del M5s: assenti molti ministri

All’assemblea partecipa anche la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, mentre non ci sono i ministri Stefano Patuanelli, Luigi Di Maio, Alfonso Bonafede e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro, impegnati nel vertice di Palazzo Chigi sul tema del 5G. La giornata viene resa ancora più complicata dai dissidi interni ai 5 Stelle, con i procedimenti disciplinari che proprio oggi dovrebbero partire nei confronti dei parlamentari che hanno votato No al referendum sul taglio dei parlamentari. A rischio anche la posizione di circa 30 tra deputati e senatori che sono considerati morosi sulle restituzioni.

Il comitato dei 10 per dirigere il M5s

Per quanto riguarda gli scenari paventati da Crimi, uno di queste prevede l’istituzione di un comitato di dieci persone che avrebbe il compito di indicare l’indirizzo politico in vista degli Stati generali. Un’opzione che avrebbe l’obiettivo di evitare divisioni interne, tenendo insieme rappresentanti delle Regioni, dei Comuni, della Camera, del Senato e dell’Europarlamento. Il loro compito sarebbe quello di gestire questa fase politica valutando di volta in volta i temi sul tavolo, in attesa di quello che sarà una sorta di congresso e che si dovrebbe tenere tra qualche mese. Il collegio dei dieci permetterebbe di rinviare di qualche mese gli Stati generali, idea che non soddisfa però tutti gli esponenti del M5s, soprattutto quelli che chiedono subito un congresso e l'elezione di nuovi vertici.

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