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Dal governo via libera allo sblocco dei licenziamenti: unica eccezione settore tessile e della moda

Via libera allo sblocco dei licenziamenti. L’unica eccezione è prevista per il settore tessile e quelli collegati come il calzaturiero o quello della moda: l’annuncio è arrivato al termine della cabina di regia presieduta da Mario Draghi e a cui hanno partecipato i ministri cabina di regia presieduta dal presidente del Consiglio, Mario Draghi, a cui hanno anche partecipato i ministri Brunetta, Orlando, Giorgetti, Speranza, Bonetti, Franco e Patuanelli. Da domani il presidente del Consiglio inizierà gli incontri con le parti sociali.
A cura di Annalisa Girardi
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Via libera allo sblocco dei licenziamenti. Il provvedimento messo in atto con l'emergenza Covid per proteggere l'occupazione non sarà prorogato oltre il 30 giugno, data di scadenza, con l'unica eccezione per il settore tessile e quelli collegati come il calzaturiero o quello della moda. Durante la cabina di regia presieduta dal presidente del Consiglio, Mario Draghi, a cui hanno anche partecipato i ministri Renato Brunetta, Andrea Orlando, Giancarlo Giorgetti, Roberto Speranza, Elena Bonetti, Daniele Franco e Stefano Patuanelli, è stato trovato l'accordo. Non solo: le aziende di questi settori potranno anche continuare ad usufruire della Cig gratuita, resa disponibile sempre a causa del coronavirus.

Durante il vertice si è comunque anche discussa la possibilità di continuare a fruire per altre 13 settimane della cassa integrazione straordinaria per tutte quelle imprese che hanno esaurito gli ammortizzatori e che sono collegate a tavolo di crisi industriali attualmente aperti. Infine, la cabina di regia si è anche espressa in modo positivo sull'estensione di altri due mesi (quindi fino al 31 agosto) del blocco delle cartelle esattoriali. Da domani Draghi avvierà una serie di incontri con le parti sociali.

"Oggi abbiamo deciso, dentro un ragionamento di dialogo sociale, di porre fine al blocco dei licenziamenti pur con una serie di eccezioni rispetto ai settori in crisi", ha annunciato il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta. Che poi ha aggiunto: "C'è stata molta discussione, ma la scelta denota la nostra volontà di far tornare il Paese al mercato, difendendo sì i settori più in crisi, ma tornando alla fisiologia".

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