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La Buona Scuola alla Camera: studenti, insegnanti e opposizioni sul piede di guerra

Non è ovviamente bastato il video – spot di ieri di Matteo Renzi: il ddl di riforma della scuola continua a non piacere a studenti, professori ed opposizione parlamentare. E oggi comincia la discussione alla Camera dei deputati.
A cura di Redazione
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Ore 17:30 – In previsione della manifestazione di domani, i sindacati scrivono una lettera aperta ai parlamentari: "Gentili deputati e senatori e organizzazioni sindacali Flc Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals Confsal e Gilda Unams di Roma e del Lazio hanno promosso un'assemblea pubblica dal titolo "il mondo della scuola incontra i parlamentari di Camera e Senato" che si terrà il giorno 15 maggio con inizio alle ore 16.30 In piazza del Pantheon. Le nostre organizzazioni sarebbero liete di ricevere un contributo alla discussione da parte dei rappresentanti del vostro gruppo parlamentare”.

Dopo settimane di annunci, manifestazioni e polemiche, entra nel vivo la battaglia sulla riforma della scuola. Il disegno di legge “riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti”, che porta la firma dei ministri Giannini, Madia e Padoan, arriva all’esame dell’assemblea parlamentare della Camera dei deputati. L’esame in Commissione ha determinato una serie di proposte di modifica al testo, anche di iniziativa governativa: lo stesso Matteo Renzi ha provato a spiegare i cambiamenti apportati dalla Commissione Cultura al testo, in particolar modo per quel che concerne la funzione ed i poteri del dirigente scolastico.

Oggi, dunque, i deputati cominciano l’esame del testo: la conferenza dei capigruppo ha stabilito che tra oggi e domani ci sarà l’esame degli emendamenti e che il voto finale si terrà mercoledì ad ora di pranzo. Si tratta di una discussione molto sentita non solo tra gli addeti ai lavori e da settimane, come ricordato, studenti e professori sono in agitazione contro il piano del Governo. Un ulteriore elemento di tensione è rappresentato dallo strappo dei sindacati, che dopo una fase di concertazione, si sono dichiarati insoddisfatti dagli aggiustamenti dell’esecutivo e hanno annunciato nuove forme di mobilitazione.

Resta in campo addirittura l’ipotesi del blocco degli scrutini, anche se il presidente dell'Autorità di garanzia per gli scioperi spiega a Repubblica come si tratterebbe di “azioni illegittime che danneggerebbero soprattutto gli studenti e le loro famiglie”, anche se, precisa: “Allo stato, non c'è alcuna comunicazione ufficiale di uno sciopero finalizzato a bloccare gli scrutini, ma, anzi, assisto ad incoraggianti segnali di disponibilità e di dialogo sia da parte del governo, che da parte dei sindacati più responsabili”.

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