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I soldi non ci sono, ma Salvini continua a promettere flat tax, pensioni e pace fiscale in manovra

Il leader della Lega e vicepresidente del Consiglio annuncia una serie di misure nella legge di Bilancio, ma di soldi praticamente non ce ne sono. Le promesse fatte in campagna elettorale saranno ridimensionate, e di molto.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Flat tax, riforma delle pensioni, pace fiscale. Nella manovra economica, secondo Matteo Salvini, ci sarà un po' di tutto. L'unica cosa che manca sono i soldi. È sempre più evidente, infatti, che i fondi a disposizione del governo Meloni per la legge di Bilancio sono più che limitati, soprattutto considerando il fatto che – come ammesso dalla stessa presidente del Consiglio – la manovra sarà incentrata sulle misure più urgenti per il Paese: il contrasto al caro energia e al caro bollette. Se la questione energetica monopolizzerà la manovra – che secondo il ministro Giorgetti dovrebbe arrivare in Cdm già lunedì prossimo – per tutto il resto, che i partiti hanno promesso in campagna elettorale questa estate, rimangono le briciole.

Nonostante la cautela degli altri esponenti di governo, che ormai da giorni stanno ridimensionando le aspettative sulla legge di Bilancio, il leader della Lega continua a rilanciare: "In manovra daremo i primi punti fermi – ha detto Salvini questa mattina a un evento organizzato dal Messaggero – innalzamento della soglia della flat tax, lo stop alla legge Fornero e l'avvio di Quota 41, una rinnovata pace o tregua fiscale, una revisione obbligatoria del reddito di cittadinanza". Poi ha precisato: "Se uno mi chiede ‘in manovra ci sarà tutto quello di cui avete parlato in campagna elettorale?' No, questa è la prima di cinque. Ma darà un segno di cambiamento, in meno di un mese, su tanti fronti".

Insomma, Salvini ha chiuso l'intervento ritrattando sulle sue stesse parole. Anche perché, alla fine, tra poco più di un mese si vedrà cosa ci sarà realmente nella legge di Bilancio. Passando invece all'analisi delle singole misure, di smentite ne arrivano da tutte le parti: sul reddito di cittadinanza la ministra del Lavoro frena su revisioni strutturali, mentre il viceministro all'Economia parla di pochi tagli per recuperare un miliardo, ma nessuna abolizione; sulle pensioni è ormai chiaro che Quota 41 ci sarà, ma durerà solamente un anno perché troppo costosa, non c'è nessun addio alla Fornero che – salvo riforme – tornerà nel 2024; sulla pace fiscale ci dovrebbe essere un maxi-stralcio delle cartelle fino a mille euro, considerate non esigibili o troppo costose da recuperare; la flat tax dovrebbe passare da 65mila euro a 85mila euro per le partite Iva, non c'è né l'innalzamento a 100mila promesso, né tantomeno l'estensione ad altre categorie di lavoratori.

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