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“Chi non fa figli in pensione dopo”: perché la proposta di Cottarelli è contro i giovani

L’ex commissario per la revisione della spesa pubblica Carlo Cottarelli ha lanciato una proposta per contrastare la crisi demografica: “Chi fa figli vada in pensione prima”. Ma le discussioni sulla crisi demografica non tengono per niente in considerazione l’aumento del costo della vita. E le persone giovani, le stesse che stanno pagando il conto di questa cristi e che erano uscite con le ossa rotte dalla crisi del 2008, sono i principali indiziati di questo stato di cose.
A cura di Maria Cafagna
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Mentre era in corso lo spoglio elettorale delle ultime amministrative, tra una dichiarazione e un exit poll, l’ex commissario per la revisione della spesa pubblica Carlo Cottarelli ha lanciato una proposta per contrastare la crisi demografica. Ogni anno l’Italia fa registrare sempre meno nascite ma, come era prevedibile, la crisi sanitaria, il Covid e le tante incertezze economiche, hanno fatto calare drasticamente il numero di nascite e di gravidanze: la scorsa settimana il presidente dell'Istat Gian Carlo Blanciardo ha lanciato l’allarme dichiarando a diverse testate che “nel 2021 per la prima volta chiuderemo con meno di 400mila nati. Per dare un elemento di confronto, nel 1964 avevamo oltre un milione di nascite”. Blanciardo ha imputato al lockdown il calo delle nascite “paura e incertezza dell’ignoto come accadde dopo Chernobyl” è quanto ha dichiarato. Alla luce di queste dichiarazioni Carlo Cottarelli ha twittato: “Con pochi figli ci saranno meno lavoratori a produrre ciò che è necessario per gli anziani, obbligando questi a ritardare il pensionamento. Servirebbe un meccanismo premiante: chi fa figli vada in pensione prima”.

Cottarelli, economista, non è nuovo al grande pubblico grazie alle sue numerose partecipazioni nei salotti dei talk; nel 2018 fu incaricato dal Presidente Mattarella di formare un governo di unità nazionale ma dovette restituire il mandato perché non riuscì a trovare una maggioranza. Da allora la sua popolarità è aumentata, per cui le sue dichiarazioni difficilmente passano inosservate. E infatti anche la sua ultima uscita non ha mancato di fare discutere anche se le critiche sono state più numerose degli elogi.

A ben vedere, la dichiarazione di Cottarelli tiene sì conto dei dati sulle nuove nascite forniti dall’Istat, ma non di quelle sui salari. Repubblica riporta che i dati Ocse mostrano che i salari italiani in 30 anni sono calati del 2,9% mentre in Francia e in Germania sono saliti del 30%. Non solo: come riporta Elena Marisol Brandolini sul quotidiano Domani, mentre in Spagna il Governo guidato da Pedro Sanchez ha da poco aumentato il salario minimo – che in Spagna esiste dal 1963 –  a 965 euro al mese, nel nostro Paese si sta ancora discutendo della possibilità o meno di istituire questa misura economica.

Già, perché le discussioni sulla crisi demografica non tengono per niente in considerazione l’aumento del costo della vita, anzi, le persone giovani, le stesse che stanno pagando il conto di questa cristi e che erano uscite con le ossa rotte dalla crisi del 2008, sono i principali indiziati di questo stato di cose. Infatti Blangiardo, dopo aver sottolineato le difficoltà economiche che devono affrontare i neo-genitori, ha dichiarato: “Non c’è dubbio che rispetto alle precedenti generazioni (i giovani, ndr) sono più deboli, meno capaci di reagire, meno avvezzi a rimboccarsi le maniche”. Insomma, la colpa è sì della crisi economica, della mancanza di servizi, della disoccupazione femminile in aumento, ma anche noi giovani ci mettiamo del nostro! Per dirla come Renzi: non sappiamo soffrire.

Eppure quei giovani che secondo il leader di Italia Viva e il presidente dell’Istat non si impegnano abbastanza, sono proprio quelli che sempre secondo l’Istat hanno pagato il prezzo più alto della crisi e che quindi sì, stanno soffrendo eccome.

È sempre interessante leggere le dichiarazioni di studiosi e politici sulle ragioni per cui in Italia non si fanno più figli, anche perché tra le possibili soluzioni mancano sempre quelle adottate dagli altri paesi come l’istituzione di un salario minimo, il congedo di paternità paritario tra uomini e donne e  l’allargamento dell’accesso alla genitorialità a single e a coppie omosessuali. Recentemente è stata l’attrice Claudia Gerini a chiedere che le venga data la possibilità di adottare anche se in questo momento non ha un compagno, ma anche la compianta Raffaella Carrà non riuscì ad esaudire questo suo desiderio.

Insomma, basterebbe essere un po’ più coraggiosi, equi e inclusivi per dare la possibilità al nostro paese, letteralmente, di rinascere. Del resto un giocatore, cantava il cantautore, lo vedi dal coraggio. E il politico pure.

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Maria Cafagna è nata in Argentina ed è cresciuta in Puglia. È stata redattrice per il Grande Fratello, FuoriRoma di Concita De Gregorio, Che ci faccio qui di Domenico Iannacone ed è stata analista di TvTalk su Rai Tre. Collabora con diverse testate, ha una newsletter in cui si occupa di tematiche di genere, lavora come consulente politica e autrice televisiva. -- Maria Cafagna   Skype maria_cafagna
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