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Gli “auto-bonifici” di Franco Fiorito, ex capogruppo del Pdl, ora indagato per peculato

Che fine hanno fatto i soldi del Pdl laziale? La Procura di Roma intende far luce sui quasi 800mila euro trasferiti sui conti personali dell’ex capogruppo del partito “azzurro” alla Pisana.
A cura di Biagio Chiariello
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Tra conti all’estero e causali di bonifici mancanti, campeggia un enorme punto interrogativo di centinaia di migliaia di euro sulla gestione dei fondi regionali assegnati al gruppo del Pdl del Lazio. Per questo motivo la Procura di Roma ha aperto un' indagine per peculato nella quale risulta inscritto il nome di Franco Fiorito, ex capogruppo del partito azzurro alla Pisana. Al vaglio del procuratore aggiunto Alberto Caperna e del sostituto Alberto Pioletti c'è un'informativa delle Fiamme Gialle: come segnalato dagli uffici di Bankitalia, sulle spese del Pdl in Regione i conti del Pdl non tornano. Ecco quanto scrive il Corriere della Sera:

prelievi da migliaia di euro ogni volta, bonifici per somme ingenti, un volume anche di 4 o 5 operazioni nella stessa giornata. I conti pidiellini, così, sono finiti sotto la lente d’ingrandimento delle banche. Dai primi accertamenti, infatti, risulterebbe che circa 2 milioni di euro sono transitati sui conti intestati all’ex capogruppo Franco Fiorito: in gran parte attraverso bonifici ma anche (circa 250 mila euro) attraverso prelievi in contanti».

Già sindaco di Anagni, Fiorito era stato sfiduciato a fine luglio: a sostituirlo Francesco Battistoni (ex Forza Italia). In quell'occasione si parlò di denaro speso in maniera «oscura». Qualche giorno fa, una nuova frecciata contro lo spodestato ex AN è arrivata in relazione alle due «auto fantasma» intestate al Gruppo Pdl della Regione. Una Bmw X5 e una Smart: due vetture che gli appartenenti al Gruppo giurano di non aver mai visto. Ma i sospetti si concentrano anche su un soggiorno in un albergo di lusso a Porto Cervo per un totale di 30.000 euro. Battistoni ha, quindi, commissionato una relazione a due esperti, che hanno raccolto le anomalie che la filiale Unicredit della Regione Lazio ha segnalato, come detto, alla Banca d’Italia.

Anomalie come quei 109 bonifici che in soli due anni sono partiti da uno dei conti del gruppo Pdl per finire sui conti correnti che Fiorito avrebbe aperto in Spagna: Barcellona, Madrid, La Coruna, come risulterebbe dalle documentazioni bancarie. Fiorito dice che non ci sono irregolarità, che non si sarebbe mai permesse di pagare coi "nostri" soldi, che tutto il denaro speso è rendicontato e che c'è quindi una ricevuta che dimostra la limpidezza delle operazioni. Ma, come fa notare Repubblica, c'è un particolare che ha indotto i magistrati ad aprire questa inchiesta: per quei 109 bonifici, Fiorito avrebbe fatto sempre la stessa operazione bancaria:

bonifici per importi pari a 4.190 euro o a 8.380 euro (giusto il doppio), prelevati da uno dei due conti del gruppo Pdl alla Regione Lazio e trasferiti sui suoi personali conti correnti, compresi 5 all'estero, tutti in Spagna. Costo complessivo degli autobonifici: 753 mila euro. Tutti versati con la stessa causale: "Articolo 8 della leggere regionale 14/98", una delle 4 voci del lauto stipendio mensile (oltre 18mila euro lordi) incassato dai consiglieri regionali laziali, quella che riguarda il "rimborso delle spese sostenute al fine di mantenere il rapporto tra eletto ed elettore". Peccato che per arrivare a 753mila euro da quella voce avrebbe dovuto lavorare alla Pisana quasi 15 anni.

Il caso Fiorito sarà esaminato domani nell'ambito del vertice del Pdl in via dell'Umiltà. L'ex capogruppo rischia la sospensione. Ma i provvedimenti potrebbe riguardare non solo lui, «ma più in genere la procedura di finanziamento che assegna ai consiglieri regionali circa 140 mila euro annui per progetti di varia e insindacabile natura a compensazione di quelle che un tempo si chiamavano "manovre d’aula"» scrive il Messaggero. A testimoniare la delicatezza del momento in Regione, è il post su Facebook del senatore Andrea Augello:

Il violento scontro comunicativo che ha dilaniato il gruppo della Pisana e l'enormità delle accuse che si sono scambiati i protagonisti inducono alla massima attenzione nel non alimentare ulteriormente un clima inqualificabile e grande rigore nel chiedere al coordinamento regionale di approfondire ogni singolo aspetto di questa vertenza. Se verranno confermate procedure censurabili nella gestione delle risorse del gruppo o, peggio, condotte penalmente sanzionabili sarò il primo a far sentire la mia voce per chiedere provvedimenti esemplari contro i responsabili».

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