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Le lettere di Matteo Salvini: “Sull’immigrazione la mia strada è quella giusta”

Il ministro dell’Interno e vicepresidente del Consiglio scrive a venti quotidiani locali per spiegare la sua strategia per la gestione dei pacchetti sicurezza e immigrazione e per rivendicare la bontà delle scelte messe nero su bianco col suo decreto: “Ora i prefetti dovranno sempre interpellare le comunità”.
A cura di Redazione
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Dopo il via libera sul decreto Sicurezza e Immigrazione, per il quale è stato necessario ricorrere alla questione di fiducia, Matteo Salvini sceglie di scrivere venti lettere "personalizzate" a 20 giornali locali per spiegare le norme nel dettaglio e per indicare la sua strategia per i territori. Il ministro dell'Interno resta convinto della necessità di un simile provvedimento, aggiungendo alcuni dettagli sui meccanismi di funzionamento del decreto. "Prima i prefetti potevano imporre l’accoglienza di richiedenti asilo sul territorio, ora invece devono interpellare gli amministratori locali", spiega Salvini, insistendo sulla volontà del governo di tenere "sempre aperto il dialogo col territorio e con gli amministratori locali".

La scelta di scrivere direttamente ai territori nasce anche dalle tante polemiche di questi giorni su un decreto che rischia di complicare molto la gestione delle strutture coordinate proprio dagli enti locali. La dismissione degli SPRAR, ora riservati solo ai titolari di protezione o ai minori non accompagnati, rischia infatti di determinare un vero e proprio collasso del sistema di accoglienza, con i prefetti che potrebbero trovarsi da un momento all'altro con la necessità di "collocare" nei CAS le persone espulse dal sistema SPRAR. Il ministro dell'Interno però tira dritto e spiega di ritenere "migliorativo" questo provvedimento, che a suo dire eliminerebbe gli sprechi degli anni precedenti. Nella sua lettura, dunque, vanno in questa direzione anche i tagli ai servizi formativi, di inserimento lavorativo o di conoscenza linguistica per i migranti ospitati nei CAS, che determineranno un abbassamento del costo dell'accoglienza. Ricordiamo, infatti, che il decreto Sicurezza e Immigrazione è solo uno dei tasselli della strategia complessiva del governo per stravolgere il sistema dell'accoglienza. Qualche settimana fa, infatti, al Viminale è stato presentato un protocollo d'intesa per la realizzazione dei bandi, con la previsione di far scendere fino a 19 euro a testa (dagli attuali 35) il rimborso che lo Stato riconosce alle strutture di accoglienza. Prima ancora, una serie di circolari ministeriali avevano "invitato" le commissioni a un più rigoroso controllo sul rilascio dei permessi umanitari. Ora anche la cancellazione della protezione umanitaria.

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