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Le Regioni sul nuovo Dpcm: “Il governo non ha ascoltato le nostre richieste”

“Il governo ha scelto di fare questa strada da solo, approvando il Dpcm senza accogliere la minima modifica richiesta dalle Regioni”, denuncia il governatore del Veneto, Luca Zaia. “”Come Regioni ci eravamo opposti”, aggiunge il presidente della Liguria, Giovanni Toti, parlando delle nuove misure. “Non c’è stato sufficiente ascolto delle proposte che abbiamo avanzato come Regioni”, prosegue ancora l’emiliano romagnolo Stefano Bonaccini. Contro il nuovo Dpcm del governo non protesta solo l’opposizione, ma anche le Regioni lamentano di non essere state ascoltate dal governo.
A cura di Annalisa Girardi
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Dopo l'approvazione del nuovo Dpcm, che introduce una serie di misure restrittive come la chiusura al pubblico di bar e ristoranti alle 18 e lo stop dell'attività di piscine e palestre, arrivano le critiche al governo. Non solo da parte dell'opposizione, ma anche dalle Regioni che affermano di non essere state ascoltate nella composizione del nuovo quadro anti-contagio. È la denuncia di diversi governatori, che hanno accusato il governo di non aver prestato attenzione alle modifiche chieste dai governatori nella stesura del nuovo Dpcm. Modifiche che riguardavano in primis orari di chiusura più permessivi verso bar e ristoranti, ma anche didattica a distanza e trasporti. "Penso ai tanti operatori, i ristoratori, le palestre e le altre attività che vengono colpite e che hanno fatto grandi investimenti per tutelare la salute dei propri lavoratori e dei propri clienti. In questa fase si è detto a un gruppo di categorie ristrette che il problema sono loro o che comunque chiudendo queste attività si dovrebbe modificare la curva del contagio: vedremo se la curva si modificherà. Il dato al momento è che le Regioni hanno chiesto di modificare il Dpcm e non sono state ascoltate", ha detto il governatore del Veneto, Luca Zaia, in un'intervista alla televisione locale.

Zaia: "Il governo non ha accolta nessuna delle richieste di modifica al Dpcm delle Regioni"

Per poi ribadire: "Lo dice uno che è sempre stato solidale, che non ha mai fatto polemiche, ma il governo ha scelto di fare questa strada da solo, approvando il Dpcm senza accogliere la minima modifica richiesta dalle Regioni. Penso che questo sia emblematico, non è mai accaduta una cosa del genere". Zaia ha inoltre sottolineato che a livello regionale non si ha notizia di particolari focolai nei ristoranti, sottolineando come i gestori dei locali siano stati prudente e abbiano rispettato delle linee guida: "Chiuderli ora significa confermare che tutto quello che è stato fatto fino adesso non serviva". E parlando della situazione epidemiologica attuale ha aggiunto: "Sono convinto che la curva, con queste misure che si sono prese, non subirà modificazioni. Poi staremo a vedere, ma non si possono scaricare le responsabilità su poche categorie".

Zaia ha anche avvertito che molte delle imprese che oggi si vedono colpite dalle nuove misure rischieranno di non riaprire. Il governatore veneto ha poi fatto riferimento all'annuncio del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, sui nuovi ristori che dovrebbero arrivare subito per le categorie penalizzate, ricordando che molti stanno ancora aspettando la cassa integrazione in deroga. "Che c'è la collaborazione delle Regioni come ha detto Conte è vero, ma è altrettanto vero che il governo non ha ascoltato le Regioni. Questo Dpcm è frutto del governo con nessuna negoziazione con le Regioni, visto e considerato che c'è un documento agli atti nel quale chiedevamo di far chiudere i ristoranti alle 23 e di prevedere alcune misure rispetto ad altre attività. Ma con una visione costruttiva: è innegabile che il virus ci sia e che vadano prese misure di contenimento, ma non possiamo scaricare tutti i problemi su poche persone".

Toti: "Ristoratori non meritavano un nuovo lockdown"

Sulla stessa linea il governatore della Liguria, Giovanni Toti, che sostiene come i ristoratori non meritassero un nuovo lockdown. "Da subito si sono rimboccati le maniche, adeguandosi alle misure di sicurezza e applicando le regole scrupolosamente. Spiace che debbano rinunciare da domani alle cene, con importanti ripercussioni economiche che coinvolgeranno migliaia di lavoratori e famiglie", ha scritto sulla sua pagina Facebook. Confermando l'opposizione delle Regioni alla misura: "Come Regioni ci eravamo opposti, purtroppo inutilmente. Per questo oggi, ultima sera prima della chiusura, sono da uno di loro a portare la mia solidarietà e dire che ci batteremo affinché loro e tutte le realtà penalizzate possano avere indennizzi rapidi e certi".

Bonaccini lancia un appello all'unità

Il governatore dell'Emilia Romagna e presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, in un lungo post pubblicato sulla sua pagina Facebook, ha ribadito come le Regioni abbiano portato al tavolo proposte e valutazioni, ma non siano state ascoltate. Tuttavia lancia un appello all'unità e alla collaborazione: "Il Dpcm contiene molte nuove restrizioni, alcune delle quali forse non pienamente coerenti tra loro. Sulle modalità di alcune chiusure ritengo non vi sia stato sufficiente ascolto delle proposte che abbiamo avanzato come Regioni, ma lo ripeto: è il momento dell'unità e non aggiungo le mie considerazioni, che ora sarebbero inutili e fonti solo di altrettanto inutili polemiche". Da parte sua, come guida della Regione Emilia Romagna, ha annunciato di valutare insieme alla giunta regionale "l'opportunità di assumere alcune, circostanziate misure, per la parte che ci compete".

Bonaccini sottolinea però che, presa questa decisione per quanto riguarda i locali pubblici, sia necessario intervenire subito con le misure di sostegno alla categoria: "È infine altrettanto importante che le categorie maggiormente colpite dai provvedimenti restrittivi trovino risposte economiche adeguate e tempestive, come annunciato dal Governo, altrimenti non potranno resistere, stremate come sono da mesi di blocco e poi di parziale e difficile ripresa. Penso ad esempio ai ristoratori e ai gestori di pubblici esercizi, di discoteche e sale da ballo, di palestre e piscine, di società sportive o di attività ricreative, di intrattenimento, di eventi. Penso al mondo della cultura, in crisi drammatica. Sono attività molto importanti per le nostre comunità e soprattutto è lavoro. Troppi professionisti, esercenti o artisti sono a reddito zero, o quasi, da molti mesi. Come Regione faremo la nostra parte perché non restino senza voce e senza risposte, mettendoci anche del nostro laddove necessario", ha aggiunto.

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