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Doppio cognome ai figli, cosa cambia e da quando: le risposte alle domande frequenti

Cosa cambia dopo la sentenza della Corte Costituzionale sul doppio cognome? La comunicazione della Consulta non rende immediatamente attuativa la decisione, bisogna aspettare la pubblicazione della sentenza. Per il momento nella registrazione dei nuovi nati all’Anagrafe non cambia nulla.
A cura di Annalisa Cangemi
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La Corte Costituzionale lo scorso 27 aprile con una sentenza storica ha dichiarato illegittima la norma che attribuisce in modo automatico ai nuovi nati il cognome paterno. In pratica i giudici hanno dichiarato incostituzionale la legge che non consente ai genitori, di comune accordo, di attribuire al figlio il solo cognome della madre e quella che, in mancanza di accordo, assegna il solo cognome del padre. "Nel solco del principio di eguaglianza e nell'interesse del figlio, entrambi i genitori devono poter condividere la scelta sul suo cognome, che costituisce elemento fondamentale dell'identità personale", si legge in un comunicato della Consulta.

"Il figlio assume il cognome di entrambi i genitori nell'ordine dai medesimi concordato, salvo che essi decidano, di comune accordo, di attribuire soltanto il cognome di uno dei due", si specifica. Nell'immediato comunque non cambia nulla, bisogna attendere la pubblicazione della sentenza. Subito dopo verrà probabilmente emanata una circolare del Viminale agli uffici dell'Anagrafe, con tutte le indicazioni operative per le amministrazioni, e il meccanismo verrà immediatamente applicato, modificando la normativa precedente.

Poi sarà il Parlamento a chiarire ulteriori aspetti normativi, con una nuova legge. In commissione Giustizia al Senato è iniziato l'esame di sei disegni di legge, e presto si potrebbe arrivare a un testo unico sulla materia. La legge in questione potrebbe essere retroattiva, potrebbe cioè valere anche per i figli nati prima di questa sentenza, come ha spiegato anche la ministra per le Pari Opportunità Elena Bonetti in un'intervista a Fanpage.it: "Credo che la legge debba prevedere una forma di retroattività, che deve essere opportunamente regolamentata. Bisogna quindi indicare in modo chiaro una procedura, che deve essere semplice e rispettosa dell’identità personale". A quel punto anche i documenti andrebbero modificati.

Il costituzionalista Salvatore Curreri
Il costituzionalista Salvatore Curreri

Abbiamo chiesto al costituzionalista Salvatore Curreri, professore di Diritto costituzionale e pubblico comparato presso l'Università di Enna "Kore", di spiegare come e quando cambierà la legge.

Come funziona l'attribuzione del doppio cognome per i figli?

Per adesso alla nascita di un bambino viene attribuito in automatico il cognome del padre. La Consulta dice chiaramente che i figli assumeranno d'ora in poi in automatico il cognome di entrambi i genitori nell'ordine da loro concordato, a meno che i coniugi non decidano, di comune accordo, di attribuire soltanto il cognome di uno dei due. Se i genitori non daranno alcuna indicazione si assegnerà in automatico il cognome di entrambi. E questo si applica a tutti i figli, a quelli nati nel matrimonio e fuori, e ai figli adottivi.

Quando entrerà in vigore il doppio cognome in Italia?

Il comunicato della Consulta per il momento non modifica lo status quo. Le sentenze sono efficaci giuridicamente dal momento della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Da quel momento la norma precedente è dichiarata incostituzionale e cessa di esistere. Per ora abbiamo solo un comunicato stampa.

Nel momento in cui decadrà la legge attuale, e fino a quando non verrà approvata una nuova legge del Parlamento, come si rende attuativa la sentenza? 

A livello di operatività la sentenza è efficace nell'immediato, almeno per quanto riguarda l'attribuzione del doppio cognome o, in alternativa, del cognome di uno dei due genitori. Abbiamo già un precedente, perché nel 2016 la Corte Costituzionale ha previsto di aggiungere il cognome della madre a quello paterno. Questa procedura però era subordinata al consenso del padre, e questo provocava comunque una condizione di disparità tra moglie e marito, e ciò metteva l'uomo in una posizione di supremazia. Anche quella sentenza fu immediatamente operativa, non ci fu bisogno di un'interposizione da parte del legislatore. Il ministero dell'Interno diede subito disposizioni agli uffici dell'Anagrafe, e credo che la stessa cosa avverrà ora, in tempi brevissimi, con una circolare applicativa o con un decreto del ministro dell'Interno, un atto amministrativo che recepisca la decisione della Corte. È probabile che il ministero ci stia già lavorando.

Si può dare il doppio cognome ai figli già nati?

Nel momento in cui decadrà la legge attuale l'intervento del legislatore sarà assolutamente necessario per chiarire alcuni profili, come il problema della moltiplicazione dei cognomi per le generazioni successive, oppure la questione della retroattività – per coloro per esempio che sono stati registrati all'Anagrafe con il solo cognome del padre e che magari vogliono aggiungere anche il cognome della madre – e fino a che punto questa retroattività sarà ammessa, con quali paletti. La Corte più di una volta ha invitato il legislatore a disciplinare la materia, e questo è ribadito nello stesso comunicato stampa.

Come si stabilisce l'ordine dei cognomi del padre e della madre in caso di controversia?

Già nel comunicato viene specificato che nel caso in cui vi sia contrasto tra i coniugi bisogna rivolgersi al giudice, il quale prenderà una decisione con un provvedimento cautelare d'urgenza, nel giro di massimo 24 o 48 ore. Di certo la registrazione del bambino non rimarrà in sospeso a lungo. Non sarà una procedura complicata, tutto questo lo abbiamo già sperimentato con l'aggiunta del cognome materno a quello paterno, e non credo ci siano stati ostacoli, sono disposizioni abbastanza semplici da emanare.

Cosa succede con le seconde generazioni e i nipoti?

In Spagna i doppi cognomi sono già utilizzati da tempo, e nelle seconde generazioni si fa cadere il secondo cognome. Questo potrebbe essere un modello.

E in caso di mancato accordo tra i genitori prevarrà l'ordine alfabetico?

Questo il comunicato della Corte Costituzionale non lo specifica. Forse l'ordine alfabetico non è la soluzione migliore, anche se apparentemente sembrerebbe obiettiva. Per esempio potrebbero esserci dinastie familiari che rischiano di estinguersi, e quindi un coniuge potrebbe chiedere di mettere il proprio cognome per primo, perché altrimenti in seconda generazione cadrebbe. Nella sua automaticità e assolutezza questa regola rischia insomma di non tenere conto di casi particolari in cui c'è un preminente interesse di un genitore a mantenere il proprio cognome.

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