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La linea di Piantedosi su ong e migranti smontata punto per punto

In un’intervista a Fanpage.it Silvia Stilli, portavoce della rete AOI ha replicato al ministro dell’Interno Piantedosi, che ieri ha tenuto un’informativa sulla gestione dell’immigrazione e sulle ong.
A cura di Annalisa Cangemi
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L'informativa del ministro Matteo Piantedosi in Parlamento è stata l'occasione per il Viminale per esplicitare ancora una volta la posizione del governo nei confronti delle ong, che per l'esecutivo si muovono e agiscono nell'illegalità. Il ministro dell'Interno non ha parlato apertamente del nuovo codice di condotta che, secondo quanto trapelato nei giorni scorsi, intende varare, con una stretta contro le organizzazioni umanitarie che operano in mare.

Ma il messaggio è comunque arrivato chiarissimo: con il governo Meloni è partita una nuova campagna di criminalizzazione contro le navi che salvano i migranti, e lo si è visto con i casi Geo Barents e Humanity 1, in cui l'esecutivo ha provato in un primo momento ad aggirare le leggi in vigore, adottando la strategia dello ‘sbarco selettivo' (che poi si è rivelata fallimentare quando dalle stesse navi sono stati fatti scendere tutti i migranti, in quanto ritenuti tutti vulnerabili, senza distinzione).

Al ministro ha replicato Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum Terzo Settore: "Non è una buona politica quella che attacca le navi ong che salvano vite in mare: il loro ruolo è dare una risposta umanitaria a un fenomeno globale, quello delle migrazioni, che ha cause ben precise e che evidentemente non si stanno affrontando in modo adeguato. Le ong che oggi vengono definite ‘centri sociali’ o taxi del mare sono anche quelle che sin dalle prime ore dello scoppio della guerra in Ucraina hanno portato soccorso e assistenza agli individui colpiti e si sono impegnate per la loro accoglienza in Italia". 

"Sono quelle che da sempre aiutano le vittime di guerre e di fenomeni violenti causati dai cambiamenti climatici – ha aggiunto – quelle che operano, in ogni continente, nelle aree più soggette alla povertà o dove è negato l'accesso ai diritti e alle risorse. Le ong appartengono al mondo di quel Terzo settore che più volte è stato elogiato, a tutti i livelli istituzionali del nostro Paese, per il contributo, senza scopo di lucro, a favore dei più deboli", ha dichiarato Pallucchi a Fanpage.it.

Cosa dice il rapporto Frontex citato da Piantedosi in Parlamento

La portavoce del Forum Terzo Settore ha citato le espressioni ‘taxi del mare' e ‘centri sociali galleggianti', che sono state utilizzate per colpire le ong, rispettivamente dai ministri Tajani e Crosetto. Si tratta di una narrazione propagandistica, rilanciata anche dal ministro Piantedosi in Aula, a proposito del famoso fenomeno del ‘pull factor': "Sulla base delle più recenti analisi degli scenari di rischio periodicamente elaborate da Frontex, emerge che la presenza di assetti navali delle ong, in prossimità delle coste libiche, continua a rappresentare un fattore di attrazione".

"Il cosiddetto ‘pull factor', secondo Frontex, va riferito sia ai migranti che si sentono rassicurati dalla presenza in mare di tali assetti sia alle organizzazioni criminali dedite al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, le quali plasmano il loro modus operandi in rapporto alla presenza di assetti ong nell’area", ha detto ancora il titolare del Viminale nel suo intervento.

Il problema è che il ministro ancora una volta per dimostrare la teoria del pull factor cita un rapporto Frontex che fino ad ora nessuno, nemmeno l'Oim, ha mai letto, perché semplicemente non è stato reso pubblico. Il documento farebbe riferimento a un periodo che va da gennaio a maggio 2021, e secondo quanto riportato dall'Adnkronos la scorsa settimana, sotto forma di indiscrezioni, ci sarebbe scritta questa frase: "In assenza di navi delle ong molti (migranti) rifiutano di partire".

Ora, noi non sappiamo se il governo abbia davvero visionato l'intero rapporto, o se si sia basato sulla notizia diffusa dall'agenzia di stampa. Quel che è certo è che al momento quel documento di Frontex non è consultabile. Per questo Silvia Stilli, portavoce della rete AOI, sentita telefonicamente da Fanpage.it mentre si trova in missione in Libano, ha espresso i suoi dubbi: "Ho letto a distanza l'informativa di Piantedosi, una buona parte del discorso ripete come un disco rotto quello che noi sappiamo dal 2017. Cioè che noi siamo un pull factor, attraiamo i migranti che vogliono scappare e salgono sulle navi dei trafficanti. Una storia ormai antica. Le prime pagine dell'informativa contengono una giustificazione per le azioni del governo di queste settimane. Nulla di nuovo. Tra l'altro non c'è nessun riferimento alla revisione del codice di condotta, firmato dal ministro Minniti".

"A proposito del rapporto Frontex del 2021, e delle dichiarazioni che sarebbero state rilasciate da alcuni migranti, non si sa nulla. Questo documento non compare da nessuna parte, non capiamo quindi perché venga citato", ha detto Silli.

"Nonostante la portavoce della Commissione europea Anitta Hipper abbia detto che nell'obbligo di salvare vite in mare non c'è differenza tra navi Ong o altre navi, il ministro Tajani ha parlato della necessità di rafforzare le regole per le ong che operano nel Mediterraneo".

