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Gimbe: “Curva rallenta, ma crescono i ricoveri: 2,7 milioni di over 60 ancora senza vaccino”

La curva dei contagi continua a crescere, ma rallenta rispetto alle settimane precedenti. I decessi rimangono stabili, ma crescono i ricoveri sia in area medica che in terapia intensiva. Con la diffusione della variante Delta e 2,7 milioni di over 60 che non hanno ancora completato il ciclo vaccinale, bisogna potenziare le somministrazioni anche se le forniture nel breve termine di vaccini a mRna sono limitate. Lo afferma la fondazione Gimbe nel suo monitoraggio settimanale.
A cura di Annalisa Girardi
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Rallenta la curva dei nuovi casi di coronavirus in Italia, anche se continuano ad aumentare i pazienti ricoverati, sia in area medica che in terapia intensiva. E la campagna vaccinale, che ormai dipende totalmente dai vaccini a mRna, rischia di essere frenata dalle consegne che rimangono limitate. È il quadro dipinto dalla fondazione Gimbe nel consueto monitoraggio settimanale sull'andamento della situazione epidemiologica nel nostro Paese.

Vediamo i dati della settimana tra il 28 luglio e il 3 agosto: rispetto a quella precedente si rileva un ulteriore incremento di nuovi casi e una sostanziale stabilità nei decessi. Crescono anche i casi attualmente positivi e i ricoverati. Nel dettaglio:

  • Decessi: 120 (+8,1%)
  • Terapia intensiva: +69 (+36,5%)
  • Ricoverati con sintomi: +585 (+36,3%)
  • Isolamento domiciliare: +23.252 (+33,9%)
  • Nuovi casi: 38.328 (+19,9%)
  • Casi attualmente positivi: +23.906 (+34%)

L'andamento della situazione epidemiologica

"I casi settimanali continuano a salire, seppur a un ritmo meno sostenuto rispetto alla settimana precedente, ma rimangono indubbiamente sottostimati dall’insufficiente attività di testing e dalla mancata ripresa del tracciamento dei contatti", commenta Nino Cartabellotta, presidente della fondazione.

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Il rapporto tra positivi e persone testate nell'ultima settimana ha segnato una crescita più contenuta, salendo al 10,7%, mentre la media mobile dei nuovi casi si sta progressivamente appiattendo.

In tutte le Regioni, rispetto alla settimana precedente, ad eccezione della Provincia autonoma di Trento e del Lazio (dove a causa dell'attacco hacker ha rallentato l'aggiornamento dei dati) si rileva un incremento dei nuovi casi. A livello provinciale l'incidenza è pari o superiore a 50 casi per 100 mila abitanti in 62 Province: in Emilia-Romagna, Toscana, Umbria e Veneto tutte le Province raggiungono o superano tale soglia. In quattro Province siamo sopra a questa soglia: Cagliari (303),
Ragusa (236), Caltanissetta (197) e Lucca (172). Sono stabili i decessi con una media di 17 al giorno rispetto ai 16 della settimana precedente.

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Aumentano i ricoveri in terapia intensiva

"Dopo i primi segnali di risalita si conferma un netto incremento percentuale dei ricoveri: +36,3% in area medica e +36,5% in terapia intensiva", afferma Renata Gili, responsabile di ricerca sui servizi sanitari della fondazione. Al momento le percentuali di pazienti Covid negli ospedali rimangono basse: 4% in area medica e 3% nelle terapie intensive. Ma ci sono importanti differenze regionali: in area medica sono sopra la media nazionale Sicilia (11%), Calabria (9%), Campania (6%), Basilicata (6%), Lazio (6%) e Sardegna (5%), mentre per terapia intensiva sono sopra media nazionale Sardegna (10%), Liguria (6%), Lazio (5%), Sicilia (4%) e Toscana (4%).

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"Aumentano gli ingressi giornalieri in terapia intensiva con una media mobile a 7 giorni di 21 ingressi/die rispetto ai 14 della settimana precedente", precisa Marco Mosti, direttore operativo a Gimbe.

