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La senatrice leghista: “Se Dio ci avesse voluto diversi, ci avrebbe lasciato cambiare sesso da soli”

“Noi siamo come Dio ci ha fatti e dobbiamo accettarci. Non possiamo spingerci oltre, perché altrimenti perderemo il concetto di essere umano. Se Dio ci avesse voluto così molteplici, così diversi, avrebbe fatto in modo che da soli potessimo cambiare il nostro sesso e il nostro modo di fare”: questa la teoria della senatrice della Lega Antonella Faggi, esposta durante la discussione nell’Aula del Senato sul ddl Zan.
A cura di Annalisa Girardi
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"Se Dio ci avesse voluto così molteplici, così diversi, avrebbe fatto in modo che da soli potessimo cambiare il nostro sesso e il nostro modo di fare": lo ha detto la senatrice della Lega Antonella Faggi durante la discussione nell'Aula del Senato sul ddl Zan, tra gli applausi degli altri esponenti del Carroccio, che in totale ha presentato in circa 700 emendamenti al disegno di legge contro l'omotransfobia. In altre parole per Faggi, ex sindaca di Lecco, non avrebbe senso parlare di identità di genere, uno dei punti della legge sui cui verte maggiormente lo scontro, in quanto Dio non ci ha dotati direttamente degli strumenti per poter cambiare il nostro sesso.

Tralasciando il fatto che ci sono delle differenze (che in queste dichiarazioni vengono evidentemente ignorate) tra sesso biologico e identità di genere, dopo essersi rallegrata per l'intervento del Vaticano la Lega ha deciso di chiamare in causa direttamente Dio per criticare il ddl Zan. Faggi infatti ha detto che comunque non ci si può mai spingere "oltre la natura" e oltre "come Dio ci ha fatti", altrimenti si andrebbe a "perdere il concetto di essere umano". Per poi affermare che le leggi devono sì assicurare il rispetto in tutti i cittadini, ma che con il ddl Zan si finirebbe per creare discriminazione perché si andrebbe a disciplinare sotto che "settore" dovrebbe collocarsi un individuo piuttosto che un altro, anche se non è chiarissimo cosa questo voglia dire.

Io penso che agire con buonsenso significhi legiferare nel rispetto di tutti. E nel rispetto di tutti ci sta anche quello che al mattino vuol portare la gonna e alla sera si vuol mettere i pantaloni e i tacchi. A noi non ce ne deve fregare assolutamente niente, l'importante è che sia garantita la sicurezza, la decenza e tutto quanto a tutti i cittadini. Altrimenti creeremo tante piccole nicchie: nel momento in cui noi stessi disciplineremo i vari settori creeremo discriminazione. Noi siamo come Dio ci ha fatti e dobbiamo accettarci. Non possiamo spingerci oltre, mai spingersi oltre la natura. Aiutarci, questo va bene, ma non andare oltre quello che ci è stato consentito, perché altrimenti perderemo il concetto di essere umano.

Faggi ha poi concluso il suo intervento dicendo: "Io ho fatto il sindaco e venivo chiamata sindaca. Dicevo sempre ‘no, sindaco’ perché non è un ruolo di genere, è un ruolo di testa e di cuore e sarà sempre così". Anche in questo caso, però, non è chiaro come usare la corretta terminologia italiana declinando il sostantivo nel suo genere possa svuotare di significato l'incarico a cui si riferisce. Infine la senatrice ha raccontato di aver cresciuto una figlia da sola dopo essere stata lasciata dal marito: "Ce l'ho fatta da sola, con il mio sesso di donna, di madre, senza nessun problema". Ancora una volta, però, non si capisce in che modo questa argomentazione avrebbe a che fare con l'identità di genere e con il disegno di legge contro l'omotransfobia.

Sulle dichiarazioni della senatrice sono scoppiate subito le polemiche. A cui lei ha risposto, commentando la vicenda con l'AdnKronos: "Io non mi sento di chiedere scusa a nessuno, l'unico a cui posso chiedere scusa è il Signore. Se ieri avessero ascoltato tutto il mio discorso, le mie parole avrebbero avuto significato pieno e non ‘surreale', come qualcuno ha detto. Ho chiarito all'inizio del mio intervento che qualsiasi forma di discriminazione deve essere azzerata, vanno tutelati tutti, perché non ci sono cittadini di serie A e B. Non è possibile disciplinare la nostra natura, vanno disciplinate le cose che servono a tutelarci, non ci possiamo permettere di entrare nel merito di chi in alto ci ha fatto. Mi attaccano perché ho toccato un nervo scoperto e qualcuno non sa come rispondere, perché non ci si può spingere oltre il buon senso".

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