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Cosa dice la lettera del premier Conte che blocca la TAV

Il premier chiede di “astenersi da attività” che vincolino lo Stato, senza però perdere i fondi Ue. “I gruppi di potere non ci condizionano”. La società risponde: “La pubblicazione relativa ai lavori principali è stata fermata, ma un nuovo rinvio oltre il mese di marzo comporterebbe la riduzione dei 300 milioni di fondi Ue”.
A cura di Biagio Chiariello
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” Telt mi ha appena risposto confermandomi che i capitolati di gara non partiranno senza l’avallo del mio governo e del governo francese e che, al momento, si limiteranno esclusivamente a svolgere mere attività preliminari, senza alcun impegno per il nostro Stato”. Così il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, su Facebook, ufficializza lo stop ai bandi della Tav, pubblicando la lettera che aveva inviato alla società incaricata di realizzare la Torino-Lione, e la risposta di quest'ultima che conferma come la “promozione dei bandi di gara sia stata rinviata su indicazione del governo italiano e con l'accordo di quello francese”. Il premier in un lungo post spiega: “Oggi è stata una mattinata di intenso lavoro che ha prodotto i suoi frutti. Ho inviato una lettera alla Telt, società incaricata della realizzazione della Torino-Lione, invitandola ad astenersi, con effetti immediati, da qualsiasi ulteriore attività che possa produrre ulteriori vincoli giuridici ed economici per lo Stato italiano con riguardo ai bandi di gara”. “Lavoriamo in piena trasparenza perché non ci lasciamo condizionare dalle pressioni opache di gruppi di potere o comitati di affari. Fino a quando questo Governo sarà in carica, per quanto mi riguarda, sarà così. Sempre”, rivendica il premier.

Conte aggiunge anche che il governo ha intenzione di “interloquire con la Francia e con l’Unione europea alla luce delle più recenti analisi costi-benefici da noi acquisite. Ovviamente non vogliamo che nel frattempo si perdano i finanziamenti europei già stanziati”. In tal senso la richiesta che inserisce nella sua lettera a Telt in cui invita a “evitare di assumere impegni di spesa gravanti sull’erario italiano” ma allo stesso tempo a “non pregiudicare gli stanziamenti finanziari posti a disposizione dall’Unione europea”. Immediata la nota del Comité Lyon-Turin: "Ogni nuovo rinvio significherebbe uno spreco di centinaia di milioni di euro, dalla perdita dei 300 milioni di euro di fondi Ue fino alle spese legate ai ritardi nei lavori".

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