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I no Green Pass assaltano la Cgil, per Salvini la colpa è di Lamorgese: “Inadeguata e impreparata”

Il leader della Lega torna ad attaccare la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese dopo la manifestazione dei no Green Pass a Roma: “Gli scontri confermano una volta di più l’inadeguatezza della Lamorgese”, ha detto Matteo Salvini in un’intervista a La Verità. Dal Carroccio, Salvini condanna le violenze e sposta l’attenzione sui manifestanti contrari all’introduzione dell’obbligo della certificazione verde sui luoghi di lavoro: “Emergono problemi pratici e in molti suggeriscono giuste modifiche al decreto”.
A cura di Giuseppe Pastore
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Impreparata e inadeguata. Dalla Lega Matteo Salvini attacca così la ministra dell'Interno Luciana Lamorgese dopo la manifestazione dei no Green Pass a Roma, culminata in scontri e nell'assalto alla sede nazionale della Cgil. "La violenza va condannata sempre e comunque", le parole che il leader del Carroccio ha affidato ad un'intervista concessa a La Verità "ma gli scontri confermano una volta di più l'inadeguatezza della Lamorgese". Salvini lo ha ribadito sulle colonne del quotidiano, senza dimenticare i "50mila sbarchi degli ultimi mesi". Lo aveva già fatto in una diretta Facebook, a distanza di 24 ore dai disordini di Roma per cui sono state arrestate 12 persone, tra cui gli esponenti di Forza Nuova Giuliano Castellino e Roberto Fiore: "Ho fatto il ministro dell'Interno e qualunque cosa accadesse era colpa mia – ha detto Salvini sui suoi canali social – Ora, mi domando: se questo estremista di destra era tranquillamente in piazza del Popolo, con il microfono in mano e davanti a migliaia di persone, chi lo ha permesso? Chi non lo ha impedito? L'attuale ministro dell'Interno ha fatto tutto quello che poteva, ha fatto tutto quello che doveva?". Insomma, secondo Salvini "non prevedere le necessarie misure di sicurezza e non prevenire gli incidenti, anche gravi, significa che è la persona sbagliata, nel posto sbagliato e nel momento sbagliato".

Caos sul Green Pass a lavoro, Salvini: Validità a 72 ore

Il leader del Carroccio condanna le violenze, ma non si dissocia dai no Green Pass, scesi in piazza a Roma e a Milano, rivendicando il "diritto di manifestare pacificamente per qualunque idea". Il suo partito, come gli alleati della coalizione di centrodestra, hanno anche annunciato che non parteciperanno alla manifestazione indetta per sabato prossimo dalla Cgil perché "organizzata dalla sinistra nel giorno del silenzio elettorale, prima dei ballottaggi", ha spiegato Salvini: "Noi saremo nei gazebo della Lega, non in piazza", ha chiarito. Proprio oggi sarà presentata in Senato una mozione per lo scioglimento di partiti di ispirazione fascista, come Forza Nuova, protagonista dell'assalto alla sede del sindacato.

Intanto, Lega e Fratelli d'Italia, non si sentono di prendere le distanze da chi ha manifestato contro l'introduzione dell'obbligo di Green Pass sui luoghi di lavoro. "Come già detto dai governatori e non solo, come minimo va estesa a 72 ore la validità del Green Pass, anche con tamponi rapidi o salivari", la posizione che Salvini ribadisce a La Verità. "Fino a qualche settimana fa mi davano del rompiscatole, ora emergono problemi pratici e molte voci, a partire dai governatori, suggeriscono giuste modifiche al decreto", ha spiegato. A temere nuovi disordini sono stati, nelle scorse ore, Massimiliano Fedriga e Luca Zaia che hanno spinto affinché le regole sulla certificazione verde possano essere riviste. "E i test – ha aggiunto Matteo Salvini – potrebbero essere fatti direttamente in azienda, come proposto da tanti imprenditori". Il rischio, infatti, è che in molti, tra i non vaccinati, non si sottopongano a tampone ogni 48 ore e che quindi non rientrino a lavoro. "Non si possono lasciare a casa e senza stipendio milioni di lavoratori, medici e infermieri, poliziotti e operai, insegnanti e pompieri", ha detto il leader del Carroccio.

Il dialogo con Draghi esclude strappi tra Lega e governo

A proposito della delega fiscale, negli ultimi giorni al centro di tensioni nel governo, Matteo Salvini nella sua intervista al quotidiano ha fatto sapere che "ci stiamo lavorando giorno e notte". Gli attriti con il presidente del Consiglio sembrano essere stati appianati, almeno per il momento: "Con Draghi, il rapporto personale è ottimo – ha detto il leader della Lega – Sono sicuro che aumentare i nostri colloqui, potrà aumentare l'efficacia dell'azione di governo". E proprio in uno degli ultimi colloqui, Draghi avrebbe confermato a Salvini "l'impegno a non aumentare le tasse" che per la Lega suona come una vittoria dopo i temuti strappi: "È un'ottima notizia e da parte nostra faremo di tutto affinché la pressione fiscale non aumenti, anzi cali, oggi e nei prossimi anni". Ma il dibattito sulla delega fiscale non si limita a questo. Nel provvedimento manca, ad esempio, la flat tax a cui però la Lega non intende rinunciare: "L'ho detto a Draghi – spiega a La Verità – sarà una nostra priorità a novembre, nella legge di bilancio".

Anche il reddito di cittadinanza sarebbe stato al centro dei suoi colloqui con il premier: "Sono evidenti a tutti problemi e storture che premiano i furbetti più di chi ha davvero bisogno". Matteo Salvini lo definisce un "confronto leale tra premier e prima forza politica al governo": parole che escludono ogni scenario che vedrebbe la Lega fuori dal governo. "Sono PD e 5 stelle che potrebbero levare il disturbo", ha detto Salvini che, mentre attende gli esiti dei ballottaggi, guarda già alle amministrative 2022 anticipando che questa volta "entro l'autunno avremo i nomi dei candidati".

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