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Calenda dice che non farà il partito unico con Renzi: saltato il Terzo Polo di Azione e Italia Viva

Il partito unico di Azione e Italia Viva non si farà. Lo dice Carlo Calenda puntando il dito contro Matteo Renzi: “Non lo vuole fare”. Salta così il progetto politico del Terzo polo.
A cura di Annalisa Girardi
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Non ci sarà alcun partito unico. È saltata definitivamente l'intesa tra Azione e Italia Viva e con lei il progetto politico del Terzo polo di Carlo Calenda e Matteo Renzi. La mattinata era cominciata a colpi di tweet tra diversi esponenti delle due parti, leader compresi, dopo che la riunione della sera precedente si era chiusa con una serie di nodi ancora da sciogliere. Per il tardo pomeriggio era previsto un nuovo vertice, ma le due posizioni sembrano sempre più inconciliabili. "La riunione di oggi non la facciamo, non c'è il clima giusto", ha detto Calenda parlando con i giornalisti fuori dal Senato.

Calenda dice che non si riuscirà a fare il partito unico

Intercettato da un cronista di Striscia La Notizia, il leader di Azione poco prima aveva detto: "Il partito non lo riusciremo a fare, perché lui non lo vuole fare". Alla domanda sul perché Renzi non avesse intenzione di fare il partito unico Calenda aveva poi aggiunto: "Perché vuole tenersi soldi e il partito di Italia Viva e non si può far nascere, da due partiti, tre partiti: diventa ridicolo". Sulla possibilità di chiarire faccia a faccia in una nuova riunione, il leader di Azione aveva tagliato corto: "Tanto lui non viene alle riunioni. Non ci ho parlato, perché lui parla solo con Obama e Clinton".

Sono frasi che avrebbero colto di sorpresa i renziani. "Interrompere il percorso verso il partito unico è una scelta unilaterale di Carlo Calenda. Pensiamo che sia un clamoroso autogol ma rispettiamo le decisioni di Azione", ha fatto sapere l'ufficio stampa di Azione in una nota. Per poi aggiungere: "Gli argomenti utilizzati appaiono alibi. Italia Viva è pronta a sciogliersi come Azione il 30 ottobre, dopo un congresso libero e democratico. Sulle risorse Italia Viva ha trasferito fino ad oggi quasi un milione e mezzo di euro al team pubblicitario di Carlo Calenda ed è pronta a concorrere per la metà delle spese necessarie alla fase congressuale e a trasferire le risorse dal momento della nascita del partito unico".

Le accuse reciproche tra Azione e Italia Viva

E ancora, ha proseguito l'ufficio stampa di IV: "Leopolda, Riformista, retroscena, veline, presunti conflitti di interesse sono solo tentativi di alimentare una polemica cui non daremo seguito. La costruzione di una proposta alternativa a populisti e sovranisti è da oggi più difficile ma più urgente. Nei prossimi mesi noi rispetteremo gli amici di Azione cercando ogni forma di collaborazione senza rispondere alle polemiche di alcuni dei loro dirigenti".

Poco dopo è arrivata anche la contro-replica di Azione: "Lo stop deriva dalla scelta di Italia Viva di non votare un documento ieri che avevano dichiarato essere già letto e condiviso. Dietro tutto questo c'è solo un fatto: Renzi tornato alla guida di Italia Viva da pochi mesi non ha alcuna intenzione di liquidarla in un nuovo partito. Scelta legittima ma contrastante con le promesse fatte agli elettori. Dopo mesi di tira e molla ne abbiamo semplicemente preso atto. In un clima volutamente avvelenato da insulti personali da parte di Renzi e di quasi tutti gli esponenti di Italia Viva a Carlo Calenda".

Il botta e risposta tra Renzi e Calenda su Twitter

Da Italia Viva avevano anche accusato Calenda di mentire e di attribuire ai renziani dichiarazioni che non sono mai state pronunciate. L'account del partito ha risposto a una serie di tweet pubblicati da Calenda affermando che non sia vero che voglia sciogliersi solo a 2024 inoltrato. "Lo scioglimento avviene chiunque vinca il congresso ma dopo che viene eletto il segretario, non prima. Italia Viva terminerà la propria attività politica nell'ottobre 2023", si legge.

E ancora, sulla questione dei fondi: "Le risorse del 2024 andranno ovviamente sulle europee e saranno gestite dal partito unico. Ma che senso ha fare polemica sui soldi e non sugli ideali? In ogni partito chi vince il congresso gestisce la tesoreria, ovvio, no?".

Parlando con LaPresse fuori da Palazzo Madama, Calenda ha anche detto di non essere riuscito a parlare con Renzi in Aula. "Non ho parlato con Renzi in aula, non c'è stato modo che c'erano voti serrati. In ogni caso il progetto del partito unico è definitivamente morto. Andremo avanti con due partiti e, se ricomporremo il clima, ci alleeremo dove sarà possibile".

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