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La disoccupazione è in calo anche tra i giovani, ma il dato italiano è tra i peggiori in Europa

L’occupazione continua a crescere, ma la maggior parte del mezzo milione in più di occupati nell’ultimo anno ha un contratto a termine. La disoccupazione cala, anche tra i giovani, ma è comunque il dato peggiore in Europa dopo Spagna e Grecia.
A cura di Tommaso Coluzzi
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I dati su occupazione e disoccupazione diffusi oggi dall'Istat registrano un miglioramento generale, ma, se si scende nel dettaglio, si nota che non c'è nessun sospiro di sollievo da tirare. Le persone in cerca di lavoro – secondo i dati dell'Istituto di statistica aggiornati a novembre – sono 2.338.000, con 43mila unità in meno su ottobre e 53mila su novembre 2020. Calano di molto gli inattivi: meno 633mila rispetto a novembre 2020. Gli occupati a novembre sono 64mila in più di ottobre, rispetto a novembre 2020 sono 494mila in più, rispetto a gennaio 2021 sono 700mila in più e rispetto al periodo prepandemico (febbraio 2020) 115mila in più. Il tasso di occupazione sale per tutte le classi di età e arriva al 58,9%. In totale gli occupati sono più di 23 milioni, è la prima volta dall'inizio della pandemia di Covid.

Se però si va a vedere la tipologia di contratto, emerge che dei 494mila occupati in più nell'ultimo anno 448mila sono a termine. A livello femminile si registrano 38mila occupate in più su ottobre, mentre gli uomini sono 27mila, e 205mila in più su novembre 2020 (qui gli uomini in più sono 290mila). Il tasso di occupazione femminile cresce e arriva al 49,9%, superiore anche a febbraio 2020.

Poi c'è la pagina che riguarda i giovani, con una rilevazione dell'Eurostat uscita sempre in mattinata. Secondo l'Istat, il tasso di disoccupazione giovanile – parliamo di ragazzi tra i 15 e i 24 anni – cala al 28%. Il tasso di occupazione in questa fascia di età è invece in calo al 18%. Crescono gli occupati tra i 25 e i 34 anni, al 63,5%, con 3,8 punti percentuali sull'anno. Nell'eurozona, secondo quanto riporta Eurostat, la disoccupazione cala al 7,2%, mentre nell'Ue è al 6,5%. In Italia è al 9,2%, terzo dato più alto dopo Spagna (14,1%) e Grecia (13,4%). Stesso discorso riguarda i giovani: il tasso italiano è sì in calo (28%), ma è il terzo più alto sempre dopo Grecia (39,1%) e Spagna (30,2%).

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