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Come sta andando la campagna vaccinale

Per quanto riguarda la campagna vaccinale al 4 agosto risultano consegnate 72.149.518 dosi, da cui però vanno sottratte 255.050 dosi di Johnson & Johnson non utilizzate e restituite dalle Regioni alla struttura commissariale. Le forniture settimanali si attestano a quota 2,7 milioni di dosi nell'ultima settimana.

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Per quanto riguarda invece le somministrazioni, il 65,5% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino, mentre il 56% ha completato il ciclo vaccinale. Rispetto alla settimana precedente è calato il numero di somministrazioni giornaliere e la media mobile a sette giorni. Bisogna però anche tenere in considerazione il mancato aggiornamento dei dati da parte della Regione Lazio a seguito dell'attacco hacker.

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"Di fatto il numero di somministrazioni giornaliere non riesce a decollare sia per la limitata disponibilità di vaccini a mRNA, sia perché non vengono più utilizzati quelli a vettore adenovirale per le prime dosi", precisa Cartabellotta. Nel dettaglio, AstraZeneca viene utilizzato solamente per i richiami, le somministrazioni con Johnson&Johnson sono ormai pochissime tanto che le Regioni hanno comunicato a restituire le dosi non utilizzate, e la limitata disponibilità di vaccini a mRna rischia di frenare la campagna vaccinale. "Dopo un mese di decremento nelle ultime due settimane risale la percentuale di prime dosi sul totale delle dosi somministrate: nella settimana 26 luglio-1 agosto poco più di 1 milione, pari al 29,5% del totale", precisa Mosti.

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Per quanto riguarda le categorie più a rischio, cioè gli over 60:

  • Over 80: 4.137.391 (92,3%) hanno completato il ciclo vaccinale e 112.648 (2,5%) hanno ricevuto solo la prima dose
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  • Fascia 70-79 anni: 5.146.053 (86,3%) hanno completato il ciclo vaccinale e 202.094 (3,4%) hanno ricevuto solo la prima dose
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  • Fascia 60-69 anni: 5.851.619 (78,6%) hanno completato il ciclo vaccinale e 462.036 (6,2%) hanno ricevuto solo la prima dose
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La variante Delta e gli scenari futuri

Tenendo conto della diffusione della variante Delta e del fatto che ci sono ancora oltre 2,7 milioni di over 60 che devono completare il ciclo vaccinale (con rilevanti differenze regionali), si potrebbero aprire una serie di criticità.

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Per prima cosa, come sta accadendo in altri Paesi europei, l'aumento dei contagi riconducibile alla diffusione della variante Delta in Italia è probabilmente sottostimato a causa dell'insufficiente attività di testing&tracing. Inoltre, con la continua esplosione di focolai locali, la circolazione virale determina improvvise variazioni a livello territoriali. Anche se la crescita della curva sembra rallentare, la fondazione Gimbe ribadisce che la notevole contagiosità della variante Delta impone di tenere alta l'attenzione, specialmente in un periodo, come quello estivo, caratterizzato da continui spostamenti e occasioni di contatto.

L'aumento dei pazienti ricoverati deve inoltre ricordare, in particolare per gli over 60 ma anche per tutte le fasce di età, come la vaccinazione rimanga fondamentale per arginare l'impatto del virus. Le insufficienti forniture nel breve termine di vaccini a mRna sono un fattore da tenere in considerazione: senza un deciso cambio di marcia nelle forniture di questo tipo di vaccini, è ragionevole aspettarsi un rallentamento della campagna nel mese di agosto. E inoltre, per affrontare l'esitazione che persiste specialmente per quanto riguarda la fascia sopra i 50 anni, secondo Gimbe serve una strategia capillare di chiamata attiva.

La fondazione definisce poi come poco realistica la prospettiva di coprire con il ciclo completo il 60-65% dei ragazzi tra i 12 e i 19 anni prima dell'inizio dell'anno scolastico, dal momento che il 63,4% di questi non ha ancora ricevuto ancora una dose. E, aggiunto i ricercatori, è "difficile stimare la reale entità della “spinta gentile” del green pass, in assenza di dati pubblici sulle prenotazioni".

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Infine, per quanto riguarda la terza dose, anche se verosimilmente questa diventerà necessaria per una certa categoria di persone, al momento non ci sono comunque evidenze sufficienti per definire indicazioni, tempi e modalità della somministrazione.

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