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Il M5s perde altri pezzi: i deputati Angiola e Rospi passano al Misto

Due deputati della Basilicata e della Puglia scelgono di abbandonare il Movimento 5 Stelle in polemica con le ultime decisione dei vertici. Nunzio Angiola e Gianluca Rospi passano così al gruppo Misto e aggravano la crisi dei gruppi parlamentari grillini, scossi anche da tensioni in relazione all’espulsione di Gianluigi Paragone.
A cura di Redazione
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Nunzio Angiola e Gianluca Rospi sono gli ultimi due parlamentari che hanno scelto di abbandonare il Movimento 5 Stelle, in quella che appare come una crisi sempre più grave in seno ai gruppi parlamentari. Si tratta di due deputati, eletti in Puglia e Basilicata, che hanno scelto di lasciare il gruppo grillino dopo le polemiche seguite all’approvazione della legge di bilancio, licenziata senza che fosse possibile un ulteriore intervento della Camera dei deputati.

Come spiega Repubblica, infatti, Nunzio Angiola, professore di Economia all’Università di Foggia, aveva a lungo protestato contro “la modalità con cui nella Manovra è stata istituita l'Agenzia nazionale per la ricerca (Anr)”, rilasciando una nota durissima sull’operato dei dirigenti del Movimento:

Come avevo ripetutamente preannunciato per una serie di meditate e rilevanti ragioni ho dato il mio voto di fiducia al Governo di Giuseppe Conte, ma non ho votato la Legge di Bilancio. Ho manifestato vivo disappunto per la compressione delle prerogative parlamentari e per l’approvazione di provvedimenti che, nella mia qualità di professore ordinario nell'Università, non potevo assolutamente accettare. Ho più volte denunciato scarsa collegialità e scarsa attenzione ai singoli parlamentari, sia come persone sia come professionisti, con tutte le conseguenze che ciò può comportare in termini di "visibilità" dei territori nelle scelte legislative e di Governo".

In parte diverso il caso di Gianluca Rospi, docente di Fisica all’Università della Basilicata, che non era presente in Aula al momento del voto finale per “seri problemi familiari”. Nella sua lettura, è la “mancanza di collegialità nelle decisioni all'interno del gruppo” a rendere incompatibile la prosecuzione della legislatura nelle fila del Movimento 5 Stelle.

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