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Il governo vuole prorogare lo stato di emergenza. Conte in Senato: “Scelta inevitabile e obbligata”

Giuseppe Conte è intervenuto in Senato per informare sulla proroga dello stato di emergenza, che il governo vuole estendere fino al 31 ottobre. “La proroga è una scelta inevitabile e obbligata, fondata su valutazione meramente tecniche. La pandemia si è ridimensionata, ma non è ancora finita”, ha detto Conte.
A cura di Annalisa Girardi
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Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, è intervenuto oggi nell'Aula del Senato per delle comunicazioni sulle ulteriori iniziative del governo per contrastare l'epidemia di coronavirus nel Paese. E in particolare sulla proroga dello stato di emergenza al prossimo 31 ottobre, su cui poi i senatori sono oggi chiamati a votare. Lo stato di emergenza vedrà il proprio termine, se non verrà prorogato, il prossimo 31 luglio, ma il governo ritiene necessario prolungarlo per altri tre mesi, un'ipotesi duramente criticata dalle opposizioni. "Riferisco oggi in Senato in vista dell'imminente scadenza dello stato di emergenza", comincia Conte, al termine di un Consiglio dei ministri in cui si è valutata una  proroga di tre mesi. E parla delle specificità di intervento che porta con sé lo stato di emergenza:"Tra i poteri, quello più intenso è quello di ordinanza, per realizzare interventi che in assenza di quella specifica condizione non potrebbero essere effettuati con la stessa tempestività", spiega Conte.

Per il presidente del Consiglio, la proroga dello stato di emergenza viene legittimata dall'ordinamento giuridico. Questo, continua Conte, è stato diverse volte prorogato dopo essere stato dichiarato, nel corso della storia italiana. Inoltre, Conte sottolinea la differenza tra un avvenimento come un disastro naturale e un'emergenza sanitaria: "Un avvenimento come la pandemia non è un fatto puntuale, ma un processo in continua evoluzione che seppur in maniera contenuta, non ha completamente esaurito i suoi effetti. Se ci assumessimo la responsibilità di non prorogare lo stato di emergenza, le 38 ordinanze adottate smetterebbero di avere effetto, così come i conseguenti provvedimenti attuativi", avverte Conte, citando una serie di misure in atto in questi mesi che perderebbero efficacia.

"Non si potrebbe più ricorrere al noleggio delle navi-quarantena per i migranti. E non sfugge a nessuno di quanto questo sia ora necessario. Siamo veramente convinti di voler interrompere tutte queste attività? Verrebbe a cessare delle proprie funzioni anche il comitato tecnico-scientifico, che in questi mesi ha avuto un ruolo importante", ribadisce ancora Conte, sottolineando come molti provvedimenti adottati in questi mesi sono stati correlati temporalmente allo stato di emergenza e senza una proroga diventerebbero inefficaci.

"Benché la proroga non sia condizione di legittimità per estendere temporalmente l'efficacia delle misure in vigore, è però evidente come queste siano radicate proprio nello stato di emergenza. La proroga è una scelta inevitabile e obbligata, fondata su valutazioni meramente tecniche", aggiunge ancora Conte. Che parla poi della questione sanitaria, evidenziando che sebbene i contagi siano diminuiti in Italia e l'impatto sul sistema sanitario non sia certo quello di alcuni mesi fa, i numeri ci dicono che il virus stia ancora circolando nel Paese. Il comitato di esperti, inoltre, puntano anche il dito sulla situazione internazionale, affermando come questa imponga un'attenta vigilanza affinché la curva epidemiologica non torni a impennarsi anche nel nostro Paese. Specialmente in vista di settembre, quando 10 milioni di persone torneranno nelle scuole. Le evidenze scientifiche, prosegue Conte, rafforzano ulteriormente la decisione di prorogare lo stato di emergenza. "La pandemia si è ridimensionata, ma non è ancora finita", conclude Conte, sottolineando che anche la scelta di prorogare lo stato di emergenza non è altro che espressione delle cautela mostrata finora dal governo. Che permetterebbe di intervenire tempestivamente in caso la situazione epidemiologica dovesse peggiorare.

Conte poi risponde alle accuse che gli sono state rivolte, raccontando di aver letto moltissime cose in merito alla proroga: "Non c'è alcuna intenzione di alimentare paure ingiustificate nella popolazione. La scelta di prorogare non vuole creare un'ingiustificata situazione di allarme, tutt'altro. Con la proroga manteniamo in efficienza tutte quelle misure che rendono il nostro Paese ben più sicuro, a beneficio dei cittadini italiani, ma anche dei turisti che volessero visitarlo", ribadisce.

Con il lancio della Fase 2, continua Conte, sono sempre stati inviati segnali di massima fiducia per il ritorno alla normalità. "La scelta di prorogare lo stato di emergenza non è lesiva nella nostra immagine all'estero. Non vi è affatto questo rischio, anzi è vero il contrario: noi garantiamo un Paese più sicuro per tutti. Che ci riconoscono il merito per come abbiamo affrontato l'emergenza",

Poi Conte lancia un appello alla responsabilità: "Mi permetto di dire che anche questo dibattito parlamentare dovrebbe attenersi ai profili tecnici e giuridici della decisione. Un'impropria drammatizzazione di significato potrebbe sì creare un danno all'immagine del Paese all'estero". Alcuni, nell'opposizione, hanno anche accusato il governo di voler prorogare lo stato di emergenza al solo scopo di preservare poteri straordinari, suscettibili di alterare l'ordinaria dialettica democratica. "Poi è stata sostenuta la paradossale tesi giuridica per cui sarebbe stato più opportuno procedere con ordinanze del ministero della Salute, ritenendo che questo strumento fosse più rispettoso dei presidi democratici", afferma Conte, sostenendo che queste non abbiano alcun senso. "Questa accusa si fonda su un'evidente equivoco. La proroga non incide infatti sul potere del governo e del presidente del Consiglio di emanare decreti. Lo stato di emergenza è il presupposto di fatto, ma non la fonte di legittimazione formale". E fa poi riferimento allo strumento dei Dpcm: "Qualora il Cdm decidesse di prorogare lo stato di emergenza, non per questo il presidente del Consiglio sarebbe autorizzato a emanare Dpcm. Il potere del presidente del Consiglio dei ministri non deriva dallo stato di emergenza, né quindi si protrarrebbe con una proroga, ma si radica nella normativa di rango primario".

Quindi torna a ribadire la centralità che il governo ha sempre riconosciuto al Parlamento: "La mia presenza qui dimostra la massima disponibilità del governo a interloquire con il Parlamento e a tenere conto delle indicazioni che perverranno dalle Camere in merito alla proroga. Non abbiamo ancora adottato nessuna decisione in Cdm per rispetto del dibattito, ma è emerso l'indirizzo di limitarne l'estensione temporale al prossimo 31 ottobre". E conclude: "Mi rivolgo alle forze di maggioranza e opposizione: non credo che su queste questioni si debba ragionare sulla base di schieramenti precostituiti. Bisogna essere consapevoli che la fine dello stato di emergenza al 31 luglio farebbe arrestare il sistema di protezione e prevenzione costruito in questi difficili mesi nell'interesse della collettività, a tutela della salute. Che è precondizione per il godimento di tutti gli altri diritti.  Sono state scelte difficili, ma che ci hanno permesso di superare con successo le fasi più acute dell'emergenza. Sono scelte che abbiamo sempre condiviso con il Parlamento. Spero che anche in questo caso possa maturare una convergente valutazione positiva su questo passaggio decisivo, da cui discendono importanti conseguenze per la comunità nazionale".

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