Cosa è l'aiuto "condizionato" di cui parla Piantedosi

Il ministro Piantedosi ha anche messo in relazione l'attività degli scafisti con i salvataggi delle navi umanitarie: i primi sarebbero incentivati dalla presenza delle seconde. Lo aveva già detto nei giorni scorsi Tajani, secondo cui "un conto è il soccorso in mare e un altro conto è darsi l'appuntamento in mare per trasportare persone per metà del viaggio".

"Una dichiarazione veramente offensiva – ha commentato Stilli – siamo tornati al 2017. Quello che mi colpisce però, come portavoce di tutte le organizzazioni della rete cooperazione e solidarietà internazionale, è la questione dell'aiuto "condizionato"".

Ecco cosa dice il ministro nell'informativa di ieri: "L'Italia è favorevole ad un piano complessivo di sostegno allo sviluppo del Nord Africa che coniughi le misure per la crescita con quelle per la sicurezza e il contrasto al traffico degli esseri umani e che soprattutto sia condizionato ad una maggiore collaborazione per la prevenzione delle partenze e per l'attuazione dei rimpatri".

"Ma aiuto condizionato a cosa? Al rispetto dei diritti umani? No, condizionato a frenare l'immigrazione – ha sottolineato Stilli – In pratica ti do se blocchi le partenze dei migranti che fuggono dalla povertà verso i nostri Paesi. E in più Piantedosi aggiunge che questa condizione è collegata anche al rilascio dei visti in entrata. Quindi se un Paese non si è impegnato a frenare le partenze, l'Italia non rilascerà i visti di entrata ai regolari che arrivano da quel determinato Paese".

Cosa ha detto Piantedosi sul caso Ocean Viking

Il ministro Piantedosi in Parlamento ha parlato anche della vicenda della Ocean Viking, puntando il dito contro Sos Mediterranee, ritenendola addirittura responsabile di aver aperto lo scontro diplomatico con la Francia. La realtà come sappiamo è molto diversa, perché come ha ricordato la stessa ong, prima della decisione di far rotta verso la Francia ci sono state decine di richieste di aiuto alle autorità maltesi e italiane, per più di 15 giorni. È stato solo dopo il rifiuto dell'Italia che Ocean Viking si è diretta verso i porti francesi.

Ma il ministro la pensa diversamente: "I fatti evidenziano come l'Ocean Viking si sia diretta autonomamente verso le coste francesi. Una decisione, questa, non solo mai auspicata dall'Italia, ma che ha di fatto creato attriti sul piano internazionale, anch'essi assolutamente non voluti dal Governo, con il rischio di produrre ripercussioni sulle politiche migratorie a livello europeo", ha detto nella sua informativa di ieri alle Camere.

Al ministro ha risposto ancora una volta la portavoce di AOI, Silvia Stilli: "I francesi non sono certo dei santi, bisogna dirlo, non si utilizzano le disgrazie e le povertà come arma di ricatto. Basta guardare quello che sta succedendo a Ventimiglia, dove i militari respingono i minori. Però il tavolo dove si discute non è quello bilaterale tra due Paesi, è quello dell'Europa. E l'Europa ha detto in modo molto chiaro che c'è un impegno a rivedere la questione dei ricollocamenti, condannando contemporaneamente l'accoglienza selettiva, che è la cosa più vergognosa di queste settimane".

Piantedosi ha detto che l'Italia ha già dato con l'accoglienza degli ucraini

"Come Ministro dell’Interno devo poi sempre considerare che la sostenibilità dell’accoglienza si misura anche in termini di impatto sulla sicurezza delle nostre comunità. Intendo preliminarmente osservare che i numeri delle operazioni in mare – per oltre 90.000 ingressi di migranti solo nel 2022 – mostrano un aumento di circa il 60 per cento rispetto allo stesso periodo del 2021, incidendo pesantemente sul sistema di accoglienza nazionale già provato dagli arrivi dall’Ucraina (oltre 172.000 persone) che sono accolte in Italia". È un altro passaggio del discorso del responsabile del Viminale.

"Mi trovo in Libano in questo momento, un Paese in piena crisi economica di 6 milioni di abitanti che ospita 1,2 milioni di profughi. Come è possibile che l'Italia lanci delle cifre, dicendo di aver accolto 172mila profughi ucraini? – ha sottolineato Stilli – Gli ucraini stanno andando via dal nostro Paese. Il fallimento, da un punto di vista burocratico, dei programmi di accoglienza, quello della Protezione temporanea dei rifugiati in fuga dall'Ucraina e dell'accoglienza diffusa, è evidente. Praticamente i progetti di seconda accoglienza stanno partendo adesso, dopo quasi un anno. Il sistema dell'accoglienza diffusa, che doveva essere supportato dalla Protezione civile insieme agli enti locali, ha risposto per cifre molto basse. Gli ucraini stanno tornando a casa o stanno andando verso altri Paesi europei". 

"Basta con questo vittimismo, che comporta la scelta di una risposta securitaria da parte del governo. Il tema è quello di sedersi a un tavolo e rivedere il sistema dell'accoglienza, dei corridoi umanitari, del decreto flussi, per dare vita a politiche coerenti fra loro. Non ha senso utilizzare cifre, come quelle sui profughi ucraini, che non sono nemmeno supportate dall'attualità".

"Proprio in questi giorni le associazioni e le organizzazioni non governative si stanno sentendo e riunendo, perché siamo sotto attacco – ha detto ancora Stilli – sono partite le dichiarazioni di Bruno Vespa e di una certa stampa. Lancio un appello a tutto il mondo del terzo settore, che è quello di essere uniti".

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