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Luigi Di Maio dichiara guerra a negozi cinesi e pakistani: “Aumenterò controlli su queste attività”

Il ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, dichiara guerra alle attività commerciali gestite da “cinesi e pakistani”, parlando degli irregolari in Italia che “lavorano in modo illegittimo in piccole attività poco trasparenti, che evadono il fisco, non emettono scontrini e vendono prodotti non registrati, nocivi per la salute, facendo concorrenza sleale”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Non passano neanche due ore dall’approvazione del decreto sicurezza bis, fortemente voluto dal ministro dell’Interno e leader della Lega, Matteo Salvini, che il ministro del Lavoro e capo politico del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, rilancia. Con un’iniziativa riguardante i controlli sulle attività commerciali. Ma con un focus specifico: quello sui negozi “cinesi e pakistani”. Lo spunto da cui parte Di Maio per annunciare questa direttiva, che dovrebbe arrivare nei prossimi giorni, è la “questione degli irregolari in Italia”. Un tema considerato come un “problema che coinvolge anche il mondo imprenditoriale e del lavoro”.

Secondo Di Maio molto degli irregolari presenti in Italia, infatti, “lavorano in modo illegittimo in piccole attività poco trasparenti, che evadono il fisco, non emettono scontrini e vendono prodotti non registrati, nocivi per la salute, facendo concorrenza sleale anche alle pmi italiane e danneggiando la nostra economia”. Da qui il ministro del Lavoro evidenzia le sue convinzioni riguardanti il tipo di negozi coinvolti: “Diverse inchieste giornalistiche hanno testimoniato tutto ciò nel caso di attività cinesi e pakistane. A tal proposito, come ministro del Lavoro invierò nei prossimi giorni una direttiva per incrementare i controlli verso queste attività. Una misura che inciderà dunque anche sulla sicurezza interna”.

Di Maio si sofferma, sempre in tema di sicurezza e migranti, anche sul decreto approvato in Consiglio dei ministri nel pomeriggio. “Il decreto sicurezza – dichiara il ministro del Lavoro – è un inizio e mi auguro che in fase di riconversione il Parlamento lavori a un rafforzamento delle misure per i rimpatri dei migranti irregolari. Parliamo di centinaia di migliaia di persone non identificate che girano liberamente in Italia. Alla luce degli ultimi fatti di cronaca è opportuno che si affronti il tema seriamente e in tempi certi. Sono troppi i circa 500mila irregolari in Italia. Bisogna lavorare sul profilo internazionale in modo più approfondito e lo faremo da squadra”.

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