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Italexit, Paragone cambia già nome al partito. Militanti denunciano: “Pronto ad accordo con Meloni”

Dopo le polemiche per le infiltrazioni dell’estrema destra e il flop elettorale, Gianluigi Paragone ha annunciato la volontà di cambiare nome e linea politica al suo partito, Italexit. Per diversi militanti, la mossa nasconde un altro obiettivo: sigliare un patto con Meloni e il centrodestra, in vista delle regionali del prossimo anno.
A cura di Marco Billeci
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Che fine a fatto Italexit di Gianluigi Paragone? Dopo il flop alle elezioni, l'ex conduttore Tv ha annunciato l'intenzione di cambiare nome alla sua formazione politica, archiviando di fatto la missione di portare l'Italia fuori dall'Unione europea. Tuttavia, secondo un gruppo di dirigenti e attivisti locali, dietro la svolta si nasconde un altro obiettivo:  dare un immagine più presentabile al partito e, in questo modo, arrivare a siglare un accordo con il centrodestra, in vista delle prossime elezioni regionali.

Ricapitoliamo le vicissitudini di Italexit. Prima del voto del 25 settembre, la formazione di Paragone è stata al centro di molte polemiche. Fanpage.it ha documentato come il partito sia stato pesantemente infiltrato dai gruppi di estrema destra, da Casapound a Forza Nuova, che hanno provato a nascondersi dietro il brand, senza apparenti connotazioni di parte, per cercare di entrare in parlamento. Inoltre, Italexit si è trovata al centro di una vicenda di presunte firme false, usate per presentare le liste per le elezioni.

Fattosta che, alle urne, Paragone si è fermato ben al di sotto della soglia di sbarramento del 3 percento, rimanendo fuori dal parlamento. Il giornalista però non si è perso d'animo e si è prontamente riciclato come opinionista televisivo, con posizioni sempre più a sostegno del nuovo governo di Giorgia Meloni, che pure aveva duramente criticato in campagna elettorale. Non solo. In un'intervista al Corriere della Sera del 4 dicembre scorso, Paragone ha annunciato la volontà di cambiare il nome del partito, da Italexit a "Per l’Italia con Paragone". Inoltre, ha detto di voler sostituire i vertici di molte delle strutture locali del partito.

La lettera dei militanti

Un gruppo di attivisti di Italexit però non ha preso bene la scelta di Paragone, annunciata peraltro sui giornali, senza essere prima comunicata agli organi interni del partito. Per questo motivo, i militanti hanno preso carta e penna e hanno scritto una lettera alla direzione nazionale di Italexit, chiedendo conto dell'ennesima giravolta dell'ex senatore M5S.

Nel documento – che Fanpage.it ha potuto visionare – si lamenta innanzitutto la svolta personalistica del partito, testimoniata dall'inserimento del nome di Paragone direttamente nel simbolo. Po viene sottolineato il fatto che la decisione di cambiare linea del movimento sia avvenuta senza consultare gli organi statutari. Ancora, sono contestati i commissariamenti delle sezioni territoriali di Italiexit, tornando a rimarcare come molti ruoli di responsabilità siano stati affidati a esponenti di Casapound o altre formazioni di estrema destra.

Il punto più interessante della lettera, però, è il numero due. Qua si denuncia come Paragone abbia: "deciso di spostare il baricentro del partito verso posizioni filogovernative, evitando di evidenziarne le contraddizioni e le criticità connesse all'azione della Nato, all'atlantismo, all'UE, in palese dichiarata continuità con i governi precedenti". Una lineain totale contrasto con quanto sostenuto in campagna elettorale.

Su questa base, chi scrive chiede se il leader ritenga di "poter sottoscrivere accordi con il centrodestra o con il
partito Fratelli d'Italia per le prossime elezioni regionali, da realizzare con lista Italexit o civica ad essa riconducibile". Il sospetto – spiegano alcuni degli autori dell'iniziativa – è che Paragone stia cercando di darsi un volto nuovo, per trattare un accordo con Meloni in vista del voto del 2023, soprattutto in Lazio. E a tessere la tela della trattativa con i meloniani, sarebbe di nuovo William De Vecchis, l'anima "nera" di Italexit, l'uomo che ha portato Casapound e le altre forze neofasciste, dentro al partito di Paragone.

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