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Opinioni

La profezia di Giovanni Favia

La profezia di Favia, insomma, si è avverata nel giro di pochi mesi. Questo Movimento a metà tra un fan club ed un partito, tra un brand aziendale con tanto di marchio registrato e una realtà parlamentare di prima grandezza, si sta liquefacendo sotto i nostri occhi.
A cura di Federico Mello
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Forse, nonostante tutto, nel 2054 arriverà davvero Gaia, il mondo nuovo e connesso vaticinato da Gianroberto Casaleggio. Nella sua attesa, però, proprio in questi giorni un'altra profezia sta prendendo forma e diventando realtà. La verità è che sapevamo tutto, ogni cosa ci era stata detta. Eppure molti non volevano vedere, non volevano sentire: in fin dei conti siamo esseri umani, creature fragili; la fuga dalla complessità da sempre ci affascina, come una sirena ci attrae con il suo canto seducente e consolatorio – anche se poi, il suo scopo ultimo è di farci sbattere sugli scogli della realtà.

La “profezia” l'aveva fatta suo malgrado Giovanni Favia. Che non a caso proprio in queste ore viene attaccato per l'ennesima volta da Beppe Grillo (l'accusa è quella di non essersi dimesso da consigliere regionale, “porterò prima a compimento le mie battaglie” replica lui). Per Grillo e Casaleggio, Giovanni Favia è un ossessione. È stato il più importante (con un fuori-onda) “burattino” pentastellato a tagliare i fili che lo tiravano da Genova, la più importante “formica” che si è ribellata alle crudeli regole del formicaio. Lo scorso anno, Favia era il pupillo di Beppe. Tra i volti più noti del movimento, appariva tenace, sicuro, preparato; bravo a farsi valere in tv, il suo futuro “grillesco” era in forte ascesa. La sua carriera, però, venne stoppata da un servizio mandato in onda da Piazzapulita: quello fu il primo squarcio sui “lati oscuri” del movimento 5Stelle.

Nel servizio, andato in onda nel settembre 2013, Favia parla senza sapere di essere registrato dal giornalista Gaetano Pecoraro. Affronta numerosi temi, ma soprattutto si lamenta del pugno di ferro con cui Grillo e Casaleggio gestiscono il 5Stelle. Sulla democrazia, per esempio, dice: “Casaleggio prende per il culo tutti, perché da noi la democrazia non esiste”. Sul rapporto tra Grillo e Casaleggio (come scrivo da tempo i due hanno un rapporto alla Berlusconi-Alfano, con Beppe nel ruolo di Alfano), continua: “Grillo è un istintivo, io lo conosco: non sarebbe mai stato in grado di pianificare una cosa del genere. I politici, Bersani, non lo capiscono. Non hanno capito che c’è una mente freddissima, molto acculturata, molto intelligente dietro, che di organizzazione, di dinamiche umane e di politica se ne intende”. Una mente “freddissima” che non sta certo a guardare: “Casaleggio controlla dall'alto tutta questa roba. Lui quando qualcosa non va telefona, o fa telefonare a Grillo. Tra gli eletti ci sono gli infiltrati di Casaleggio. Dobbiamo stare molto attenti quando parliamo. Casaleggio è spietato, vendicativo”. Naturalmente già allora era chiaro che nei 5Stelle non c'era alcuno spazio per i dissidenti: “Con l'espulsione di Tavolazzi Grillo ha soffocato un dibattito che stava nascendo in Rete di contrapposizione alla gestione Casaleggio». E Favia tira anche le sue conclusioni: “Il problema è su, ai vertici. E quindi, o Grillo e Casaleggio si levano dai coglioni oppure il movimento a loro gli esploderà in mano”.

Allora, quando uscirono, queste dichiarazioni scatenarono un polverone. Fino ad allora pochissimi avevano sentito parlare di Casaleggio, ancora meno conoscevano “Gaia”, solo qualche giornalista e alcuni attivisti delusi erano al corrente delle reali dinamiche interne ai 5Stelle. Oggi la realtà è più chiara, l'”esplosione” è questione di ore: lunedì deputati e senatori voteranno per l'espulsione della senatrice Gambaro. La sua colpa è di aver criticato Beppe, proprio lui, quello che voleva una politica senza capibastone, dove uno valesse uno, dove i cittadini fossero liberi da gerarchie, dove le democrazia diretta si sostituisse alla “corrotta” democrazia rappresentativa. Grillo, ora è ufficiale, non si può criticare, nel movimento non si può avere un pensiero autonomo, Casaleggio “controlla dall'alto tutta questa roba”.

La profezia di Favia, insomma, si è avverata nel giro di pochi mesi. Questo Movimento a metà tra un fan club ed un partito, tra un brand aziendale con tanto di marchio registrato e una realtà parlamentare di prima grandezza, si sta liquefacendo sotto i nostri occhi. Questo succede quando la “coerenza” è solo un tema da comizi, quando la “democrazia” è solo una pretesto per attaccare gli altri. Succede questo, l'autodistruzione, quando una forza politica reprime il dissenso, si chiude al confronto. Finiscono anche così i regimi: auto-implodono quando la loro chiusura ermetica diventa soffocante. Ecco, in quei casi tutti dicono “grazie” ai dissidenti che hanno pagato il prezzo più alto del loro uscire fuori dal coro. Certo, se imparassimo ad ascoltarli prima, i dissidenti, invece di rannicchiarci nelle rassicuranti verità ufficiali, risparmieremmo tutti tempi e passione. Ma siamo fatti così noi esseri umani: dobbiamo sbattere sugli scogli della realtà per capire che il canto delle sirene era una solo un'illusione consolatoria.

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35 anni, leccese, giornalista. Sono stato blogger, poi Annozero, Il Fatto Quotidiano e Pubblico. Ho scritto «Il lato oscuro delle stelle» : http://goo.gl/nCnaI
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