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Salvini boccia decreto Cura Italia e chiede convocazione Camere: “Serve più coraggio”

Il leader della Lega, Matteo Salvini, invoca la convocazione immediata del Parlamento per poter discutere il decreto Cura Italia approvato dal governo per fronteggiare dal punto di vista economico l’emergenza Coronavirus. Per il segretario del Carroccio questo provvedimento è insufficiente: “Serve più coraggio, il 2020 sia un anno bianco fiscale”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il leader della Lega, Matteo Salvini, boccia il decreto Cura Italia e chiede un immediato confronto in Parlamento alla maggioranza per poter modificare le misure economiche messe in campo dal governo. In conferenza stampa il leader del Carroccio invoca “l’immediata convocazione del Parlamento” e chiede che si prevedano misure economiche molto più forti, modificando il provvedimento approvato dall’esecutivo. La prima richiesta di Salvini è che il “2020 sia un anno bianco fiscale, perché siamo di fronte a un anno drammaticamente straordinario. Serve più coraggio”. “Chiediamo – sottolinea l’ex ministro dell’Interno – il saldo e stralcio di tutte le cartelle in questo anno, con un anno bianco fiscale”. Nel decreto, secondo Salvini, “manca tanto per curare l’Italia”, in contraddizione con il nome di decreto Cura Italia.

Se il decreto non dovesse essere modificato, la Lega è pronta a bocciarlo all’esame parlamentare: “Noi stiamo raccogliendo tutte queste proposte, che arrivano dal mondo produttivo. Se il decreto migliora e serve veramente c’è l’ok della Lega, se rimane un decreto a scatola chiusa e scontenta la maggioranza degli italiani non approviamo a scatola chiusa uno svuota-carceri, non diamo mandati in bianco per trattare in Europa sul Mes e mettere in ipoteca i risparmi degli italiani”. La posizione della Lega è condivisa anche da Fratelli d’Italia e Forza Italia, fa sapere Salvini. Spiegando che le proposte economiche sono condivise e che tutto il centrodestra chiede la convocazione del Parlamento, come emerso dalle telefonate con Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni.

Salvini boccia la proposta di una commissione speciale che si riunisca e deliberi al posto dell’intera Aula della Camera: “Qua ci sono provvedimenti che cambiano la vita degli italiani, è diritto e dovere di tutti i parlamentari dire la propria. Se si vuole lavorare in commissione bene, ma poi tutti devono poter intervenire e rappresentare tutti gli italiani. L’ascolto del governo c’è stato, però l’ascolto deve tramutarsi in fatti concreti”.

Poi il leader leghista elenca alcune delle criticità del decreto, a suo avviso. Si parte dai 600 euro per gli autonomi, ritenuti troppi pochi. Poi la questione carceri: “Si vuole far uscire dalle carceri italiane 5mila detenuti: mentre rischia la galera un italiano trovato per strada senza motivo, giustamente fai uscire chi è già in galera per aver spacciato droga?”. Ancora, secondo il leader leghista mancano i soldi per i comuni, la dotazione per la cassa integrazione è troppo bassa (servono “25 miliardi” per Salvini) e i pagamenti slittati dal 16 al 20 marzo sono “una roba da sciopero fiscale”.

Salvini si dice favorevole all’idea di tracciare i telefoni come avviene in Corea del Sud e poi torna sul decreto: “È stato atteso per giorni, è molto complesso, la Lega è a disposizione per migliorarlo, per emendarlo, ma è inaccettabile che si approvi un indulto mascherato, facendoli uscire dal carcere per mandarli a casa, ma poi chi li controlla? Chi una casa non ce l’ha? Dove vanno? In giro? Non si pò mettere tutto e il contrario di tutto in questo decreto, se c’è la volontà di migliorarlo ci siamo. Ma queste 70 pagine sono insufficienti, non ci sono garanzie per precari, stagionali, contratti a tempo determinato, i dipendenti delle cooperative, le partite Iva. L’aiuto per chi ha figli a casa, sono coperti i lavoratori dipendenti ma scoperti gli autonomi. Ci sono italiani di serie a e di serie b”. Quindi Salvini conclude: “O si migliorano questi passaggi oppure non si può chiedere alla prima forza politica del paese una delega in bianco”.

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