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Covid 19

L’ipotesi di chiudere i confini tra le Regioni a fine agosto se non si fermano i contagi

L’ipotesi di chiudere la mobilità interregionale, se i contagi dovessero continuare a salire, è stata lanciata dal governatore della Campania Vincenzo De Luca, che ora annuncia di voler vagliare questa possibilità a fine agosto. Ma gli altri governatori chiedono invece un clima di collaborazione tra Stato e Regioni, criticando De Luca per quella che giudicano “una fuga in avanti”, di cui il Paese non ha bisogno.
A cura di Annalisa Cangemi
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L'aumento dei casi in Italia, solo ieri oltre mille nuovi contagi, preoccupa i governatori, in vista soprattutto della ripresa dell'anno scolastico in presenza il prossimo 14 settembre.

L'impennata dei casi tra i turisti di ritorno dalle aree in cui sono scoppiati nuovi focolai ha portato a nuove restrizioni: i presidenti della Regione Lazio e della Regione Sardegna, Nicola Zingaretti e Christian Solinas, hanno stabilito il reciproco obbligo dei tamponi, con test in Sardegna per chi lascia l'isola e test nel Lazio per chi parte per la Sardegna.

Ieri sera il governatore della Campania Vincenzo De Luca aveva commentato così: "Sulla base dei contagi che registriamo anche oggi, emerge un dato estremamente preoccupante per chi rientra dalla Sardegna. Ritengo assolutamente indispensabile una iniziativa immediata di test rapidi prima delle partenze per le altre regioni italiane. Ritengo sinceramente assurdo fare arrivare nei nostri territori, soprattutto giovani, che sulla base dei riscontri statistici, possono presentare elevata carica di contagio. Faccio appello al ministro della Salute per far partire subito un piano di test rapidi per chi parte dalla Sardegna e rientra nelle altre regioni italiane".

Ma il governatore della Campania minaccia misure drastiche: ha annunciato di voler chiudere i confini regionali, a causa dell'avanzare dei contagi da Covid. Il blocco dei confini impedirebbe i liberi spostamenti tra le Regioni, permettendo ai cittadini di muoversi in una Regione diversa da quella di residenza solo per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza o per motivi di salute. Tale provvedimento è rimasto in vigore in Italia fino al 3 giugno, durante la fase acuta dell'emergenza.

In Campania nelle ultime 24 ore si sono registrati 60 nuovi positivi. Quattro di questi sono da rientro dall'estero. Il totale dei positivi in Regione è salito a 5.584 unità. Non si sono registrati decessi. "A fine agosto vedremo se chiedere al Governo di limitare o meno la mobilità interregionale – ha detto il governatore campano – al rilassamento generale che si è registrato nel nostro Paese, soprattutto in alcuni settori delle attività economiche legate al tempo libero con episodi di non rispetto delle norme di sicurezza, con assembramenti con migliaia di giovani". Per De Luca è stata una scelta sbagliata del governo l'apertura "totale delle frontiere in uscita e in entrata senza nessun controllo. Credo che questa scelta abbia penalizzato il nostro Paese".

Il fronte del no alle chiusure interregionali è in questo momento compatto. Non è d'accordo con De Luca il presidente dell'Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini: "In questo momento mi pare di no. Dopodiché si segue sempre l'evoluzione del virus e poi si discute tra Regioni e Governo. Insomma in questo momento mi pare di no. Bisogna sempre tenere monitorata la situazione perché quelli che parlano il giorno dopo mi hanno sempre fatto abbastanza pena".

A rispondere al governatore campano è anche il segretario dem e presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti: "I mesi alle nostre spalle hanno confermato che per il coronavirus i confini non esistono, quindi la sola strada percorribile è la collaborazione tra Regioni e tra Regioni e Governo. Capisco il senso dell’allarme di De Luca, ma le Regioni non possono chiudere alla mobilità interregionale, può farlo soltanto lo Stato".

"Non ritengo vi sia una emergenza clinico-sanitaria tale da presupporre o fare presagire ulteriori chiusure. Stiamo attenti, teniamo la mascherina, facciamo tutto quello che dobbiamo fare ma evitiamo di tornare a terrorizzare questo Paese che non ne ha bisogno", ha detto il presidente della Liguria, Giovanni Toti.

Enrico Rossi, presidente uscente della Regione Toscana, in un'intervista al Corriere della Sera ha criticato fortemente il suo omologo alla Regione Campania, definendolo "sceriffo" e chiedendogli di smetterla con le "fughe in avanti". "Massì chiudiamo. E dopo le Regioni sbarriamo le contee e i borghi", ha detto sarcasticamente Rossi. De Luca "ha questo suo modo un po' sceriffo. Che, manda i carabinieri? A me i carabinieri, che pure sono molto gentili, non darebbero retta. Magari a Napoli sì, era la capitale del Regno delle due Sicilie. O forse si può usare la polizia municipale. Meno male che le Regioni non hanno una forza dell'ordine in tema di sicurezza, capace che dovremmo arrivare agli scontri di confine", ha proseguito. "Non capisco queste fughe in avanti – ha detto ancora il capo dell'amministrazione toscana -, ci sono sedi e luoghi per esprimere le proprie posizioni. Il dichiarazionismo quotidiano faccio fatica a digerirlo".

De Luca vuole il controllo della febbre a scuola

Vincenzo De Luca affronta anche il tema della ripartenza dell'anno scolastico in presenza: "Stiamo verificando con l’Unità di Crisi e con i responsabili della Pubblica Istruzione – dice – di prevedere in vista della riapertura delle scuole il controllo della temperatura corporea all’interno degli stessi istituti, ritenendo irrealistica la previsione nazionale del monitoraggio effettuato a casa. È in corso un monitoraggio delle tipologie di classi e degli stessi istituti, sapendo che un alunno con febbre potrebbe avere un effetto a catena difficilmente gestibile".

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